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Thursday, February 17, 2011

I limiti dello sviluppo 35 anni dopo - Crisis

I limiti dello sviluppo 35 anni dopo - Crisis


Se il Club di Roma ha avuto qualche merito, questo è stato  il fatto di essersi ribellato, per primo, alla suicida ignoranza della condizione umana"
Aurelio Peccei
Non so se esiste un inferno, ma se esiste stanno preparando una bella graticola king size per coloro che hanno scientemente mantenuto la stragrande maggioranza della popolazione (comprese le sedicenti classi intellettuali) in una  ignoranza non solo suicida ma anche omicida (vi ricordate, vero? "the american way of living is not negotiable").
Possiamo solo chinare la testa davanti a questi scienziati che hannocombattuto per decenni, con stile e pacatezza, una defatigante battaglia, non solo per far prevalere le loro idee e modelli, ma per difendersi da mille e mille infamie lazzi e maldicenze varie. 
Chinare la testa ed offrire il nostro tributo personale buttando almeno un occhio su questo libriccino del 1972.
Chapeau, Mr Randers, Mrs e Mr Meadows (io e Deb abbiamo avuto l'onore di incontrare  D. Meadows nel 2006, ancora brillante, audace e lucidissimo come e piu' di 35 anni or sono).

Che fine ha fatto il rapporto "I limiti dello sviluppo" che piazzava in questi anni l'inizio di problemi globali ?

 Cerco di realizzare i progetti col valore aggiunto delle persone con cui ho  modo di scambiare idee e opinioni. E sono pronto proporre argomenti e soluzioni che non lascino spazio a irrazionalità e che vedano soluzioni inesplorate. Qualche giorno fa ho avuto modo di scrivere ad uno scienziato vero, l'unico che ogni tanto scambia qualche parola e mi invia suoi scritti . Ho scritto che pare che improvvisamente l'italia che fino ad ora era fatta da santi, poeti e navigatori improvvisamente sembra riempirsi di fondatori di movimenti politici e di innovatori.
C'è una cosa che mi preoccupa il mondo che pure ha sviluppato grandi metodologie non sembra essere riuscito a prevedere per tempo che il 2000 era il giro di boa. Non mi da molto affidamento seguire discipline che sono fallite nel guidare il mondo.
Il mediterraneo sta per esplodere, non l'Africa, non l'Egitto o lo Yemen : Il mediteraneo.
Era davvero imprevedibile ? E'  imprevedibile pensare che lo stesso succederà in sud est asia in un tempo non cosi lontano ? Se io posso farmi queste domande allora sicuramente teste pensanti infinitamente piu attrezzate e piu pagate potevano e dovevano farlo.
Negli anni 80 il club di Roma  si era fatto queste domande ed aveva raggiunto delle conclusioni elaborando modelli matematici. Le risposte riportate nel rapporto "I limiti dello sviluppo" aveva posto negli anni successivi al duemila una serie di gravi problemi che dovevano essere di primo interesse per chi governa il mondo.
Questo rapporto è stato dimenticato ed eliminato mi chiedo perche

SE ABBIAMO UN GOVERNO DEL BUNGA LA COLPA E' DELL'OPPOSIZIONE

Ma dove li abbiamo trovati tutti questi parlamentari pronti a vendersi per due lire ? Ma non avavamo gente che aveva orgoglio, abnegazione, spirito di sacrificio ? ma che razza di parlamentari abbiamo che mai si muovono perr ridursi i propri vantaggi o per occuparsi di dei cittadini in difficoltà!


 NO IO GENTE COSI NON LA VOGLIO! LA GENTE CHE SCOPRE DI TROVARSI IN UN PARTITO SBAGLIATO SI DIMETTE E CAMBIA LAVORO: QUESTA E L'OPPOSIZIONE CHE CHIEDO. BASTA CON UNA OPPOSIZIONE SEMPRE IN OFFERTA SPECIALE! 

Tuesday, February 15, 2011

TUTTI LO SANNO, NESSUNO NE PARLA. - Storia della ITC italiana, mediocre e divorata da un insaziabile parassita.


Storia della ITC italiana, mediocre e divorata da un insaziabile parassita.

