le strategie decise per la crescita. Il documento riportato dai giornali è
triste. Propone alcuni interventi quasi tutti deboli, marginali -- e vaghi.
Anche i governi precedenti hanno mancato tragicamente. Molti anni fa smisero
di prospettare piani energetici e di parlare di programmazione economica.
Ora,almeno,avrebbero dovuto leggere le statistiche - e ragionare - per
capire che la prosperità viene conseguita da chi studia, pensa, innova. Non
lo hanno fatto.
Mi aspettavo di meglio dai professori.
Continuiamo a ragionare, ma mi fa sì disperare chi parla di evitare le frane
(CERTO vitande!) ne non di usare il cervello per capire, studiare,
inventare e - come "by product" -- vantaggio collaterale -- diventare più
ricchi.
Grazie se disseminate queste mie prediche --- inutili? (come quelle di Luigi
Einaudi - se mi si permette di confrontare le mie piccole parole a quelle
sue, spesso più grandi)
Combattiamo
Roberto
Senza
ricerca e sviluppo: crescita non credibile, di
Roberto Vacca, 25/8/2012.
Sembrano vecchie di cent’anni le decisioni raggiunte dal Consiglio dei
Ministri del 24 agosto 2012. L’obiettivo principale era la crescita economica,
però, i documenti finali non menzionano nemmeno ricerca scientifica e sviluppo
tecnologico, sebbene le statistiche degli ultimi decenni mostrino che cresce di
più il Prodotto Interno Lordo dei paesi più innovativi.
Questa dipendenza è confermata dalla tabella seguente che riporta per
il 2011 la crescita % del prodotto interno per l’Italia (che sta al 15° posto)
e per i 5 Paesi europei in testa alla classifica dell’innovazione in termini di
lauree, ricerca scientifica, investimenti pubblici e privati in ricerca e
sviluppo, brevetti, percentuale di piccole e medie imprese innovative, bilancia
tecnologica, etc.
Paese
|
Svezia
|
Germania
|
Finlandia
|
Francia
|
Danimarca
|
Italia
|
Crescita %
PIL 2011
|
3,9
|
3
|
2,7
|
1,7
|
0,8
|
0,4
|
Crescita % PIL 2011 per i 5 Paesi europei più innovatori
e per Italia
Fonte: Eurostat
Le antiquate strategie annunciate dal Consiglio dei Ministri riguardano
interventi in: opere pubbliche, semplificazioni per la creazione di nuove
aziende, valorizzazione di siti archeologici, protezione dalle frane, rispetto
delle regole, lotta contro corruzione ed evasione fiscale, miglioramento dei
rapporti fra pubblico e privato, nuove regole per la valutazione dei docenti,
assunzione di 12.000 docenti per le scuole medie e superiori. Anche questi sono
obiettivi meritevoli di attenzione, anche se alcuni sono un po’ vaghi. Ad essi
è stata rivolta in passato qualche
attenzione che manca, invece, alla scienza e alla tecnologia.
Propongo al Governo la lettura di quanto scrivevo su queste pagine
virtuali il 9 Maggio u.s.
“In Italia gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo sono lo 0,54
% del PIL (nel 2010 era 0,58 %) che corrisponde allo 0,71 della media europea;
quelli privati sono lo 0,71 % del PIL (nel 2010 erano 0,65 %) che corrisponde
allo 0,57 della media europea. Questo divario dura da 30 anni. Non è solo
questione di investimenti, ma di cultura media. La percentuale della
popolazione che ha completato l’educazione terziaria è in Italia il 20%. La
media europea è 33 %, Danimarca e Norvegia 47%, Svezia e Finlandia 45%, Francia
e UK 43 %, Irlanda 49 %. A livello più basso dell’Italia sono solo: Macedonia,
Malta, Romania e Turchia.
L’Italia è, dunque, carente nei livelli di istruzione. Negli investimenti in ricerca scientifica e
sviluppo tecnologico sta poco sopra la metà della media europea - particolarmente
nel settore privato.”
Attendiamo che il Consiglio dei Ministri rimedi all’omissione e
definisca strategie urgenti ed efficaci. Agli industriali italiani poco
innovativi, diciamo: “Senza innovazione
energica e sapiente – non sopravviverete.”
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