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Friday, October 5, 2012

Guerra nel paese islamico: media vincolati a dare visioni "compatibili"

Ho l'impressione che i media abbiano difficoltà a capire e spiegare il mondo islamico soprattutto perche sono vincolati a dare visioni "compatibili" con la visione degli "stati canaglia", con gli impegni con i servizi segreti di molti paesi, con l'autocensura di dover passare gli "esami" da parte di finanziatori e consigli di amministrazione. Cosi quello che viene fornita è una visione "addomesticata" dove tutto si riassume in una lotta dove i buoni e i cattivi sono bene identificati e le guerre fratricide all'interno delle tribu confondibili con eroici atti di liberazione.

Monday, June 11, 2012

DIARIO SUI ROBOT DI FUKUSHIMA – Roberto Vacca, 10 Giugno 2012.


Allego un estratto che ho preso dai diari di un responsabile dei robot
usati a Fukushina dopo il disastro. Il diario è stato ritirato da Web da
qualche mese.
È una lettura drammatica.
Avevo reperito il diario in rete già molti mesi fa e, a quel tempo, avevo
proposto di scrivere un articolo a vari giornali (IlSole24Ore, La Stampa, Il
Mattino) - ma non lo ritennero interessante.
Purtroppo questo documento è sempre attuale - ma i mezzi di comunicazione di
massa continuano a pubblicare altre cose, concentrandosi spesso su
dibattiti di parole, su eventi volatili e su persone note ma non molto
interessanti.
Mi scuso del ritardo con cui lo diffondo. Credo di aver fatto bene a
diffondere i miei scritti mandandoli direttamente agli amici.
Best
Roberto 