La storia vista da me comincia con alcune lettere che avevo diligentemente dattilografato e spedito ai sei big dell’informatica presenti in Italia.
A quei tempi ero uno sparuto geometrino che sognava di poter fare una cosa per cui nessuno mi aveva preparato e neanche consigliato.
Nelle sei lettere chiedevo quanto avrei dovuto pagare per usare un computer.
Erano i tempi dove gli elaboratori erano grandi armadi e il colloquio con loro avveniva con schede perforate, l’interazione con lampadine colorate.
Io a quei tempi d’informatica non sapevo niente e non avevo un soldo per pagarmi eventuali studi ( anzi dovevo lavorare per contribuire un po’ al bilancio familiare )
Era veramente una missione impossibile e penso che chi abbia ricevuto quelle lettere dall’altra parte della barricata doveva essere stato piuttosto sorpreso visto che a quei tempi al mondo degli elaboratori ci si accedeva mediante riservatissimi e costosissimi corsi riservati ai dipendenti delle aziende. Tutti mi risposero gentilmente però e addirittura un gentile ing. Ragno del’IBM mi chiamò al numero di telefono che avevo indicato, quello dello studio dove lavoravo. Ma la chiamata arrivò con i grandi capi presenti e io praticamente non ebbi modo di avere un reale colloquio.
Questo avveniva tantissimi anni fa non c’entra niente con la storia che voglio raccontare eccetto che per stabilire l’inizio.
Gli anni successivi portarono a un piccolo progresso negli elaboratori e fu quello in cui dopo anni di linguaggio macchina finalmente arrivarono gli Assembler e poi i linguaggi di seconda generazione Fortran, Cobol, eccetera.
L’informatica italiana a quei tempi era nettamente divisa tra gestionale e scientifico due mondi divisi e contrapposti. Gli utenti al di fuori delle università erano completamente orientati sul gestionale il che significa uno stuolo di dottori commercialisti ( pochi ) moltissimi ragionieri e poi altri che in un modo o nell’altro entravano nel processo.
L’avvento dell’RPG completava la cultura informatica italiana consolidava RPG e COBOL come un assoluto standard che avrebbe resistito fino ai nostri giorni.
I sistemisti a quei tempi venivano presi dalle aziende, addestrati e poi messi in servizio, cosi come i programmatori.
Che tipo di cultura si era formata ? Una cultura limitata, un sottobosco di società che agganciavano giovani con la speranza di un buon lavoro facendo pagare poche, cattive e approssimative nozioni prezzi inenarrabili a cui i poveri neofiti si sottoponevano pagando certe volte rate per anni.
Le università a quei tempi non avevano facoltà d’informatica tranne  Pisa che costituiva il sogno difficile da raggiungere per molti.
I manager a quei tempi facevano solo i manager, non sentivano per niente il bisogno di avere una cultura specifica che delegavano.
Questa si può dire che chiude una prima fase che penso si può collocare tra la fine degli anni 70 e fino agli anni 90.
L’ingresso dei PC negli anni 80 in quantità massiva ha cambiato fortemente le cose mettendo la potenza dei PC a disposizione dei singoli come anche di piccole aziende.
L’arrivo dei PC è stato un momento di panico per molte gerarchie aziendali perche metteva a rischio monopoli consolidati e poteri estesi.
L’ingresso dei PC con costi accessibili ha permesso a molti utenti di accedere e di farsi una cultura personale e spesso passare la frontiera e diventare addetti ai lavori.
Il resto è storia dei nostri giorni.
Ora è chiaro che le cose si sono svolte senza ordine, senza supporto delle istituzioni e per tempi lunghi senza scuole pubbliche che potessero formare.
Gli Italiani non sono mai stati ( le masse ) congeniali con gli argomenti tecnico scientifici matematica e logica erano per i più un male inevitabile, l’inglese, indispensabile per gli approfondimenti, una noiosa pastoia.
Questo era il mondo del gestionale.
Il mondo dell’informatica scientifica ha un momento forte con l’arrivo delle stazioni grafiche specializzate, costosissime,sofisticate.
In questo mondo spesso erano i fornitori del prodotto  a formare gli addetti e , anche nel caso del software ed erano quasi esclusivamente aziende straniere che  imponevano costi inimmaginabili per compensare i loro esperti e i loro trainer.
Anche qui la formazione non era organica e razionale.
Abbiamo mai avuto in Italia un Bill Gates ? abbiamo avuto fornitori di CAD ? di fogli elettronici di word processor ?
Abbiamo avuto un inizio di queste cose ma poi queste piccole iniziative sono morte di inedia o sono state eliminate perche vendere un computer era più facile e remunerava molto di più.
Abbiamo mai costruito ? Abbiamo avuto un garage italiano dove qualcuno col saldatore sempre caldo ha provato a cimentarsi con l’hardware ? Non c’e mai stato niente di simile all’Hewlett Packard ma ci sono stati tentativi. Cancelliamo la storia Olivetti perche è una storia che parla di uno stato imprenditore con le relative aberrazioni.
Certo alla fine la storia è zero, nessuno ha prodotto qualcosa di assimilabile a quanto dicevo sopra. Gli italiani appassionati di elettronica molti seri e appassionati non sembra che siano riusciti a convertirsi in tempo al digitale, perche ?
Se guardiamo la storia informatica nel complesso si vede che siamo sempre stati succubi della tecnologia straniera e i motivi sono la cecità, la incapacità di innovare delle istituzioni e delle grandi aziende, la fobia antitecnologica tutta italiana specialmente a livello di chi ha avuto paura di perdere piccoli o grandi poteri, la politica gretta del sistema finanziario
Ma la storia non finisce qui:
Da decine di anni qualcuno si inserisce tra le aziende che devono realizzare commesse informatiche e chi le deve realizzare agganciando in basso spesso tre o quattro livelli di intermediazione. I forzati del notebook e della partita iva senza nessun diritto e nessuna forma di assistenza hanno lavorato per decine di anni producendo tutto ciò che in Italia usa l’ITC dalle banche alla telefonia, ai media, alle industrie praticamente ovunque.
E per tutto ciò un intermediario si è sempre  frapposto diventando monopolio, diventando mafia esattamente come succede col caporalato per gli immigrati con le debite forti differenze di compensi.
TUTTI LO SANNO, NESSUNO NE PARLA.
Dove sono gli enti preposti al controllo ? quanto è colpevole questa cecità per un sistema che di fatto ha realizzato un comportamento mafioso ?


Ora i nuovi negri possono vestire la minigonna e le catene possono essere d'oro e costare 5 milioni di euro

Ognuno puo costruirsi la sua personale realta come meglio crede, molta gente  è bravissima a mentire a se stesso e a non avere assolutamente nessun dubbio.
Ma sui principi non si buo barare : nessuno puo usare un altra persona, non ci sono padroni e non ci sono schiavi nonostante ora i nuovi negri possono vestire la minigonna e le catene possano essere d'oro e costare 5 milioni di euro. Ognuno puo pensare che non è vero che l'opinione pubblica mondiale sghignazza di un paese rappresentato da barzellette sconce. Tutto questo non autorizza nessuna strumentalizzazione il mondo sara migliore solo quando sara migliore insieme

Sunday, February 13, 2011

NUCLEO Un progetto che è esattamente l'inverso di un incubatore che funzioni come il big bang e irradi attorno la passione e la coscienza di una nuova creatività innovativa estrema.

NUCLEO
Un progetto che è esattamente l'inverso di un'incubatore che funzioni come il big bang e irradii attorno la passione e la coscienza di una nuova creatività innovativa estrema.
Qualcosa che invece di mettere i concetti attorno alle realtà ( aziende, istituzioni, comunità eccetera ) li introduca al centro di esse.
Mi piacerebbe realizzare il nucleo, un punto di attrazione magari realizzato in tempio Thailandese con i consigli e la saggezza di un maestro ( vero ) di meditazione.
Io penso che forse l'approccio al problema come un qualcosa di consolidato di cui fare una analisi, determinare i difetti e poi progettare realizzare e diffondere le soluzione non sia ottimale, e sia difficile nella fase di analisi e lunga e durissima nella fase della propagazione delle soluzioni.
Un approccio più corretto e produttivo sia vedere la situazione corrente non una entità statica ma quanto di più dinamico si possa immaginare: un mondo in cui segnali si propagano, si incontrano, si scontrano, rimbalzano, generano echi, si amplificano o si smorzano fino ad esaurirsi il tutto generando pattern di comportamenti e tendenze.
Quindi se dovessi generare il cambiamento di un ambiente cosi assolutamente non adotterei un approccio statico ma cercherei di capire e interpretare i cambiamenti in corso le loro interazioni la loro nascita o morte. E se quindi volessi generare il cambiamento cercherei di utilizzare i pattern dinamici esistenti cercando di introdurre uno scarto minimo che poi possa propagarsi ed amplificarsi non creando nuove reti di interazione, che mi sembra una cosa molto pesante e dispersiva, ma incoraggiando e rafforzando gli aspetti delle dinamiche esistenti.
Cosi in realtà si cambierebbe un mondo introducendo un minino di energia e si realizzerebbe con grande velocità

Thursday, February 10, 2011

CHIEDIAMO UNA CLASS ACTION CONTRO BERLUSCONI

Chiediamo che Berlusconi paghi le spese per la perdita di immagine dello stato italiano, per le enormi perdite economiche dovute alla perdita di affidabilitò internazionale di tutte le imprese italiane 

WIKILEAK: Come la MAFIA anche i governi inducono i cittadini all'omerta e ad ignorare Julian Assang e le sue denunce


YouTube - Wiki Leak.flv UN VIDEO SU QUELLO CHE I GOVERNI VOGLIONO NASCONDERE
Facile dire che bisogna denunciare quando si tratta degli altri : Ora tutti cercano di non vedere e torna una cosa che si chiama PAURA, OMERTA, e  MAFIA DI STATO 

Monday, February 7, 2011

Dopo il fuoco ed i numeri l’uomo inventò la realtà ed il tempo.

