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Monday, September 24, 2012

Da milioni di anni lo stregone della tribù è il despota della cultura

Mi immagino, scrivendo queste note, qualcuno che mi legge e che rimane scandalizzato: "ma questo non è laureato!", "ma non ha mai scritto un libro!", "ma non ha mai insegnato!", "ma questo non è nessuno!", "come si permette di criticare le grandi menti".  Ok i commenti meno benevoli che immagino non li riporto.
Tutto questo un po mi intimidisce ma non abbastanza da farmi desistere.
Da milioni di anni immutata la cultura si radica nei comportamenti atavici di trasmissione da padre in figlio non differenti dal comportamento degli animali dove i piccoli vengono addestrati a sopravvivere.
Da milioni di anni la cultura è patrimonio riservato di qualcuno appartenente alla elite che presiede alla scienza di come curare le ferite, le malattie. Lo "stregone" della tribù è unico despota della cultura e la tramanda secondo schemi antichi. Lo stregone tramanda scienza ma anche religione e superstizione.
Quando è cambiata questa realtà? Io penso mai. Ancora adesso la cultura considera la trasmissione della cultura esclusiva di altri sacerdoti che, soli, sono demandati a trasferire matematica, fisica, filosofia, economia eccetera. E' veramente questo modello di trasferimento culturale uno strumento per assicurare all'umanita il miglior progresso possibile?
La struttura gerarchica e assolutistica della cultura ("la matematica non è un opinione") garantisce che avviene il trasferimento ma credo che sia lecito chiedersi se questo sia necessario e auspicabile.
I genitori insegnano ai figli a parlare, a camminare, alcune volte a leggere e scrivere. Ma questo non avviene senza il rovescio della medaglia. Pure avendo le migliori intenzioni di volere la  crescita intellettuale dei figli trasferiscono loro, inconsapevolmente,  anche i loro errori dal linguaggio al modo di vivere di vedere i problemi e di affrontare la vita. Cosi bambini crescono gia vecchi ritenendo di dover copiare ed applicare i modelli proposti. Nel Sud Est Asiatico cosi si difonde il concetto che la nascita di una bambina femmina sia una disgrazia, che il mondo sia governato da forze esterne, che il calore guarisce (terribile), eccetera.
In Italia forse la Mafia si tramanda in questo mondo ma anche l'atteggiamento verso lo stato e il servilismo verso i potenti.
I nuovi stregoni non sanno (forse) di esserlo. Il sistema dell'istruzione non è molto cambiato dall'organizzazione delle tribù di milioni di anni fa. L'istruzione considera gli studenti un contenitore entro cui versare quello che l'"elite degli stregoni" ha deciso essere la cultura miscelando nozioni ma anche errori che pregiudicheranno per sempre la possibilita di chi riceve questo "patrimonio culturale" di scoprire il "numero" o "il cerchio" o "la legge di gravità". I giovani ripartiranno da dove sono arrivate le generazioni precedenti.
Il fatto di procedere dalla situazione precedente è comunemente visto come il vantaggio principe che consente il progresso perche fa compiere alle nuove generazioni un balzo di milioni di anni. Per esempio si ritiene che senza la trasmissione dell'eredità culturale si ripartirebbe dall'invenzione del fuoco dei tempi primitivi . Ma credo che altrettanto vero è che l'eredità culturale include gli errori e talvolta la malafede di generazioni passate e concetti errati forse si stanno propagando da tempi remoti.
Chi cerca di rompere l'accerchiamento e di cambiare gli schemi è visto con riprovazione forse in un inconscio desiderio di tutelare la "religione" della cultura che non ammette peccato.
Partire da zero o partire dagli errori, dalle limitazioni, dai preconcetti, dagli interessi di migliaia di anni.
Esiste una via diversa? Esiste un modo lasciare a chi vuole accedere alla cultura la possibilità di scoprire la sua strada di libertà rispondendo alle sue istanze di informazione ma privando il sistema dell'istruzione di gerarchia e burocrazia? Prima di rispondere credo che tutti dovremmo chiederci quanto influisce sul nostro giudizio il condizionamento culturale.