DIARIO SUI ROBOT DI FUKUSHIMA – Roberto Vacca, 10 Giugno 2012.
A monte del disastro della centrale nucleare di Fukushima dell’11 Marzo 2011, erano mancate difese adeguate. La rete elettrica giapponese era divisa in due parti a frequenze diverse (50 Hz e 60Hz) fra le quali un convertitore di frequenza poteva (e può) trasmettere solo l’uno per cento della potenza generata. La scelta della località della centrale era stata disastrosa: pericolo di tsunami di 40 metri un paio di volte al secolo e difese contro il mare del tutto inadeguate. Avvenuto il disastro, i tecnici non potevano entrare nelle centrali per non subire gli effetti di radiazioni nucleari pericolose. Si poteva rimediare facendo entrare nei fabbricati robot radiocomandati muniti di telecamere. Quelli giapponesi, però, avevano telecamere inadatte a funzionare in presenza di radiazioni.
Una settimana dopo il maremoto, il costruttore americano iRobot mise gratuitamente a disposizione due piccoli robot Packbot e due più grandi robot Warrior 710 muniti anche di braccia meccaniche per rimuovere detriti e rottami e manipolare oggetti. I tecnici giapponesi dovettero essere addestrati a usarli. L’impiego pratico potè iniziare solo un mese dopo il disastro. I robot erano muniti di 5 telecamere di cui una a raggi infrarossi, di un dosimetro, un analizzatore di particelle e uno dei tassi di ossigeno, idrogeno e gas organici. Ogni robot ha un ricevitore GPS in modo che la sua posizione viene determinata esattamente quando è all’esterno. Dentro i fabbricati, la posizione viene calcolata o stimata dalle immagini delle telecamere.
Le difficoltà incontrate erano documentate (tra aprile e luglio 2011) dal diario di un operatore giapponese, noto solo con le sue iniziali S.H. I diari erano intitolati “Dico tutto quel che voglio”. Le note di S.H. sono state scaricate da Web (prima che fossero cancellate) da un redattore del mensile SPECTRUM dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers [e.guizzo@ieee.org].. Ne risultano situazioni gravi e critiche. S.H. racconta che dopo una lunga operazione in cui aveva dovuto avvicinarsi molto al robot (data la scarsa portata della connessione radio) l’allarme del dosimetro che misurava il livello di radiazioni che aveva assorbito cominciò a suonare. Il suo supervisore gli disse che il dosimetro era difettoso e che continuasse a lavorare.
I robot americani con telecamera entrarono nel fabbricato della centrale N°1 il 3 giugno (84 giorni dopo il terremoto).
Due diverse aziende, sotto contratto con la TEPCO (Tokyo Electric Power Company, proprietaria della centrale) gestivano un robot ciascuna. A metà maggio S.H. riferisce: “Continuiamo l’addestramento. È disagevole manovrare i robot attraverso le porte doppie, sui pianerottoli e poi farli salire ai piani superiori mandandoli in retromarcia. Lo stress di nopi operatorio è notevole.”
“Il 19 maggio la Prefettura di Fukushima ordina di interrompere le operazioni. Il morale degli operatori è a zero. Ci occupiamo con qualche lavoro di manutenzione non urgenti e ci accorgiamo che i robot presentano già segni di usura, sebbene siano robusti modelli militari.”
“30 Maggio – stamattina ho trovato il bagno occupato da uno sconosciuto ubriaco che si era addormentato per terra.”
31 maggio – Tre operatori hanno completato l’addestramento con i robot. Principalmente hanno imparato a farli andare su e giù per le scale. Se c’è bisogno di noi potremo andare a fare il nostro lavoro ovunque nel mondo.
“1 Giugno – ho letto le dichiarazioni ufficiali del governo. Mi pare che sottovalutino la gravità della situazione.”
“3 Giugno – I robot sono entrati nel reattore N°1. Abbiamo usato telecamere e controllo radio. Il livello delle radiazioni è di 60 milliSievert/ora, ma ho trovato un punto caldo in cui raggiungeva 4 Sievert/ora.”  I cingoli dei robot slittano  sui pavimenti e incontrano difficoltà con gli ammassi di detriti.
“15 Giugno – Usiamo Ethernet per le comunicazioni e abbiamo collegato un cavo per LAN (Local Area Network). Il robot ne ha steso 45 metri. Poi ci siamo fermati perché il cavo non ha un riavvolgitore automatico
“16 Giugno – comincio a usare i robot grandi Warrior che possono sollevare anche 250 kg.”
“19 giugno – molti operatori dovevano avere un giorno di riposo o sottoporsi a test medici, ma un funzionario governativo ha deciso che non c’era tempo per queste cose e che dovevano avere un altro giorno di addestramento.
“20 giugno – problemi con la stabilità dei robot Warrior: l’aderenza è diversa nel cingolo destro e in quello sinistro, occorre molta cura perché sulle scale non ruotino su se stessi
“23 giugno – usiamo i PackBot in un’area ove è alto il livello delle radiazioni. Un primo robot trasmette i segnali via radio al secondo che è connesso con noi via Ethernet. Il cavo Ethernet è segnalato con coni bianchi e rossi, ma la direzione ha mandato un camion da 4 tonnellate che ha rimosso i coni ed è passato varie volte  sul cavo  che per fortuna non si è rotto – se si fosse rotto i due robot sarebbero rimasti inutilizzati nell’area ad alte radiazioni.
Solo dopo il 23 Giugno arrivarono alcuni moderni robot giapponesi Quince. Erano modelli in cui i circuiti integrati erano vulnerabili alle radiazioni e avevano dovuto essere schermati opportunamente. Nell’ottobre 2011 uno di questi tranciò il proprio cavo e dovette essere abbandonato. I Quince, come i Warrior, sono progettati per uso in caso di disastri, ma nessuno di questi è adatto a trasportare feriti o disabilitati.
“3 luglio 2011 – i Packbot hanno misurato le radiazioni al primo piano del reattore N°3 che era stato decontaminato ieri dai robot Warrior. I livelli di radiazione sono diminuiti del 10%. In alcuni punti il livello è di 80 Sv/h.

Come si vede, la preparazione all’emergenza era inadeguata a Fukushima. La Gestione Totale della Qualità (Total Quality Management) avrebbe dovuto imporre la presenza di apparati e strumenti adatti a funzionare in condizioni estreme (alte radiazioni) e di personale già addestrato.
Sul lungo termine, le strategie energetiche e i problemi di sicurezza non si risolvono con discorsi (anche se “paiono assai fondati”), né su principi ideologici, né su astratti principi di precauzione. Dobbiamo analizzare i fatti, studiare, addestrare tecnici eccellenti, finanziare ricerca e scuole avanzate.

Friday, April 13, 2012

Il giornale di domani: disoccupato privato della parola.