Io credo che la realtà non sia esistita da sempre. Credo invece che sia un’invenzione dell’uomo per avere uno strumento con cui trattare un immenso e inarrestabile flusso d’informazioni.
Mi spiego meglio con un piccolo esperimento :
Prendiamo un bicchiere d’acqua e un contagocce. Ora riempiamo il contagocce e lasciamo caderne una. Ora osserviamo bene.
La goccia cade e passa dal punto A nell’istante TA al punto B nell’istante TB.
La goccia per le note leggi gravitazionali cade in moto accelerato e occupa quindi punti dello spazio diversi in istanti di tempo diversi.
Osservandola mentre cade abbiamo chiaramente l’idea di qualcosa che è munito di una posizione,di cui si può misurare la velocità, l’accelerazione, la massa eccetera tutte quelle belle cose che la fisica ha insegnato.
Tutto sembra molto chiaro e lineare ma osserviamo qualche istante dopo :
La goccia d’acqua incontra l’acqua contenuta nel bicchiere e si mescola con essa,
Ora non è più possibile misurare nessuno dei parametri di prima: posizione, velocità eccetera.
Che cosa è successo ? la goccia non esiste più ? eppure niente di delle sue caratteristiche sono cambiata, è rimasta acqua come lo era qualche minuto prima. Che cosa ha provocato il passaggio dallo stato di esistenza allo stato di non esistenza ? La nostra capacita di discriminarla dal mondo circostante e di trasformarla in oggetto, corpo materiale.
Ma torniamo a qualche istante fa quando la goccia ha appena lasciato il contagocce e sta discendendo verso il bicchiere.
Noi siamo sicuri che la goccia fosse interessata da uno stato di moto trovandosi in punti diversi dello spazio in tempi diversi. Ma per fare ciò dobbiamo essere sicuri di parlare di un corpo materiale di un oggetto concreto.
Ora io chiedo cosa ci fa pensare che la goccia che si trovava nel punto A e la goccia che si trovava nel punto B fossero realmente la stessa goccia e che cioè esistesse un “oggetto materiale goccia”? Forse il fatto che fossero uguali ? se con ciò vogliamo intendere che misurando i parametri fisici nel punto A e poi nel punto B avremmo ottenuto le stesse misure ?  Se disponessimo di strumenti abbastanza precisi scopriremmo che non esiste niente di materiale che sottoposto a misura in tempi diversi fornisce misure uguali depurate dagli errori strumentali. Perche ? perche tutto quello che esiste è soggetto ad eterna ed  inarrestabile variazione anche scegliendo un intervallo piccolo a piacere. Perche ? perche quelli che noi chiamiamo oggetti o corpi in realtà non sono isolati dall’universo ma ne sono parte integrante interagiscono con lui senza tregua.
Interagiscono scambiando calore, carica statica, carica magnetica, onde gravitazionali eccetera. Un “oggetto” se esiste è vivo e si trasforma in percettibilmente ma continuamente. Anche i corpi nascono si trasformano e muoiono. Un cubetto di ghiaccio diventa aqua in pochi minuti. Una sfera di acciaio si trasforma in ossido dopo un tempo sufficientemete lungo. Ma se anche scegliessimo un oggetto stabilissimo e lo tenessimo sotto il massimo del controllo il problema rimatrebbe. Tutto in passato era un nucleo di piccolissimo diametro e spaventosa densità che ha dato origine al big bang.


E se dopo tutto ciò trovassimo che l’oggetto al punto A e l’oggetto al punto B forniscono esattamente le stesse misure questo dimostrerebbe che si tratta dello stesso corpo ?
Molto probabilmente gocce d’acqua con esattamente le stesse proprietà misurabili sono presenti in numeri immensi nell’universo. Costituiscono una diversa posizione della stessa goccia ? Questo complica enormemente le cose e le rende caotiche.
E cosa succede  se facciamo lo stesso esperimento con un elettrone sparato da un cannone elettronico di un video?
L’elettrone misurato al punto A e l’elettrone misurato al punto B hanno le stesse identiche misure ? queste le rende un unico “oggetto” o “corpo” che si trova in stato di moto ? ma come sappiamo gli elettroni hanno misure che sono identiche ovunque si trovino, allora questo corpo si trova contemporaneamente ovunque ?
Filosofi e scienziati hanno provato a definire il concetto di punto materiale in uno spazio tridimensionale in quiete  trovando grandissime difficoltà
Credo che la definizione di un “mondo reale” fatta di oggetti autonomi sia impossibile e assomiglia molto ai problemi che si trovano cercando di definire un sistema in condizioni di caos. Piccolissime variazioni portano a costruire percorsi completamente differenti.
Il mondo reale va bene per affrontare una certa tipologia di problemi oltre cui è inadeguato e deve essere sostituito ed ampliato. La fisica quantica probabilmente è entrata per qualche verso nelle problematiche di cui parlo dimostrando l’impossibilità di determinare l’esatta posizione di un particella.

Giulio Tremonti : Chi è ?

G Giulio Tremonti - WikipediaGiulio Tremonti (Sondrio, 18 agosto 1947) è un politico e giurista italiano, più volte ministro della Repubblica. Per un breve periodo, negli anni novanta, ha fatto parte di Alleanza Democratica, e poi del movimento politico fondato da Mario Segni, il Patto Segni, con il quale venne eletto deputato nel 1994. Appena eletto, Tremonti passò, attraverso la Federazione Liberaldemocratica, a Forza Italia e votò la fiducia al primo governo Berlusconi, nel quale divenne Ministro delle Finanze.
Durante gli anni ottanta Giulio Tremonti scrisse regolarmente sul quotidiano di indirizzo comunista il manifesto con lo pseudonimo di lombard.[2][3][4]
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Saturday, February 5, 2011

Il brand creato da un pericoloso insurgent palestinese e il suo network

Ora in molti nel mondo ci chiediamo cosa e come innovare un po’ in tutte le scale dalle piccole aziende al mondo intero.
Io ho cercato di partire da un esempio pratico: nel mio POP dicevo :

- Basta auto in Italia : risparmieremo miliardi in ambiente e salute. Produciamole per solo l'estero. Al posto delle auto private  prendiamo ispirazione dai paesi asiatici dove un nugolo di piccoli pulitissimi e condizionati minibus partono non ad orari fissi ma appena completi e costano pochi centesimi.

