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Monday, October 10, 2011

Ricevo e pubblico con grande orgoglio: Steve Jobs: innovatore di tecnologia di moda – luci e ombre. di Roberto Vacca

Allego mio articolo - sotto forma di colloquio ideale - con Steve Jobs,
pubblicato da"Il Caffè" di Locarno.
Come faccio spesso, sostengo, controcorrente, che Jobs ha fatto cose ottime
(aprendo la strada alla realizzazione di PC), ma che ha avuto anche
conseguenze negative:  diffusione di icone dal significato incerto, sistemi
chiusi e non accessibili. Arguisco che Larry Page e Sergej Brin  con Google
hanno fatto più di Jobs per diffondere idee e cultura.
Concludo che l'iPad è la cosa migliore che Jobs abbia fatto.
Best
Roberto




Steve Jobs: innovatore di tecnologia di moda – luci e ombre. di Roberto Vacca, Il Caffè – 7 ottobre 2011.

Steve Jobs non è morto: non muore chi produce idee, parole, teorie, invenzioni sensate, immagini, formule, strutture, schemi – anche mode. Così posso parlargli:
“Grazie per aver inventato e prodotto iPad: l'innovazione più utile fra tutte quelle di Apple e Mac. Ho aspettato che uscisse per metterci un mio libro in cui racconto cosa siano i “memi” che ricevetti dai miei maestri e come li ho trasformati. Lo spiego con 300 pagine di testo più video e audio di grandi personaggi. Non avevo mai preso un computer Apple, né McIntosh, ma ho preso subito iPad: in volume minimo offre cose mai viste: testi che si sfogliano entro un involucro leggerissimo, elementi multimediali, videotelefono e webcam incorporati.”
Jobs si risentirebbe [è suscettibile]:
“Ma ho fatto di più: ho cambiato il modo di avvicinare la tecnologia alle persone, ho reso facile la vita a tanti - e il computer davvero personal e amico. Tutti dicono che sono stato un grande inventore!”
Rispondo:
“I grandi inventori aprono settori che prima non c’erano. Marconi: radio; Claude Shannon: teoria dell’informazione e della commutazione senza cui non avremmo i computer digitali; Dennis Gabor: l’olografia; Enrico Fermi: la fissione nucleare. Tu hai avuto il grande merito di realizzare e disseminare i personal computer aprendo la strada a IBM, Microsoft, etc. Un bell’esempio di immaginazione avanzata. È arduo fare confronti, ma Larry Page e Sergej Brin con Google hanno avuto probabilmente impatti positivi maggiori dei tuoi,”
Jobs si offenderebbe:
“Anche se non le ho inventate io, sono stato il primo a promuovere e disseminare largamente le icone: così ho facilitato l’accesso di milioni di persone ai computer.”
Obietto:
“I computer dovrebbero servire a eseguire compiti complessi. Le icone sono spesso mal definite e chi le usa spesso non si rende conto di quanto sta facendo, né quali funzioni sta evocando. Da millenni la scrittura cinese usa icone – non decine, ma molte migliaia di ideogrammi. Permette a popoli che parlano lingue diverse di comunicare per iscritto ogni concetto che si possa esprimere in qualsiasi lingua. Ma gli ideogrammi sono ardui da imparare. Un cinese riesce a leggere e scrivere solo dopo 5 anni di studio: ai ragazzi occidentali bastano settimane. I simboli alfa-numerici sono univoci, potenti tanto da fornire uno strumento ineguagliabile per il progresso di matematica e logica. Usare le icone allontana dalla abilità di redigere programmi di computer (coding). Per molti versi è stato un regresso – connaturato ai tuoi computer.
Jobs ricorderebbe la sua dichiarazione:
"Credo che i giorni migliori di Apple siano davanti a noi” - e aggiunge: “Usare i computer dovrà essere sempre più facile. Dovranno parlare la nostra lingua e capire le nostre espressioni e i nostri gesti. Io non sono arrivato a tanto: lo faranno i miei successori seguendo la strada che ho segnato.”
Rispondo:
“Ipersemplificare è irrazionale e porta danni. Di innovazioni creative c’è bisogno – in particolare di sistemi operativi che permettano di rendere trasparenti i controlli computerizzati di grandi sistemi tecnologici. Le decisioni prese da complessi programmi di controllo non devono essere attuate, senza che operatori e utenti ne capiscano motivi e meccanismi. È vitale che gli operatori addestrati capiscano la genesi delle elaborazioni e dispongano di diagnosi dell’intera catena: segnali dall’ambiente e dalle macchine controllate, canali di comunicazione, processi di elaborazione. Agli Apple e ai Mac manca proprio la trasparenza. Tanti PC sono stati usati per controllare processi (anche nelle missioni lunari), ma non Apple e Mac. Non dico che la cultura informatica si acquisti imparando a usare i programmi di Office fino a conseguire l’ECDL (European Computer Driving Licence). Occorre imparare: matematica avanzata, scienze, computer science e cultura generale (economia, psicologia, storia del pensiero, biologia, nanotecnologie, etc.)
Jobs urla [lo fa spesso]:
“Ma, insomma, non ti piace quel che ho fatto?”
Lo correggo:
“Mi piacciono molte cose. Se nel 1976 tu non avessi prodotto Apple II, non avresti stimolato tanti a emularti [non sempre lo hanno fatto bene, ad esempio tirando fuori codici nuovi e costringendo i clienti a buttare i programmi vecchi e ricomprare tutto]. Come dicevo, il tuo pezzo migliore è iPad: grazie di aver previsto oltre al tocco delle dita, anche la tastiera, l’ho presa subito.”

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