Con diverse giustificazioni gli amministratori di gruppi di discussione Linkedin, Facebook e ovunque bloccano e  interferiscono con le opinioni dei partecipanti. Questo comportamento è moralmente e legalmente corretto? Non sono un esperto di faccende legali, uso solo la logica, queste le mie riflessioni in proposito.

I diritti di chi partecipa ad una discussione sono sovrani e nel caso di contrapposizione con regole del fornitore ( LinkedIn, Facebook, ..) o dei  "proprietari" o amministratori dei gruppi sono i diritti dei partecipanti alla discussione a valere.
La funzione degli "amministratori"  è quella di impedire che una discussione venga volutamente danneggiata o disturbata  da chiunque  (spam) .
L'estensione di questa funzione a compiti di censura è un abuso.
L'amministratore potrebbe sollevare il problema di coerenza con la sua impostazione della discussione, ma è evidente che un momento dopo che la discussione è stata creata da un punto di vista legale l'amministratore del gruppo vale come chunque altro e qualsiasi sua azione volta a discriminare diventa immediatamente una violazione della liberta di espressione.
Le parole "amministratore" o "proprietario" della discussione  sono legalmente prive di significato  perche non sono mai state ratificate da nessun organo legislativo.
"Amministratore" o "proprietario" di un gruppo possono solo significare qualcuno che tecnicamente fa in modo che una discussione funzioni.
Per esempio se vale la giurisdizione Italiana chi gestisce o amministra un un gruppo deve rispettarne la legge  con la relativa Costituzione e i suoi dettami in termini di liberta di espressione.
Il fatto che chi partecipa ad una discussione lo fa "gratuitamente" è irrilevante perche chi fornisce i servizi ( Linkeidn, Facebook) in realta ottiene il suo principale introito aziendale proprio dalla partecipazione dei partecipanti che quindi sono utenti, paganti che devono essere tutelati nel rispetto dei loro diritti.
Ci vorrà del tempo prima che queste coscienze si propaghino e prima che il sistema legale si adegui ma è ragionevole pensare che succedera.
Se nella amministrazione di un gruppo la "censura" viene applicata per favorire persone o aziende allora secondo me si potrebbero  configurare altri reati quale il favoreggiamento, l'estorsione, eccetera.
Comportamenti sbagliati di amministratori posono danneggiare privati e aziende, danni di cui potrebbero dover rispondere, basti pensare al caso di un disoccupato che viene "censurato" nella sua ricerca di nuova occupazione e che quindi ne subisce consegnuenze di danno economico, psicologico, e anche fisico se dovesse arrivare a soluzioni finali.


Thursday, December 29, 2011

Mentre negli USA infuria la guerra per la liberta di INTERNET che potrebbe avere conseguenze durissime per tutti, in Italia I media CENSURANO la notizia

SOPA: Endgame Is Total Internet Censorship – WNYTruthers.org
Negli USA una nuova legge autorizza il gli organi di controllo a decretare in modo autoritario e senza nessun processo l'eliminazione di una notizia o di un sito Web. Tutto questo senza coninvolgere gliorgani giudiziari.
Nel mese di dicembre su questo tema il dibattimento è stato molto aspro e molto popolare con un numero rivelante di notizie apparse sulla stampa, Internet o la TV.
IN ITALIA IL SILENZIO E ASSOLUTO! I media italiani non danno nessuna notizia in proposito.

Saturday, April 16, 2011

"Gli è necessario essere tanto prudente che sappi fuggire l’infamia di quelli vizii che li torrebbano lo stato?" N. Machiavelli, Il Principe, cap. XV

Forse è un mio difetto discutere sempre su tutto, puntualizzare, sottilizzare fare polemica un po esagero e me ne scuso, ma rimango fedele alla convinzione di dire pane al pane e non drogarsi con informazioni ammorbidite.
Da sempre ho avuto l'impressione che se gli italiani dovessero fare una Hit Parade delle cose che piacciono di piu non metterebbero la verità al primo posto.
Forse questo discende dalla nostra storia di un popolo quasi sempre diviso e sottoposto e umiliato da tiranni stranieri o nostrani. La politica di marca italiana mai sembra voler dare al popolo la liberta di conoscere considerandolo piu un gregge da spostare che cittadini da far crescere. Di esempi ce ne sono dovunque forse a partire dagli anni di Cavour, ma gia Machiavelli diceva :