La maggior parte degli italiani è passata da una vita contadina o artigiana degli  anni 50 ad una vita da dipendente, cosa che ha permesso loro di avere un migliore tenore di vita.
Cosa ne hanno fatto gli italiani di queste maggiori disponibilità economiche ?
Guidati dalla pubblicità hanno consumato gran parte di questi soldi  per comprare prima una poi due poi tre auto per famiglia per scoprire ora che in molte grandi città le auto possono diventare inutili grazie ai divieti antinquinamento, alle isole pedonali, eccetera.
Perche i consumatori sono stati indotti a consumare i loro salari ? La logica delle aziende è stata quella di perseguire il risultato del massimo utile col minimo mezzo.

Ma molto tempo fa qualcuno, possiamo chiamarlo un pericoloso insurgent palestinese,  aveva proposto una logica diversa che portava gradualmente ad agire per un volontario equilibrio dei livelli di vita, esattamente il contrario di quello che ci dicono le massime del marketing imperante che adotta come preghiera  “fa che se oggi non posso essere più ricco io possano almeno essere più poveri gli altri“
Come sarebbe cambiata la società se invece avesse accettato questa profonda rivoluzione globale che si sarebbe diffusa portando la cancellazione degli squilibri, l’abolizione delle caste ma soprattutto inducendo non con la violenza ma con l’accettazione volontaria e cosciente chi stava in migliore situazione a  rinunciarci parzialmente in favore dei meno abbienti?
Nel caso degli italiani anni 50, liberati da un marketing mentitore e molesto, avrebbero probabilmente sviluppato le loro capacita e avrebbero reso il tessuto connettivo più forte dando vita a piccole aziende o facendole crescere e magari le future Apple, o HP , o Microsoft o Facebook avrebbero avuto vita in una cantina italiana dove italiani industriosi e curiosi avrebbero passato il loro tempo sottraendolo al tempo dedicabile a guardare le veline in TV.
Io ho l’impressione che l’economia globale soffre di egoismo e di indifferenenza per chi si trova in condizioni peggiori, quando invece non postula e realizza la sconfitta di altri come strategia principale.
Credo che se analizziamo la maggior parte delle cose che adesso vogliamo innovare allora scopriamo il problema è proprio  quello descritto sopra.
E per quanto riguarda la diffusione di credo che l’insurgent di cui sopra è riuscito a creare una rete di cellule di adepti che si sono estese nel mondo ad una velocità molto alta. Varrebbe la pena di analizzarne le tecnologie ?
Sui motivi per cui questa rete sociale tuttora in piedi non è riuscita nel suo intento penso che sia dovuto alla insita ipocrisia umana che continua a parlare in un modo e ad agire in modo diametralmente opposto. Basti pensare che l’Headquarters di questa rete tuttora attiva convive con una situazione di concentrazione di potere economico e politico e si guarda bene da equilibrare il suo stato grondante d’oro e pietre preziose con i baraccati delle aree sub metropolitane.
Propongo di ripensare a queste questioni in modo critico anche se so che molti lo hanno fatto in precedenza cosi come è stato fatto per “il marketing di Gandhi” e altri.
Spero che il brand creato dal insurgent di cui sopra “JNRJ”  non me ne voglia.

Friday, February 4, 2011

PORCELLUM ITALIA : E terribile ma ammettiamolo : abbiamo il primo ministro che ci meritiamo come Italiani

Continuo a sentire strepiti, urla, proteste perche da venti anni continuamo a mantenerci un governo PORCELLUM con un adeguato presidente del consiglio. Ma se ci pensate bene queste proteste sono sbagliate.
Noi siamo l'Italia dei compromessi, che ha cancellato il fascismo non con un atto di eroismo ma con un tradimento di quelli che aveva accettato come alleati, che sbagliati o noalleati  lo erano davvero.
Noi siamo quelli che per il 50 per cento vogliamo un governo egoista bovino e retrivo. In ogni in ogni famiglia, in casa, in ogni ufficio, in autobus o al cinema è quasi certo che il vostro vicino pensa che sia giusto che i gli stranieri poveri lasciati al loro destino perche noi veniano prima.
Noi siamo quelli che mai pensiamo di poter avere un lavoro senza una raccomandazione, magari da PAPY.
Siamo quelli che per il cinquanta per cento troviamo alla fine non disdicevole mandare le nostre figlie o sorelle o fidanzate a vendersi un tanto a peso con un vecchio porco in cambio di una sistemazione economica per tutta la famiglia.
Siamo quelli che ci facciamo eleggere con in mano una bandiera ma poi corriamo appena qualcuno ci getta il boccone e lecchiamo per ringraziare.
No, non è strano che abbiamo questo primo ministro, la maggior parte di noi conosce solo il marketing di "c'à niscuno è fesso" e mai rinunceremmo a nessuna briciola a costo di qualsiasi equilibrio della coscienza.
No la corruzione non la porta Berlusconi, lui è solo il termometro di quanto ignobile un popolo possa diventare quando proviene da una storia di subalternità secolare senza il riscatto di una rivoluzione.

Thursday, February 3, 2011

Innovazione: una vista dinamica

Caro Luigi.
mi permetto di riscriverti magari per avere un tuo commento.
Riguardo l'approccio al cambiamento io penso che gia sicuramente saranno stati riconosciuti e sperimentati molti approcci da parte degli studiosi di questo campo.
Io penso che forse l'approccio al problema come un qualcosa di consolidato di cui  fare una analisi, determinare i difetti e poi progettare realizzare e diffondere i rimedi  sia non ottimale,  difficile nella fase di analisi  e lunga e durissima nella fase della propagazione dei rimedi.
Io, ma so che appunto esisteranno sicuramente soluzioni suggerite da persone che professionalmete si occupano di questi problemi, io credo che invece un approccio più corretto e produttivo sia vedere la situazione corrente non una entità statica ma quanto di piu dinamico si possa immaginare: un mondo in cui segnali si propagano, si incontrano, si scontrano, rimbalzano, generano echi, si amplificano o si   smorzano fino ad esaurisrsi il tutto generando pattern di comportamenti e tendenze.
Quindi se dovessi generare il cambiamento di un ambiente cosi asolutamente non adotterei un approccio statico ma cerherei di capire e interpretrare i cambiamenti in corso le loro interazioni la loro nascita o morte. E se quindi volessi generare il cambiamento cercherei di utilizzare i pattern dinamici esistenti cercando di introdurre uno scarto minimo che poi possa propagarsi ed amplificarsi non creando nuove reti di interazione, che mi sembra una cosa molto pesante e dispersiva, ma incoraggiando e rafforzando gli aspetti delle dinamiche esistenti.
Cosi in realta si cambierebbe un mondo introducendo un minino di energia e si realizzerebbe con grande velocita.
Grazie per aver ascoltato discorsi probabilmente superati

Saturday, January 22, 2011

Un po’ POP (progetto/obiettivo/proposta) 1.0 Nuovo : Mercato elettronico

Ho intenzione di  integrare con nuove idee questo taccuino  e tentare di creare una rete per realiazzarlo presto

Un po’ POP (progetto/obiettivo/proposta)




I grandi vincoli : La crisi, la globalizzazione
I rimedi: usare il pensiero come forza rivoluzionaria
Metodo : Individuare i cambiamenti possibili che possono dare grandi risultati


Vista generale :
La tendenza al gigantismo di aziende, banche eccetera è stata negli ultimi decenni la grande innovazione dell’economia cosi si è passati dal piccolo è bello degli anni precedenti a multinazionali gigantesche. Siamo cosi sicuri che questo processo di agglomerazione non abbia colpe nella più grande crisi economica mondiale degli ultimi secoli ?

