Premetto che io vedo tutto quanto riporto in
seguito in qualche modo alla luce dell’IO-Universo come possibile futura
interpretazione ma non allo stato attuale della scienza.
Torno alla
rigorosa visione della scienza ufficiale in particolare della Meccanica
Quantistica (MQ) e alla mie critiche sulle interpretazioni che ritengo
veramente incredibili anche se provengono dalle migliori menti del mondo.
Gli esperimenti
della MQ già all’inizio del 1900 avevano fornito risultati che i grandi fisici
avevano ritenuto sconvolgenti. In particolare i risultati sembravano indicare
che fosse impossibile fare misure precise di tutti i dati relativi
all’esperimento e anzi sembrava che il tentativo di indagare più
approfonditamente disturbasse gli esperimenti rendendone impossibile una
analisi che non fosse inquinata dalle operazioni di misura.
Adesso su questo
aspetto voglio sottolineare come attualmente ci si possono effettivamente
trovare trattazioni degli esperimenti che tendono ad avvalorare la tesi che la
misura fatta per avere maggiori informazioni “disturbi” l’esperimento e questo
è stata la prima interpretazione dei fisici quantistici nei primi 50 anni del
1900.
Online anche
adesso si trova un numero estremamente considerevole di trattazioni alcune
delle quali redatte o riviste non molti anni fa che tendono a validare
l’ipotesi del “disturbo” e questo mi risulta sconvolgente. Leggo spesso su
internet giustificare il cambiamento di stato in ambito quantistico come
effetto del risultato di “leggere” l’informazione e in particolare “per
indagare dovremo usare la luce che essendo composta di fotoni in qualche modo
urta le particelle oggetto dell’esperimento facendone mutare la situazione.
Io credo che
questa interpretazione sia superata e che almeno dal 1930 e che si sia capito
che in realtà non è cosi perche l’alterazione della situazione in seguito alla
misura avviene anche in casi in cui grazie a sofisticati stratagemmi fisici è
impossibile che si generi qualsiasi “disturbo” materiale alla particella in
esame. Gli esperimenti di Mandel sono eseguiti duplicando due raggi e quindi
agendo solo sulla seconda copia. Anche in questo caso si è visto che una misura
fatta sulla copia di un raggio di fotoni o elettroni modifica lo stato della
particella originale. I fisici allora hanno dedotto che “la conoscenza modifica
lo stato quantico” e in particolare addebitano alla coscienza la capacita di
operate il mutamento.
Adesso questa
interpretazione stride col buon senso e i fisici si sono rifugiati in modelli
matematici cosi complessi che sembra che spieghino come avviene.
Io pero dico che
introdurre di punto in bianco la capacità della coscienza dell’operatore di
cambiare la realtà fisica mi sembra disomogenea rispetto al completo castello
logico della fisica.
Per esempio mi
chiedo quando si dice che “non è possibile conoscere tutti i valori
osservabili” si parla in via impersonale ma invece per conoscere qualcosa è
necessario che ci sia una persona. Osservare un valore significa solo misurarlo
o leggerlo? Solo leggerlo o capirlo? ed è condizionato a qualsiasi umano?
Giusto per fare chiarezza la mia visione di
IO-Universo ipotizza che misurata una particella in punto X1 a un certo tempo
T1 e in un punto X2 ad un certo tempo T2 non esiste una modalità per definire
una traiettoria del corpo che congiunge i due punti ( cioè la linea di
esistenza di un corpo)
Secondo l’IO-Universo l’unica colla che unisce due
punti del tempo spazio è la coscienza dell’operatore.
In questo ambito ipotizzare la funzione “coscienza
dell’operatore” come entità in grado di stabilire cosa è la realtà secondo me ha
un senso perche è inquadrata in ambito generale.
Ipotizzare che
nella fisica ufficiale tutta basata sulla oggettività degli esperimenti si
possa inserire la coscienza in un modo assolutamente parziale mi pare veramente
non consono.
Quello che voglio
dire è che il cambiamento indotto della misura dovrebbe prima essere
interpretato tentando di restare in un ottica di oggettività per esempio
immaginando uno spazio “collassato” sulla traiettoria di una particella e
quindi che non abbia altra dimensioni e magari ipotizzando che il nostro
modello di realtà tridimensionale possa avere delle limitazioni trattando
esperimenti di meccanica quantica. Questo forse non sconvolgerebbe la fisica
cosi profondamente.
Solo dopo aver
verificato che mantenendo la fisica come realtà oggettiva le cose non si
aggiustano si potrebbe provare ad introdurre il ruolo della coscienza ma con
l’avvertenza che in questo modo l’intera visione della vita e dell’universo ne
rimarrebbe sconvolta ( e quest’ultimo
caso potrebbe essere l’ipotesi dell’IO-Universo).