""N. Machiavelli, Il Principe, cap. XV

Resta ora a vedere quali debbano essere e modi e governi di uno principe con sudditi o con li amici. E perché io so che molti di questo hanno scritto, dubito, scrivendone ancora io, non essere tenuto prosuntuoso, partendomi, massime nel disputare questa materia, dalli ordini delli altri. Ma sendo l’intento mio scrivere cosa utile a chi la intende, mi è parso piú conveniente andare drieto alla verità effettuale della cosa che alla imaginazione di essa. E molti si sono imaginati republiche e principati che non si sono mai visti né conosciuti essere in vero. Perché egli è tanto discosto da come si vive a come si doverrebbe vivere, che colui che lascia quello che si doverrebbe fare impara piú tosto la ruina che la perservazione sua: perché uno uomo che voglia fare in tutte le parte professione di buono, conviene ruini infra tanti che non sono buoni. Onde è necessario a uno principe, volendosi mantenere, imparare a potere essere non buono, e usarlo e non l’usare secondo la necessità.
Lasciando adunque indrieto le cose circa uno principe imaginate, e discorrendo quelle che sono vere, dico che tutti gli uomini, quando se ne parla, e massime e principi per essere posti piú alti, sono notati di alcune di queste qualità che arrecano loro o biasimo lo laude. E questo è che alcuno è tenuto liberale, alcuno misero (usando un termine toscano, perché avaro in nostra lingua è ancora colui che per rapina desidera di avere, misero chiamiamo noi quello che si astiene troppo di usare il suo); alcuno è tenuto donatore, alcuno rapace; alcuno crudele, alcuno pietoso; l’uno fedifrago, l’altro fedele; l’uno effeminato e pusillanime, l’altro feroce e animoso; l’uno umano, l’altro superbo; l’uno lascivo, l’altro casto; l’uno intero, l’altro astuto; l’uno duro, l’altro facile; l’uno grave, l’altro leggieri; l’uno religioso, l’altro incredulo, e simili.
E io so che ciascuno confesserà che sarebbe laudabilissima cosa in uno principe trovarsi, di tutte le soprascritte qualità, quelle che sono tenute buone; ma perché le non si possono avere né interamente osservare, per le condizioni umane che non lo consentono, gli è necessario essere tanto prudente che sappi fuggire l’infamia di quelli vizii che li torrebbano lo stato, e da quelli che non gnene tolgano guardarsi se gli è possibile; ma, non possendo, vi si può con meno respetto lasciare andare. Et etiam non si curi di incorrere nella infamia di quelli vizii sanza quali e’ possa difficilmente salvare lo stato; perché, se si considerrà bene tutto, si troverrà qualche cosa che parrà virtú, e seguendola sarebbe la ruina sua, e qualcuna altra che parrà vizio, e seguendola ne riesce la securtà e il bene essere suo."

Ma tornando a fatti più recenti il fascismo ha cementato una Italia nata sulla menzogna, sostituito la verità con le velleità dei politici.
Il fascismo ha educato generazioni di italiani a non cercare mai dentro le cose per paura di trovare realtà imbarazzanti e scomode.
Nei tempi contemporanei non ci vuole molto a riconoscere per esempio nelle omertà dello stato coperte dal "Segreto" dai segreti sulle stragi a quello sulle trattative sulla mafia altri casi in cui la gente è stata tagliata fuori dalla possibilità di sapere.
Neanche provo ad accennare alla droga di stato marcata “la crisi è solo psicologica”
Questa Italia che ha come catechismo giornalistico non scritto “mai cattive notizie nel weekend o prima delle ferie e se proprio bisogna darla tassativa una contemporanea cattiva notizia di qualcun altro” per non urtare le lobbies degli albergatori e simili è una Italia di cittadini sotto tutela come chi soffre di inabilità mentale.
Ma il tema che mi preme è: questo popolo italiano preferisce sapere la realtà cruda per aver modo di affrontarla adeguatamente oppure preferisce illudersi bevendosi dolci statistiche mai confermate, posizioni di supremazia inesistenti, garanzie di rivalsa sui mercati senza fondamento?
Non voglio dare risposte a questo quesito ognuno ragioni da sé

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