Friday, June 8, 2012

Visione catastrofista


Uno degli aspetti positivi della crisi è che sta mettendo il luce la verità cruda (solo su alcune aree). Gli Italiani visti alla luce della crisi perdono il loro aspetto bonario di buon senso e di buoni sentimenti che si erano costruiti faticosamente nel dopoguerra.
La gente di oggi si rivela permeata di desiderio di conquista senza scrupoli e senza morale pronta a dare appoggio a chi sventola la bandiera della ricchezza.
Non si puo fare a meno di avvertire nel complesso un rinnovato desiderio di rivalsa ( o di vendetta? )  che coglie tutte le occasioni per riemergere periodicamente. Anche i fischi a Monti e Napolitano danno una idea di come niente è cambiato dai tempi del fascismo: gli italiani vogliono quello che vogliono e non intendono sentire ragioni e votano per una visione della realta semplificata dall' imbanditore di turno rinunciando consapevolmente a qualsiasi pensiero critico.
Nessuno pare rendersi conto di come sia anomalo il fatto che non esiste una alternativa politica valida e che tutte le proposte sembrano sempre più coincidere con deliri che sanno di patologico.
Forse questo dipende dal fatto che siamo stati cosi bravi da riuscire a invalidare tutte le proposte disponibili mischiando senza pudore vero e falso.
Cosi nessuno crede piu in una nuova scuola che ritrovi nuovi valori autentici fuori dai singhiozzi programmati dei politici, fallita la riforma (rivoluzionaria?) del 68 e fallite tutte le successive vanificati tutti li sforzi e azzerati tutti i contenuti cosi che adesso non c'è più niente da provare che abbia conservato valore.
Ok questa è una visione assolutamente catastrofista cerchiamo quello che c'è di buono facciamolo crescere apriamoci alla speranza.

Monday, May 16, 2011

"e non fate rumore, quando arriva il direttore utti in piedi e battete le mani"

La scuola era già morta 50 anni fa o forse da secoli. L'obiettivo della scuola da da lungo tempo puo essere riassunto nella canzone di Edoardo Bennato "In fila per tre" ( per chi fosse troppo giovane per ricordarselo ne posto qui qualche strofa ( a me diverte ) :

"Presto vieni qui, ma su, non fare così,
ma non li vedi quanti altri bambini
che sono tutti come te, che stanno in fila per tre,
che sono bravi e che non piangono mai

è il primo giorno però domani ti abituerai
e ti sembrerà una cosa normale
fare la fila per tre, risponder sempre di si
e comportarti da persona civile

Vi insegnerò la morale, a recitar le preghiere,
ad amar la patria e la bandiera
noi siamo un popolo di eroi e di grandi inventori
e discendiamo dagli antichi Romani

E questa stufa che c'è basta appena per me
perciò smettetela di protestare
e non fate rumore, quando arriva il direttore
tutti in piedi e battete le mani"

La scuola è stata vista da sempre inadeguata. Il passaggio ad un diverso concetto di cultura e di un un diverso modo di farla conoscere è stato quotidianamente tradito per ignavia degli studenti, per convenienza delle istituzioni e dei politici,
La scuola come sede e santuario della conoscenza si è sempre rivelato falso e questo è stato dimostrato dalle storie di persone passate dallo stato di analfabetizzazione alla laurea in pochi anni.
La funzione della scuola è sociale, adesso. Va ripensata. Almeno venti anni fa un ente di ricerca USA ha fatto un esperimento in Brasile per realizzare non una scuola che propinasse conoscenza a dosi ma una scuola che insegnasse ad imparare raggiungendo risultati che hanno convalidato il metodo. Naturalmente niente ha avuto seguito.
Senza la "scuola" la società di oggi conoscerebbe una gioventù incapace di autodeterminarsi e che sicuramente sarebbe un pericolo per se e per gli altri.
La scuola di oggi, le biblioteche e le piazze sono internet.
L'informatica, intesa come insegnamento, ha dimostrato l'inutilità di un percorso formativo che viene sconvolto in una frazione del tempo necessario a cambiare le strutture.
In tutti gli altri campi dal latino alla filosofia, dai metodi per costruire un arma alla socializzazione piu spinta l'ITC si è sostituita alla scuola dando modo a chi vuole di essere un esperto fai da te mettendo a diposizione una tale scelta di informazioni,
aggiornate in tempo reale, che travalica qualsiasi possiblità scolastica.
Tutto questo per dire che la scuola non era affatto nelle sue origini una somministrazione di conoscenza a domanda ma era interazione col mondo reale mediato dall'esperienza ma inserito in un contesto autentico e non artificiosamente creato da un addetto del ministero