La sfida microaziende :
Nei paesi emergenti sono state individuate le strutture più competitive per produrre lavoro. In questi paesi le multinazionali utilizzano microimprese basate sullo sfruttamento della manodopera e adoperando lavoro minorile senza garanzie.
Ora la mia idea consiste nel copiare i vantaggi di questa organizzazione ( flessibilità, economicità eccetera ) ma con granitiche garanzie sul rispetto dei lavoratori, del lavoro minorile e aggiungendo il massimo di tecnologia, welfare, socializzazione.

La sfida piccole medie aziende
Le mega aziende hanno prodotto megacrisi con megamanager e megacompensi propongo di trasformare le grandi aziende in network di piccole medie aziende.

La sfida mercato elettronico 
In italia il mercato elettronico è al pari di molte innovazioni utili in mano alla malavita organizzata al pari del supporto alle vittime dell'usura, del pizzo, delle banche.
E' possibile cancellare questa situazione eliminando alla base il sistema delle affiliazioni italiane e creando un circuito nuovo controllato dagli affiliati 
Il mercato elettronico è la strada per la distribuzione al dettaglio delle imprese e delle piccole imprese ma necessita un gestore di mercato elettronico non compromesso, senza le incredibili malfunzioni di quello corrente, che proponga prodotti dall'agro alimentare al food dalla moda al'artigianato.
Il sistema attuale è targato per i mercati stranieri e in italia vengono proposti prodotti obsoleti sensa alcuna cura. I sistemi software sono arcaici cosi come il collegamento ai sistemi di pagamento 


La sfida microcredito
Lo stesso riguarda le magabanche da ridimensionare perche alla fine i fattori di scala che li agevolano sono anche quelli che li pongono al di fuori del controllo democratico.
Ancora una volta prendiamo suggerimento dalle banche etiche e dal microcredito.

Altro
• L'auditel come tutti sanno e una truffa che concentra in rai e mediaset il mopolio TV , cambiamolo passiamo ad una rete di provider più distribuita.
• Basta auto in Italia : risparmieremo miliardi in ambiente e salute. Produciamole per solo l'estero. Al posto delle auto private prendiamo ispirazione dai paesi asiatici dove un nugolo di piccoli pulitissimi e condizionati minibus partono non ad orari fissi ma appena completi e costano pochi centesimi.
• Differenziamo la cultura del bello dalla moda consumista. Evitiamo lo spreco dettato dai media
• Blocchiamo l’aggressione mediatica che spinge sul mobile internet e dirottiamolo sul adsl veloce a meno di pochi circostanziati casi.
• Ridiamo la fiducia agli italiani che è possibile fare affari senza ricorrere a trucchi furbi.
• A che serve far dannare la gente col video poker e il superenalotto se poi lo stato deve assistere i guasti provocati dai condizionamenti al gioco e assistendo questi nuovi auto impoveriti . Blocchiamolo
• Cancellare i pseudo sport dei supermilionari e trasformarli in palestre per eliminare l'obesità e consentire alla gente di vivere alcuni anni di più
• Smettere fingere e eliminare davvero gli enti inutili
• Smettere fingere e sostituire le automobili con il telelavoro reale
• Utilizzare estensivamente un garantito canale di voto elettronico online 24 in sostituzione delle costose elezioni

Monday, December 27, 2010

Amore disperato


Amore disperato
Un giorno, per caso, il buio incontrò la luce ma non la vide! Restò folgorato dallo splendore dei suoi occhi e se ne innamorò pazzamente ma inutilmente perche ogni volta che la luce incontrava il buio, lui, timidamende, scompariva. Ogni giorno al calar del sole, lui andava a vederla attraverso i vetri delle sue finestre finchè un giorno trovò il coraggio di avvicinarsi alla sua porta e bussò, lei aprì e guardò fuori ma vide solo il buio e smarrita richiuse. Da quel giorno lui restò fuori con la luce negli occhi e il buio nel cuore

La vera favola di Pinocchio

C'era una volta un bambino in carne ed ossa come tutti gli altri. Crescendo incontrò molti avvenimenti e molte persone tra cui due simpatici bontemponi chiamati IL Gatto e LA Volpe. Dopo vari peripezie finalmente incontra la Buona Fatina che esaudisce un suo desiderio: con un colpo di bacchetta magica lo trasforma in un uomo di legno con un ciocco al posto del cuore. Cosi Pinocchio diventa una curiosità e viene messo in vendita al mercato del paese. E qui che lo trova ilbuon Geppetto che lo acquista e lo porta a casa dove lo ripone amorevolmente tra la legna da ardere

Sunday, December 26, 2010

Lettera tardiva a Gesu bambino.



Caro Gesu bambino,
intanto vorrei chiederti se puoi fare in modo che la gente invece che scrivere a qualcuno che non esiste riempiendo le discariche decidesse di scrivere almeno per Natale ai tanti che esistono e che non ricevono mai nessuna lettera e neanche nessuna visita.

Questa è  lista di quello che assolutamente non voglio:
-          Non voglio essere “sistemato” voglio continuare a vivere senza gabbie ma senza paura di prendermi le mie responsabilità
-          Non voglio essere ricco e neanche benestante preferisco sapere che ogni giorno devo sopravvivere
-          Non voglio essere “trendy”
-          Non voglio parlare inglese quando non serve e non voglio dire inglesismi
-          Non voglio essere “smart”
-          Non voglio la laurea che non mai avuto perche siamo incompatibili
-          Non voglio essere “accreditato”. Preferisco essere quanto di meglio che posso fare per quello che veramente valgo
-          Non voglio essere giovane, perche non lo sono, e non voglio essere giovanile.
-          Non voglio diventare simpatico e soprattutto non voglio diventare un “fico”
-          Non voglio perdere i 20 kili che dovrei perche non sarei io
-          Non voglio una salute di ferro qualche grana ogni tanto ci vuole
-          Non voglio essere un “guru”
-          Non essere un “leader” e neanche avere avere fascino
-          Non voglio essere un “opinion maker”
-          Non voglio avere indietro la memoria che ho perso e neanche gli skill che si sono annacquati
-          Non voglio amici potenti e neanche amici di amici potenti

Voglio continuare a tentare di scalare insormontabili montagne, voglio cadere anche facendomi male, se si deve, ma rialzandomi e continuando.
Voglio chiedermi chi sono e dove sto andando
Voglio essere nessuno senza che questo diventi un merito
Voglio riconoscere l’amore dove c’è e non averne paura
Voglio guardarmi allo specchio e decidere ogni giorno che vale la pena di viverlo.

