pubblicato da"Il Caffè" di Locarno.
Come faccio spesso, sostengo, controcorrente, che Jobs ha fatto cose ottime
(aprendo la strada alla realizzazione di PC), ma che ha avuto anche
conseguenze negative: diffusione di icone dal significato incerto, sistemi
chiusi e non accessibili. Arguisco che Larry Page e Sergej Brin con Google
hanno fatto più di Jobs per diffondere idee e cultura.
Concludo che l'iPad è la cosa migliore che Jobs abbia fatto.
Best
Roberto
Steve Jobs:
innovatore di tecnologia di moda – luci e ombre. di Roberto Vacca, Il Caffè – 7 ottobre
2011.
Steve Jobs non è morto: non muore chi produce idee, parole, teorie, invenzioni sensate,
immagini, formule, strutture, schemi – anche mode. Così posso parlargli:
“Grazie per aver inventato e prodotto iPad: l'innovazione più utile fra tutte quelle di Apple e Mac. Ho
aspettato che uscisse per metterci un mio libro in cui racconto cosa siano i
“memi” che ricevetti dai miei maestri e come li ho trasformati. Lo spiego con
300 pagine di testo più video e audio di grandi personaggi. Non avevo
mai preso un computer Apple, né McIntosh, ma ho preso subito iPad: in volume
minimo offre cose mai viste: testi che si sfogliano entro un involucro
leggerissimo, elementi multimediali, videotelefono e webcam incorporati.”
Jobs si risentirebbe [è suscettibile]:
“Ma ho fatto di più: ho cambiato il modo di avvicinare la
tecnologia alle persone, ho reso facile la vita a tanti - e il computer davvero
personal e amico. Tutti dicono che sono stato un grande inventore!”
Rispondo:
“I grandi inventori aprono settori che prima non
c’erano. Marconi: radio; Claude Shannon: teoria dell’informazione e della
commutazione senza cui non avremmo i computer digitali; Dennis Gabor:
l’olografia; Enrico Fermi: la fissione nucleare. Tu hai avuto il grande merito
di realizzare e disseminare i personal computer aprendo la strada a IBM,
Microsoft, etc. Un bell’esempio di immaginazione avanzata. È arduo fare
confronti, ma Larry Page e Sergej Brin con Google hanno avuto probabilmente
impatti positivi maggiori dei tuoi,”
Jobs si offenderebbe:
“Anche se non le ho inventate
io, sono stato il primo a promuovere e disseminare largamente le icone: così ho
facilitato l’accesso di milioni di persone ai computer.”
Obietto:
“I computer dovrebbero servire a
eseguire compiti complessi. Le icone sono spesso mal definite e chi le usa
spesso non si rende conto di quanto sta facendo, né quali funzioni sta evocando.
Da millenni la scrittura cinese usa icone – non decine, ma molte migliaia di
ideogrammi. Permette a popoli che parlano lingue diverse di comunicare per
iscritto ogni concetto che si possa esprimere in qualsiasi lingua. Ma gli
ideogrammi sono ardui da imparare. Un cinese riesce a leggere e scrivere solo
dopo 5 anni di studio: ai ragazzi occidentali bastano settimane. I simboli
alfa-numerici sono univoci, potenti tanto da fornire uno strumento
ineguagliabile per il progresso di matematica e logica. Usare le icone
allontana dalla abilità di redigere programmi di computer (coding). Per molti
versi è stato un regresso – connaturato ai tuoi computer.
Jobs ricorderebbe la sua dichiarazione:
"Credo che i giorni migliori di Apple siano davanti a
noi” - e aggiunge: “Usare i computer dovrà essere sempre più facile. Dovranno
parlare la nostra lingua e capire le nostre espressioni e i nostri gesti. Io
non sono arrivato a tanto: lo faranno i miei successori seguendo la strada che
ho segnato.”
Rispondo:
“Ipersemplificare è irrazionale e porta danni. Di innovazioni
creative c’è bisogno – in particolare di sistemi operativi che permettano di
rendere trasparenti i controlli computerizzati di grandi sistemi tecnologici.
Le decisioni prese da complessi programmi di controllo non devono essere
attuate, senza che operatori e utenti ne capiscano motivi e meccanismi. È
vitale che gli operatori addestrati capiscano la genesi delle elaborazioni e
dispongano di diagnosi dell’intera catena: segnali dall’ambiente e dalle
macchine controllate, canali di comunicazione, processi di elaborazione. Agli
Apple e ai Mac manca proprio la trasparenza. Tanti PC sono stati usati per
controllare processi (anche nelle missioni lunari), ma non Apple e Mac. Non
dico che la cultura informatica si acquisti imparando a usare i programmi di
Office fino a conseguire l’ECDL (European Computer Driving Licence). Occorre
imparare: matematica avanzata, scienze, computer science e cultura generale (economia,
psicologia, storia del pensiero, biologia, nanotecnologie, etc.)
Jobs urla [lo fa spesso]:
“Ma, insomma, non ti piace quel
che ho fatto?”
Lo correggo:
“Mi piacciono molte cose. Se nel
1976 tu non avessi prodotto Apple II, non avresti stimolato tanti a emularti [non
sempre lo hanno fatto bene, ad esempio tirando fuori codici nuovi e costringendo
i clienti a buttare i programmi vecchi e ricomprare tutto]. Come dicevo, il tuo
pezzo migliore è iPad: grazie di aver previsto oltre al tocco delle dita, anche
la tastiera, l’ho presa subito.”
No comments:
Post a Comment