Posted 13 december 2012
Gli eventi che sono appena accaduti in Libya con l'assassinio dell'ambasciatore USA dovrebbero indurre in profonde riflessioni il mondo occidentale.
La colpa centrale dell'occidente nel comunicare con culture diverse è quella dell'ignoranza colpevole che ad una analisi chiara e trasparente continua volere opporre analisi interessate cercando di convincere chi la pensi diversamente.
L'occidente e l'Islam una convivenza che presenta ambiguità mai sopite. Prendere posizione nelle vicende culturali coinvolte secondo me dovrebbe essere fatto con estrema cautela da parte degli occidentali. Prendendo in esame per esempio i vincoli che la cultura popolare islamica (e non l'ISLAM) impone nel campo del sesso e delle donne non si può giudicare partendo da principi occidentali. Per gli occidentali la parità di diritti, il riconoscimento della libertà di opinione, la libertà sessuale sono argomenti scontatil. ORA!.
Era lo stesso 50 anni fa? ci siamo scordati che noi siamo il paese che ha tollerato per secoli un'omicidio mascherato e giustificato da ragioni del cosiddetto "onore".
Ora consideriamo il caso non raro di un islamico che uccide la figlia perchè non segue le direttive del Corano. Ho spesso sentito il facile giudizio "Il Corano" non lo dice! Questa considerazione è perfettamente inutile perche il popolo si muove secondo le credenze popolari giuste o sbagliate che siano essattamente come un marito siciliano tradito pensava di avere il "dovere" di uccidere la moglie e l'amante. Un uomo Islamico, pur essendo una persona del tutto "giusta" secondo le sue convinzioni, si puo trovare nella situazione in cui ritiene in base a credenze radicate nella cultura di avere il dovere di punire la figlia. Mi chiedo se in questo caso quello che avviene sia solo espressione di una ferocia o se invece ci siano nella sua coscienza ragioni che si combattono tra divenire un "omicida" e di diventare un empio nella sua credenza.
Riguardo alla situazione in Libia va soprattutto sottolineato che non si può fare affidamento a fonti di informazioni ufficiali perchè gli interessi economici in atto sono cosi giganteschi che dominano assolutamente le opinioni che i media esprimono.
La Libia che dal 1967 era dominata da un dittatore che ha avuto relazioni alterne con gli USA. Negli ultimi 10 anni almeno l'occidente spesso aveva osannato il dittatore offrendogli manforte, inutile ricordare dettagli, una per tutte la scena del bacio che tutti ricordiamo.
L'attacco alla Libia è stato un atto imperialista e ingiustificato che nasconde innumrevoli inghippi che mai finiremo di scoprire in cui i servizi segreti di molti paesi, compreso l'Italia, hanno abbondantemente messo mano.
L'uccisione del dittatore Gheddafi è stato un atto bestiale concesso concesso in pagamento dei favori pattuiti ai nuovi despoti. In Libya non c'è stata nessuna primavera come dimostra la situazione attuale di spaccatura del paese l'occidente ha solo alimentato la preopotenza e l'ingordigia della parte avversa.
In questo scenario si può essere stupiti delle tensioni e delle esplosioni di violenza che hanno insaguinato giorni fa un pezzo degli USA in Libya.
E' stata Al Qaeda? ma davvero qualcuno si vuole fare questa domanda? La Libya prima dell'arrivo della guerra di un anno fa era un paese popolato di artigiani, agricoltori, commercianti che l'unica cosa che sapeva delle armi era che non le avevano mai viste.
Un anno di guerra terribile fomentata da servizi segreti di varie nazioni hanno trasformato una pacifica popolazione in un terribile e sanguinario esercito.
Ora le conseguenze le pagheremo tutti.
Search This Blog
Showing posts with label US. Show all posts
Showing posts with label US. Show all posts
Monday, May 19, 2014
Monday, February 13, 2012
SYRIA: the running civil war : A dissident and former political prisoner, echoing suspicions about U.S. intentions, called the proposal "insulting." In his view, the U.S. was hypocritical about its support of democracy in the region and was looking for "tools" rather than partners
C O N F I D E N T I A L DAMASCUS 000760 SIPDIS SIPDIS PARIS FOR ZEYA; LONDON FOR TSOU E.O. 12958: DECL: 10/12/2015
TAGS: PGOV PREL KDEM SY
SUBJECT: MORE ON USG FUNDING OF SYRIAN OPPOSITION
REF: DAMASCUS 0701
Classified By: Charge d'Affaires Stephen A. Seche, per 1.4 b,d. .
(C) Summary: The USG's Syrian Democracy Announcement continues to provoke conflicting views here among the opposition and other political figures. Reftel reported on an initial sounding that produced primarily negative views. A second look at the issue has prompted a more nuanced set of reactions. Some have welcomed the initiative, saying that it sends the message that the U.S. supports the opposition and will not make any "deal" with the Asad regime; however, they still questioned whether the funding would reach sincere regime opponents. One contact desccribed the initial negative reaction among the opposition as overblown, "but typical." Several contacts offered the outlines of funding proposals or broader suggestions about ways in which the U.S. could use modest funding to support civil society and democratic development in Syria. One prominent dissident and former political prisoner, echoing lingering suspicions about U.S. intentions, called the proposal "insulting." In his view, the U.S. was hypocritical about its support of democracy in the region and was looking for "tools" rather than partners. There has been little or no public support expressed for the funding. End Summary.
TAGS: PGOV PREL KDEM SY
SUBJECT: MORE ON USG FUNDING OF SYRIAN OPPOSITION
REF: DAMASCUS 0701
Classified By: Charge d'Affaires Stephen A. Seche, per 1.4 b,d. .
(C) Summary: The USG's Syrian Democracy Announcement continues to provoke conflicting views here among the opposition and other political figures. Reftel reported on an initial sounding that produced primarily negative views. A second look at the issue has prompted a more nuanced set of reactions. Some have welcomed the initiative, saying that it sends the message that the U.S. supports the opposition and will not make any "deal" with the Asad regime; however, they still questioned whether the funding would reach sincere regime opponents. One contact desccribed the initial negative reaction among the opposition as overblown, "but typical." Several contacts offered the outlines of funding proposals or broader suggestions about ways in which the U.S. could use modest funding to support civil society and democratic development in Syria. One prominent dissident and former political prisoner, echoing lingering suspicions about U.S. intentions, called the proposal "insulting." In his view, the U.S. was hypocritical about its support of democracy in the region and was looking for "tools" rather than partners. There has been little or no public support expressed for the funding. End Summary.
Subscribe to:
Posts (Atom)