Firmato
Io

Saturday, December 25, 2010


Thursday, December 23, 2010

Thursday, December 16, 2010

14 dicembre nero

14 Dicembre nero. Dal voto nasce una maggioranza soggetta ai VAJASSI e nasce un governo profondamente odiato dalla gente comune. La gente che si trova al parlamento per la maggior parte non rappresenta nessuno tranne la propria egoistica voglia di favori personali. Prevedo che la rabbia finirà per travolgerli e piu tardi sarà, piu grande sarà la rabbia che finirà per trovare la via piu efficace per espodere.

Monday, December 13, 2010

Non spingete quel pulsante.

“Il dubbio è una porta aperta dove chiunque è ben accolto, la certezza è una porta chiusa di cui solo il padrone ha la chiave”

Premessa : quando nel seguito mi riferisco all’”io” intendo come persona generica e non me specificamente. Non ho nessuna qualificazione per parlare di queste cose, tranne il fatto di averci meditato e continuare a farlo da un tempo incredibilmente lungo.

Vorrei cominciare questo discorso descrivendo la scena di un esperimento mentale caro al buon vecchio Albert Einstein.
Consideriamo una tavolo con su una indefinita apparecchiatura munita di un bottone rosso. Consideriamo che due persone eseguono l’esperimento : io e una generica altra persona.
Facciamo l’ipotesi che la macchina collegata al pulsante rosso provochi la morte immediata di chi la aziona.

Cominciamo l’esperimento dalla persona generica che si siede al tavolo preme il pulsante e muore.
Io vedo la scena, vedo la persona che si siede, la vedo avvicinare il dito al pulsante e poi accasciarsi e so che è morta. ( questo non è una grande scoperta, lo so )

Passiamo adesso a fare lo stesso esperimento svolto da me.
Mi avvicino al tavolo metto il dito sul pulsante e …
Muoio ? nel senso che termina la mia esistenza?
Cominciamo a dire che se la mia esistenza termina ad un momento x io non ho nessuna possibilità di saperlo proprio perchè per sapere qualcosa è necessario esistere.
In generale la gente si immagina di morire in uno dei seguenti modi :
-          passare dalla situazione che chiamiamo vita ad una situazione dove esiste il buio, il silenzio o il vuoto. Questo non è possibile perche per avere coscienza di buio o silenzio o vuoto bisogna esistere e se io ho cessato di esistere allora non posso avere nessuna coscienza,
-          l’altro filone è quello dove la gente si aspetta di passare ad una vita diversa ma qui entrano in campo le convinzioni religiose che riguardano la fede e non la logica.
Chi non esiste naturalmente non ha coscienza di non esistere.
Quindi che succede quando spingo il pulsante ?
Potrei cessare di esistere senza saperlo ?
Ma se non so di non esistere e quindi di essere morto allora rimango vivo ?
Sarebbe come dipingere la scena, vista da me, che  mi avvicino al pulsante lo spingo e non succede niente, tutto va come prima ?  E in questo caso gli altri cosa vedrebbero?
Come si vede esistono  difficoltà, limitazioni, interrogativi.
Aggiungo un accenno di una mia ipotesi.

IPOTESI
Penso che affrontare il problema partendo dalla visione in cui esiste un io e un universo separati da un involucro che si chiama corpo non aiuti ad approcciare il problema in maniera adatta.
Io penso che si possa partire da un'altra ipotesi : io sono il mondo e non ci sono separazioni di nessun tipo tra me e il resto dell’universo.
Questo mondo comprende tutto niente escluso, quindi anche tutti gli altri individui.
Nel mio universo le cose possono essere buone o cattive piacevoli o orribili
Vi sono fonti di dispiacere per avvenimenti vari, malattie e anche la morte o il ferimento  della metafora che considero “il mio corpo” è una fonte di dolore e di dispiacere. Ma ciò  non corrisponde alla fine dell’esistenza perche il corpo fa parte dell’universo totale che sono io.
  

Se invece torniamo indietro ad una visone più consolidata e seguita da importanti filosofi vediamo che :
L’uomo vive in un mondo concreto fatto di oggetti case, strade, macchine, altre persone.
L’uomo non ha diretta conoscenza della realtà, la conosce per mezzo di informazioni che riceve attraverso i suoi canali sensoriali.
L’uomo riceve delle informazioni ma non sa nulla riguardo al significato di tali informazioni, nel senso che non sa se sono vere oppure no. (1)
Per esempio l’uomo potrebbe vedere un elefante ma invece è la sua interpretazione di una informazione astratta che i suoi canali sensoriali ricevono.  ( Lo so gli amanti di Matrix sanno tutto al riguardo ) 

In questa prospettiva io penso che il mondo reale è uno strumento che l’uomo si è costruito per spiegare le informazioni che riceve.  Una specie di modello mentale che organizza in modo compatibile tutte le informazioni.   
Se l’uomo ragiona col suo modello mentale ha ancora senso parlare di mondo reale nel senso di un mondo esterno?  (1)
Cosa succede con le altre persone? Loro vivono il loro modello mentale distinto dal mio ?

Da dove parte tutto questo pasticcio ?  dal fatto che le cose più familiari con cui siamo abituati a interagire in realtà non sono semplici da  definire rigorosamente.
Se prendiamo un sasso sembra un qualcosa di molto concreto ma quando fissiamo l’attenzione su di lui vediamo che non lo è cosi tanto.
Un corpo materiale presuppone che esista. Esistere significa essere se stessi in un intervallo di tempo. Ma se prendiamo un sasso trovato oggi a Napoli e un altro esaminato a Roma 2 anni fa come definire che sia lo stesso sasso ?
Qui ci sono molte questioni : due sassi possono essere uguali senza essere lo stesso sasso ( il mare è fatto di gocce d’acqua uguali come gocce d’acqua ma non la stessa )
Cosi è possibile  ammettere che il mondo materiale sia un nostro modello mentale.