Saturday, April 9, 2011

Discussione: Creatività in scatola ?

Piero scusami ma credo che la tua risposta sia un po vaga. Mi pare che tutti sono d'accordo dull'importanza dell"inovazione" e che sia il punto di snodo del sistema italiano per passare da un sistema politico-sociale-economico bloccato qualcosa che contenga abbastanza innovazione da permetterci di riprendere un posto onorevole a livello mondiale.
Ora onestamente non credo che questo si possa ottenere con un approccio cosi debole.
Intanto non trovo traccia nel tuo ultimo post

<<2) Coltivare la creatività sotto ogni forma in tutta la popolazione.
La creatività sconfigge 2) Coltivare la creatività sotto ogni forma in tutta la popolazione.
La creatività sconfigge razze, etnicità, età, preferenze sessuali e reddito. I creativi vengono dalla strada tanto quanto dalle università. Non incoraggiare queste doti in tutta la popolazione rappresenta un enorme spreco di potenziale creativo. I creativi vengono dalla strada tanto quanto dalle università. Non incoraggiare queste doti in tutta la popolazione rappresenta un enorme spreco di potenziale creativo>>

Tu parli di genitori, scuole, organizzazioni sociali : ma dove è andato a finire l'approccio alle diverse <> ? e quando mai genitori, insegnanti e ambienti lavorativi si sono occupati di "strada" ?
L'innovazione intesa come un approccio non convenzionale che scavalcando taboo di tutti i tipi riesce a dare l'impulso perche il corso delle cose segua un corso imprevisto ma compatibile coi desideri e progetti della comunità non mi pare una cosa tanto facilmente definibile ne trasferibile per definizione. Sara difficile che possa essere trasformato in una specie di programma di "educazione civica per le scuole" o di un bel master della Bocconi perche nello stesso momento in cui avverrebbe diverrebbe determinato e quindi completamente inutile. In poche parole secondo me l'innovazione e la creatività non convenzionale non si insegnano ma si scoprono dentro chi gia la possiede. Quello che possiamo fare è darci da fare per scoprirla, favorirla, potenziarla eccetera.

Io penso che quello che farei se dovessi provvedere a individuare questi creativi innovatori sarebbe di cercare questo qualcosa che puo cambiare il corso del nostro modo di affrontare i problemi ovunque, tra i barboni nelle strade, gli immigrati, gli anziani, i bambini, i ricchi , i poveri, i geni e gli idioti.
La cultura in scatola in questo caso serve a poco o niente nonostamte possa avere l'etichetta di grandi nomi o di grandi universita.
Tutto questo puo risultare esagerato e francamente irritante perche interrompe il tranquillo svolgersi degli eventi, gli orari di lavoro, le vacanze, i figli da portare in piscina eccetera.
Ma se guardate dall'altra parte dell'oceano vedete che ci sono popoli che lavorano freneticamente accettando di non risparmiarsi e che fanno del successo la loro passione personale.
Per ora sono ancora fermabili ma se niente cambierà allora integreranno nel loro approccio tutta la tecnologia e la qualita occidentale e in quel momento noi avremo perso la nostra unica ragione di supremazia.
Discussione LinkediIn con Piero Ponti Sgargi.

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