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Friday, April 13, 2012

Il giornale di domani: disoccupato privato della parola.

Con diverse giustificazioni gli amministratori di gruppi di discussione Linkedin, Facebook e ovunque bloccano e  interferiscono con le opinioni dei partecipanti. Questo comportamento è moralmente e legalmente corretto? Non sono un esperto di faccende legali, uso solo la logica, queste le mie riflessioni in proposito.

I diritti di chi partecipa ad una discussione sono sovrani e nel caso di contrapposizione con regole del fornitore ( LinkedIn, Facebook, ..) o dei  "proprietari" o amministratori dei gruppi sono i diritti dei partecipanti alla discussione a valere.
La funzione degli "amministratori"  è quella di impedire che una discussione venga volutamente danneggiata o disturbata  da chiunque  (spam) .
L'estensione di questa funzione a compiti di censura è un abuso.
L'amministratore potrebbe sollevare il problema di coerenza con la sua impostazione della discussione, ma è evidente che un momento dopo che la discussione è stata creata da un punto di vista legale l'amministratore del gruppo vale come chunque altro e qualsiasi sua azione volta a discriminare diventa immediatamente una violazione della liberta di espressione.
Le parole "amministratore" o "proprietario" della discussione  sono legalmente prive di significato  perche non sono mai state ratificate da nessun organo legislativo.
"Amministratore" o "proprietario" di un gruppo possono solo significare qualcuno che tecnicamente fa in modo che una discussione funzioni.
Per esempio se vale la giurisdizione Italiana chi gestisce o amministra un un gruppo deve rispettarne la legge  con la relativa Costituzione e i suoi dettami in termini di liberta di espressione.
Il fatto che chi partecipa ad una discussione lo fa "gratuitamente" è irrilevante perche chi fornisce i servizi ( Linkeidn, Facebook) in realta ottiene il suo principale introito aziendale proprio dalla partecipazione dei partecipanti che quindi sono utenti, paganti che devono essere tutelati nel rispetto dei loro diritti.
Ci vorrà del tempo prima che queste coscienze si propaghino e prima che il sistema legale si adegui ma è ragionevole pensare che succedera.
Se nella amministrazione di un gruppo la "censura" viene applicata per favorire persone o aziende allora secondo me si potrebbero  configurare altri reati quale il favoreggiamento, l'estorsione, eccetera.
Comportamenti sbagliati di amministratori posono danneggiare privati e aziende, danni di cui potrebbero dover rispondere, basti pensare al caso di un disoccupato che viene "censurato" nella sua ricerca di nuova occupazione e che quindi ne subisce consegnuenze di danno economico, psicologico, e anche fisico se dovesse arrivare a soluzioni finali.


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