Io credo che la scienza, nel suo lavoro di spiegare e capire il mondo, ha creato  strumenti come: punti nello spazio,  istanti di tempo, punti materiali eccetera, ma poi si è scordata di questo e ora ragiona in termini dei suoi strumenti e non in termini del mondo reale. L’universo non ha bisogno di punti, istanti, corpi, oggetti. L’universo esiste “come è”  non deve spiegare niente a nessuno.

Il corpo è una chiusura stagna tra quello che sono io e il resto dell’universo che divide l’esistente in due parti ma non è facile capire quale è il dentro e quale è il fuori.


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(1)   Una realtà oggettiva di un mondo esterno e di altre persone non è più necessaria ( Solipsismo ).  Nagel  parla di questa ipotesi in   What Does It All Mean? A very short Introduction to Philosophy Thomas Nagel, 1987 © Il Saggiatore” ,  una ipotesi cui non crede e che gli sembra triste e grigia perche costituita da una sola persona. Io non la penso così anche se è irrispettoso farlo..

Wednesday, December 8, 2010

Girotondo

Girotondo

La prima esplosione avvenne alle 14,30 GMT in un’internet cafè nella provincia del Guizhou in Cina provocando morti e feriti. Una seconda esplosione avvenne in un centro servizi del Messico, poi fu la volta di un laboratorio elettronico di Kansas City, quindi a Orly in Francia. In Israele qualcosa provocò un incendio di grandi dimensioni.
La causa era un breve racconto civetta con un titolo infantile, ma che nascondeva un codice a 24 bit accuratamente codificato. Il testo apparendo così ingenuo non aveva incontrato resistenze e subito era stato accettato da parecchie redazioni e posto online. Ora chiunque in qualunque parte del mondo con un click poteva accedervi e decodificare la chiave se conosceva la sequenza esatta.
L’uomo, David, cosi si chiamava, nella sua stanza di un hotel di Bangkok accese la TV e ascoltò il notiziario attentamente. Il flusso delle informazioni non autorizzate continuava senza posa seminando il panico nelle sedi diplomatiche mondiali. Poi spense la TV, stese la carta geografica sul tavolo e vi aggiunse alcuni appunti.
L’uomo ripose la carta in e si diede da fare in giro per prepararsi a lasciare l’hotel.
Scese le scale, evitando l’ascensore per una forma di consueta precauzione, poi pagò in contanti e uscì nel caldo umido di Bangkok.
Conosceva il luogo dell’appuntamento. Prese la metropolitana e arrivò nei pressi. Scese e continuò a piedi cercando di destreggiarsi tra le bancarelle che vendevano di tutto e i ristoranti da strada che facevano elevare lunghi pennelli di fumo intriso di fortissimi odori talvolta insopportabili. Arrivò al luogo dell’appuntamento, era un lungo ponte sul fiume Chao Praya. A metà del ponte il mendicante accovacciato per terra tendeva le mani supplichevoli. Gli si avvicino e fece la mossa di lasciarli qualche spicciolo ma in realtà il mendicante fece scivolare una moneta nella sua mano.
Torno sulla strada e prese un taxi per l’aeroporto.
Il check-in era già aperto. Si recò nell’area di attesa all’imbarco. Scelse un ristorante poco affollato dove era esposto il simbolo del WIFI. Aperse il suo computer palmare e inserì la memoria contenuta nella moneta ricevuta dal mendicante. Inserì la faticosa sequenza di riconoscimento. Quando cominciò a leggere senti il brivido salirgli per la schiena nonostante avesse già decriptato migliaia di rapporti segreti. La lunga tabella riportava la lista di tutti gli agenti che agivano sotto copertura delle principali nazioni. Le informazioni comprendevano i punti di contatto le procedure di riconoscimento. Erano decine di migliaia. Insieme erano riportate le società che sotto un’immagine legale in realtà producevano materiali bellici ad alta tecnologia vietate dalle norme internazionali:
gas letali, prodotti iniettabili, guerra batteriologica, centrali della propaganda.
In fondo una tabella portava la scritta agenti e centrali destinati all’addestramento e all’utilizzo di mezzi di persuasione. Una larga parte era dedicata a Guantanamo con nomi, particolari, responsabilità.
David attivò l’applicazione per trasmettere i dati protetti. Inserì il codice. Una barretta avanzo lentamente per qualche minuto sullo schermo. Finì appena in tempo per l’imbarco. Gli addetti al controllo dei documenti lo guardarono ma non dissero nulla.
L’aereo rullò sulla pista poi decollò. David sorrise amaramente e chiuse gli occhi.
Erano passati solo venti minuti quando i maggiori network televisivi interruppero le normali trasmissioni.
BBC, Telegraph, New York Time, El Pais e altri annunziavano una edizione straordinaria entro pochi minuti.
Il mendicante sul Chao Praya alzò gli occhi al cielo quando sentì l’esplosione.
Vide l’aereo esplodere in una palla di fuoco.

