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Thursday, April 25, 2013

Il discorso integrale di Giorgio Napolitano


Il discorso integrale di Giorgio Napolitano

e l’insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono. Attenzione: quest’ultimo richiamo che ho sentito di dover esprimere non induca ad alcuna autoindulgenza, non dico solo i corresponsabili del diffondersi della corruzione nelle diverse sfere della politica e dell’amministrazione, ma nemmeno i responsabili di tanti nulla di fatto nel campo delle riforme. Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale del 2005
Ma ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese.
Non possiamo restare indifferenti dinanzi a costruttori di impresa e lavoratori che giungono a gesti disperati, a giovani che si perdono, a donne che vivono come inaccettabile la loro emarginazione o subalternità.

Volere il cambiamento, ciascuno interpretando a suo modo i consensi espressi dagli elettori, dice poco e non porta lontano se non ci si misura su problemi come quelli che ho citato e che sono stati di recente puntualizzati in modo obbiettivo, in modo non partigiano. Misurarsi su quei problemi perché diventino programma di azione del governo che deve nascere e oggetti di deliberazione del Parlamento che sta avviando la sua attività. E perché diventino fulcro di nuovi comportamenti collettivi, da parte di forze – in primo luogo nel mondo del lavoro e dell’impresa – che “appaiono bloccate, impaurite, arroccate in difesa e a disagio di fronte all’innovazione che è invece il motore dello sviluppo”

http://www.internazionale.it/news/italia/2013/04/22/il-discorso-integrale-di-giorgio-napolitano/

Sunday, April 21, 2013

Lo leggerai e non ne capirai il significato. Purtroppo

Lo leggerai e non ne capirai il significato. Purtroppo.

by Dino Gruppuso (Notes) on Sunday, April 21, 2013 at 7:37am
Che pena vedere cosa sono diventati gli Italiani! A dire il vero sorge il forte dubbio che gli Italiani siano sempre stati cosi. Forse non siamo mai arrivati ad una reale democrazia e il sistema italiano si è sempre retto su gruppi di potere che trasversalmente hanno attraversato gli Italiani dai piu ricchi ai piu poveri, da quelli importanti a quelli che non non sono nessuno uniti in una mafia intellettuale fatta di amici degli amici con l'unico scopo di garantirsi agi a scapito di chi non è abbastanza egoista da calpestare il vicino per interesse personale.
Che pena scopire che la gente nasconde sotto apparenze di gentilezza, abnegazione, apertura solo egoismo e luoghi comuni.
Che tristezza vedere la gente che faceva il tifo per chi andava a fare shopping di bambini negri nei loro paesi rivelarsi moralmente squallidi e feroci deitro la maschera del buonismo italiano.
La comunità Italiana non è mai nata abbiamo solo fatto finta che lo fosse celebrandola con squilli di trombe, bandiere e grandi eventi.
Andare a trovare aria pulita negli animi degli italiani sembra davvero un caso disperato, c'è solo da sugurarsi che casualmente da qualche parte qualcuno di qualsiasi partito sia, di qualsiasi età, di qualunque colore si svegli e si senta non capo, non guru, non comandante ma parte di un pensiero da condividere, di un sentirsi nello stesso tempo popolo e ministro.
C'è da sperare che per ragioni del tutto casuali un numero sufficiente di pazzi si svegli e scopra che essere nazione non comprende l'opzione "vaffa".
Quante generazioni passerando prima che la dose di follia che media e internet stanno iniettando nelle vene dei cittadini italiani in dosi massicce lasci il posto a buon senso, onesta intellettuale, intelligenza, condivisione, socialita, senso del  pubblico? 

Wednesday, April 3, 2013

"L'uomo nella stanza" un esperimento mentale per indagare sulle percezioni.

"L'uomo nella stanza" un esperimento mentale per indagare sulle percezioni.
Un uomo è rinchiuso in una stanza buia e non ha altra conoscenza al di fuori di uno schermo video. Non puo comunicare con l'esterno in nessun modo.
1 - Sullo schermo compaiono le immagini di un delitto. L'uomo nella stanza ha la possibilita di discriminare eventi reali e finzioni? 
2 - L'uomo ha modo si sapere cosa determina le immagini compaiono sullo schermo?( cioè se una immagine compare sullo schermo l'uomo puo sapere se rappresenta una realta al di fuori della stanza?) 
Le risposte se le puo trovare ognuno da se naturalmente.
Io credo che non sia errato fare una analogia in questo modo.
- L'uomo rappresenta la coscienza.
- Il video rappresenta le percezioni
- Quello che sta fuori dalla stanza rappresenta l'eventuale mondo oggettivo.
- Il contenuto delle immagini video rappresenta un fenomeno percepito dalla coscienza.
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Come si vede in questa analogia è possibile rappresentare il problema senza alcun riferimento diretto al corpo, ai sensi, al cervello e alla psicologia della percezione.
Io credo che "l'uomo nella stanza" non abbia alcuna possibilita di discriminare fatti reali da immagini fittizie cosi come credo noi non abbiamo alcun modo di valutare le percezioni che abbiamo.
Il problema è un problema LOGICO e non ha niente a che fare con le onde sonore, i quanti, il sistema sensoriale, Dio, eccetera.
Questo è un primo abbozzo di questo esperimento mentale conto sulle critiche costruttive di quanti mi leggono per poterlo esplicitare e completare.

Monday, April 1, 2013

L'indeterminazione in senso quantistico è dovuta al sistema di assiomi della fisica che sono diventati vecchi e superati?

Sento spesso affermazioni del tipo "secondo il realismo l'universo è" e poi su queste affermazioni si scrivono libri. La gente si contenta di guardare l'universo come turisti ad una esposizione che passano muniti di macchina fotografica.
Ma l'universo non è una opinione, non ostante quello che piccoli uomini possano pensare lui non cambia affatto. 
E' incredibile pensare che ci si contenti di spendere montagne di parole senza sentire di non aver scalfito neanche il mondo in cui siamo. 
Anche le affermazioni che danno alle percezioni un valore effimero e foriero di errori secondo la mia modesta opinione di uomo della strada senza titoli è errata.
Le percezioni non hanno modo di essere errate perche non esiste nessuna alternativa ad esse, quello che è errato spesso è il modello che noi costruiamo sulla base delle percezioni.
La meccanica quantistica sventola baldanzosamente la bandiera dell'indeterminazione http://en.wikipedia.org/wiki/Uncertainty il cui significato va preso intanto con cautela.
Io credo che sia possibile dimostare logicamente che non esiste nessuna inderminazione nell'universo ( come pensava anche un non stupido come Eistein).
Quello che noi chiamiamo indeterminazione di una specifica entita è secondo me incertezza sui sistemi di assiomi della scienza che sono vecchi e superati ma che per ragioni diverse non escluse pragmatici motivi concreti vengono disperatamente tenuti in vita in un incredibile accanimento terapeutico.
Quello che è indeterminato è l'osservatore che da una parte viene preso dalla scienza come garanzia per l'ammissibilita di un fenomeno nella classe degli eventi scientifici e dall'altra lo priva della sua inevitabile soggettivita.

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