sopra la panca la capra campa



Sono stato per alcuni giorni col notebook imballato: funzionava troppo lentamente e quindi subito ho adottato le solite contromisure: controllo antivirus eccetera. Ma il maledetto non ha voluto saperne e tutto è rimasto come prima.
Alcuni giorni fa, mi sono trovato a fare il terzo riavvio del notebook (scoppiavo di rabbia) Finalmente dopo il BIP è cominciato il caricamento.
Quando il video si è acceso invece della solita schermata per il normale uso si è aperto un pannello mai visto prima. Il pannello a piena pagina in qualche secondo è diventato prima nero poi ho visto un’immagine in movimento.
Era una CAM e il tipo era riconoscibilissimo, era J., quello dei documenti segreti che stanno fioccando dappertutto.
Ho sentito il tipico CLIC del microfono che si apre e poi ha cominciato a parlare.
Mi ha chiamato per nome e già questo mi ha fatto andare fuori dai santi, io uso sempre nick e mai nomi veri.
Sono troppo esperto di bufale internet per non pensare che fosse un virus o un malware cosi immediatamente ho cercato di bloccare il notebook per farlo ripartire. Lui mi ha guardato attraverso la (mia) CAM che si era attivata si è messo a ridere e mi ha detto di aspettare perché il computer ora era sotto il suo controllo.
Non mi piacciono questi giochini sul mio computer, non mi piace la gente che lo fa e avevo troppo da fare ma non avevo scelta. Dopo i primi convenevoli, da parte mia veramente poco cortesi, mi ha detto che sapeva che noi non ci eravamo mai visti prima. Gli ho chiesto che voleva ( il mio inglese era veramente rudimentale rispetto al suo) .
Mi ha detto che da alcuni giorni ero stato estratto casualmente in una rosa di possibili interlocutori per compiere un brevissimo ma fondamentale atto.
Gli ho chiesto di provarmi che era veramente lui. Lo ha fatto, non chiedetemi come.
Era lui J. quello che stava provocando la fine del mondo diplomatico cosi come lo avevamo conosciuto prima. Mi ha detto che il mio profilo era stato accuratamente controllato e verificato e aveva deciso che poteva fidarsi di me per l’operazione finale.
Mi ha detto che aveva controllato sui social network che avevo già preso posizione in suo favore, che avevo fondato un gruppo per sostenerlo, eccetera, eccetera . Mi ha fatto vedere i miei documenti originali digitalizzati. Aveva in mano completamente la mia identità.
Gli ho chiesto cosa voleva . La situazione è esattamente come dicono in televisione è inseguito e accerchiato da ogni parte e rischia tra l’altro di perdere i risultati del lavoro di un progetto a cui aveva dedicato la vita. Mi ha detto aveva delle preoccupazioni sulla sua sicurezza e che aveva pochissimo tempo.
Mi ha detto di trovare una frase, anche italiana che se ci fosse stata necessità io avrei pubblicato su giornali , internet inclusa ( abbiamo concordati i siti web ) e i cento mila addetti sparsi in diverse aree geografiche in un secondo la avrebbero usata per aprire gli archivi e scatenare una tempesta politica di enormi dimensioni.
Mi ha descritto esattamente come sapere quando il momento X è arrivato.
Gli ho detto che tutto questo sembrava una tipica fregatura internet e che non aveva nessun motivo di rivolgersi a me. Mi ha risposto e che era appunto l’assenza di ogni legame tra di noi che era necessario perche cosi nessuno sarebbe arrivato a me prima di far esplodere la cosa quindi la “parola chiave era introvabile”. Mi ha tenuto bel po’ fino a che non mi sono convinto che non era una bufala.
Ho digitato la frase, me la ha fatta controllate tre volte carattere per carattere. Concluso il discorso mi ha detto che il computer si sarebbe riavviato cancellando qualsiasi traccia del nostro discorso. C’è stato un Bip, il computer sé riavviato e tutto è sparito.
Il motivo per cui scrivo è che ho appena guardato la TV. La situazione è diventata quella prevista devo farlo ora.
Ho paura di essere una pedina di un gioco troppo grande per me, devo liberarmi della maledetta frase ora in questo momento. C’è silenzio attorno non mi piace e io vivo solo.
Non mi piace il rumore che sale sulle scale
Ho deciso di usarla come titolo di un racconto.

Thursday, December 2, 2010

Uno sguardo al cielo

L’uomo finalmente rimase solo nella camera dell’ospedale. L’ultima infermiera era venuta, gli aveva somministrato le inutili medicine e infilato la flebo. Aveva un’ora di tempo per mettere in atto il piano lungamente preparato. Non voleva assolutamente che ci fossero imperfezioni, odiava dare occasione a commenti di qualunque tipo.
Da sempre sapeva che lo avrebbe fatto, da sempre lo aveva detto.
L’uomo anziano aveva un volto scarno con radi capelli, un filo di barba e baffi, la malattia aveva lasciato la sua impronta su quel volto ma gli occhi erano rimasti pieni di curiosità, di voglia di avventura, come sempre.
Cominciò a sollevarsi sul suo letto e sentì quel dolore che continuava a tormentarlo ormai quasi salutandolo come un vecchio amico. Cominciò a togliersi i cerotti per staccarsi l’ago della flebo, un rigolo di sangue disegnò una ragnatela purpurea che cerco di far sparire in qualche modo.
Porto le gambe fuori dal letto e si sedette. Poi si alzo lentamente.
La nausea gli esplose nella testa facendolo barcollare si aggrappo alle sponde del letto. Respirò a fondo. Si disse che non si era mai lasciato svenire e non c’era motivo per farlo proprio adesso. Non aveva possibilità di ripetere la scena se avesse commesso il più piccolo errore non gli avrebbero più permesso di realizzare il suo piano. Si rese conto che stava commettendo un reato, lui che mai aveva calpestato la legge, anche se aveva sempre stracciato le consuetudini. Sorrise al pensiero increspando i baffetti ma il dolore lo trafisse con la sua lama trasformando il sorriso in una smorfia.
Si preparò, si era chiesto se fosse giusto farlo vestito del pigiama dell’ospedale o se dovesse vestire uno dei sobri vestiti che aspettavano inutilmente nell’armadio ma decise di rimanere cosi come era.
Si sedette davanti allo specchio pettinandosi brevemente e riflettendo. Si, nonostante tutto una punta di malinconia traspariva, ma era umano che fosse così lui sapeva che sarebbe stato cosi. Guardo i sui libri ammonticchiati che amava cosi tanto, guardo il notes e la sua penna con cui aveva sempre vergato commenti, programmi impressioni, giudizi, futuro. Le mani accarezzarono la penna ma decise di non scrivere nulla. La sua vita era il suo testamento e la sua firma. Odiava le inutili formalità senza senso.
Ora era il momento. Si avvicino alla finestra chiusa, guardo fuori : la giornata fredda piovosa il cielo nero cupo non lo spaventarono, gli diedero l’impressione di una nuova ultima sfida da compiere. Lo sguardo sul vetro riflesse un mare di volti di voci di parole di risate e pianti. Stette a lungo a fissarli poi si accorse di guardare il nulla e si ritrasse.
Pensò ai suoi amori, donne sì, affetti ma anche la passione che durante tutta la vita lo aveva acceso non facendolo mai sentire solo.
Abbasso la luce al minimo. Il parapetto della finestra era alto da non permettergli di scavalcarlo con le flebili forze che gli rimanevano. Cerco una sedia e imprecò vedendo che tutto attorno sembrava inadatto allo scopo. Poi trovò uno sgabello lo avvicinò al parapetto.
Quando apri i vetri della finestra l’aria umida e fredda gli sferzò il viso facendolo arretrare. Cominciò a salire sullo sgabello lo sforzo gli provocò una lama rovente che gli attraversò il corpo, barcollò, cerco di mantenersi in equilibrio ma la nausea lo colse vide tutto attorno sfocarsi il mondo, il sudore gli gelava il viso flagellato dal vento e dalla pioggia che sembrava essersi accorta di lui. Si chiese perche era cosi difficile. Rise amaramente rendendosi conto che non era più il momento di preoccuparsene ma penso che gli ospedali avrebbero fatto meglio a rendere questa manovra possibile anche a chi aveva perso il vigore della salute. Pose un piede sul parapetto e si rese conto di avere le vertigini, strinse i denti. Il piede gli scivolò improvvisamente facendolo sussultare poi cadde senza porre più resistenza. Precipitando con le braccia spalancate e il volto al cielo vide, o credette di vedere, una stella in uno squarcio del buio. Le sorrise rassicurandola.
Sulla strada urla conciate salutarono il corpo che cade. Un uomo gli si avvicinò e lo guardò in viso. Poco dopo la voce del giornalista esitò leggendo la notizia “Il maestro si tolto la vita, tutti noi abbiamo perso …..”

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