Search This Blog

Showing posts with label quanti. Show all posts
Showing posts with label quanti. Show all posts

Tuesday, March 19, 2013

IO-universo in pillole

Appunti

Aforisma di Luigi Pirandello: “ E non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto 'gli altri dentro di te'." 

I concetti scientifici in genere e quelli della fisica secondo me stanno attraversando oltre 100 anni profonde crisi che scuote dalle fondamenta l'edificio della conoscenza del mondo. L’incertezza sui postulati di base, l’incertezza sull’isolamento delle osservazioni minano concetti che precedentemente erano la base delle certezze.
La fisica quantistica in particolare continua col suo lavorio di disgregazione rendendo incerto il concetto di corpo (almeno in ambito quantistico) e di particella con gli esperimenti della doppia fenditura (che materializzano paradossi), quello dell’entanglement quantistico e altri.
La mia critica ai concetti base della fisica parte dalla critica del concetto di punto che per quello che ne so è tuttora non completamente accertato e condiviso.
Il concetto di linea introduce immediatamente una complessità che non mi pare risolta con gli elementi di cui disponiamo perche si porta dietro concetti di spazio e di tempo ( benché sulla linea si trovino infiniti punti rimane sempre tra un punto  e un successivo qualcosa da colmare con una entità diversa).
La fisica contemporanea ha probabilmente dovuto ammettere che il “punto materiale” non riusciva a rendere conto dell’universo nella sua complessità e attualmente cerca di introdurre entità addizionali come ad esempio le stringhe o la teoria degli universi multiversi o paralleli.
Questa è una delle mie visioni di un corpo macrofisico:
Ipotizziamo un corpo che conosciamo bene e che ci appare come solido e “sicuro” una sbarra metallica. Fissiamo l’attenzione su di essa e facciamo girare l’orologio al’indietro di pochi secondi, minuti, giorni, ore, secoli, millenni: vedremo la sbarra muoversi per tonare per esempio nel negozio dove è stata acquistata e poi nello stabilimento che l’ha costruita, la vedremo tornare nel reparto che l’ha lavorata poi nel crogiuolo che l’ha fusa diventare atomi del metallo liquefatto miscelata ad altre quantità di metallo poi tornare materiale estratto nella miniera.
Ipotizziamo quindi di spostare l’orologio in avanti e di vedere la barra ricoprirsi di ossido corrodersi e diventare polvere di ossido di ferro col passare degli anni.
Come trovare la posizione della barra quando si trova miscelata al metallo fuso di tanti e diversi altri oggetti? E quando si trova in stato di polvere sottoterra o quando diventa gas nello spazio?
Secondo  me parlare di un oggetto “barra” isolato definito, dotato di posizione di dimensioni eccetera diventa impossibile la barra è parte di un “brodo primordiale” in cui non ha senso parlare di posizioni, velocità eccetera di un oggetto definito cosi come non ha senso di farlo di una nuvola o di una macchia di colore un uno stagno.
Il concetto di corpo è intimamente legato ad un concetto di esistenza di qualcosa che permane nel tempo e nello spazio ma per le osservazioni che ho fatto prima secondo me è impossibile definire effettivamente un corpo.
Quello che noi chiamiamo corpo corrisponde a fissare la nostra attenzione per attivamente separare qualcosa dal fluido spazio temporale in cui si trova immerso. E questo significa che siamo noi a scegliere tra le infinite combinazioni una serie di parametri che ritagli il corpo dal caos in cui si trova immerso.
Il concetto di identificazione riguarda anche l’osservatore, noi, che per esistere dobbiamo essere noi stessi sempre.
La memoria non offre strumenti sufficienti per validare di essere noi stessi se si sottopone la questione ad una analisi logica stringente. A meno di non ammettere che siamo l’unica entità dell’universo.

Al fine di superare le difficoltà su elencate ma sapendo che una ipotesi ha solo il valore di ipotesi ho tracciato quella dell’IO-Universo che riporto in forma concisa con li aggiornamenti e le estensioni ad oggi.

Pillole di IO-Universo:
L’universo è costituito da una sola entità e da una sola persona che implica la non esistenza di nessun altro né nessun’altra cosa al di fuori.
Essere tutto elimina i problemi di identificazione.

-         Notazione: IO con le lettere maiuscole si riferisce all’entità IO-Universo
-         Essere l’unica entità è compatibile con la percezione degli “altri” come metafore
-         L’IO-Universo non ha caratteristiche della divinità di religioni esistenti perche non implica onniscienza, onnipotenza, eccetera.
-         L’IO-Universo implica la capacità di modificare il mondo: IO se voglio posso muovermi o spostare un “oggetto(metafora) ”
-         IO so quello che posso fare e quello che è impossibile fare. Quando desidero fare una cosa possibile questa si verifica.
-         Se desidero  fare una cosa che ritengo impossibile questa non si verifica (non posso volare)
-         Modifica del mondo: Ricevere l’informazione che voglio muovere una mano e ricevere l’informazione che la mano si muove.
-         L’IO-universo è tutto quindi IO sono anche l’informazione.
-         Domanda: Una realtà che mi è sgradita è compatibile con l’IO-Universo? Se IO sono tutto chi altro determina la realtà? Possibile risposta: L’IO-Universo non determina la realtà e sono prive di senso le questioni di realtà gradite o sgradite,  la realtà è solo nell’unico modo in cui può essere.
-         l’IO-Universo comprende (IO sono )  la sofferenza, la malattia, il sonno perche anche questi sono inclusi nell’IO-Universo ( per esempio: il sonno come metafora).
-         Morte dell’IO-Universo:  La morte come coscienza della non esistenza è impossibile.  La morte come metafora, IO sono tutto quindi anche la metafora della vita e della morte.

Bangkok 22/settembre/2012
Dino Gruppuso

Ho raggiunto un nuova coscienza rispetto all'IO-Universo che prima mi sembrava una teoria dai risvolti solo personali. L'IO-Universo non è affatto una teoria come tante e dal valore solo spirituale o morale. Credo che l'IO-Universo sia NECESSARIO per poter procedere ad analizzare il mondo come lo conosciamo, le sue implicazioni, i suoi comprtamenti profondi


Wednesday, October 17, 2012

La meccanica quantica SECONNO NOANTRI

Un po di scienza fatta in casa per tutti
by 0b1kenobi

Cerco di riassumere brevemente e semplificare (a mio modo, cioè senza pretese) la questione della Meccanica Quantistica e delle implicazioni filosofiche che ne conseguono. La meccanica quantistica è nata alla fine del 1800 e ha avuto grande impulso nel primo 900 grazie al contributo di tutti i maggiori fisici del mondo Einsten, Plank, Dirac, Heseinberg, Schrödinger, eccetera.
L'esperimento chiave su cui ancora i fisici e i laboratori di tutto il mondo si interrogano è quello chiamato della "Doppia Fenditura".
Keywords su google (italiano) "doppia fenditura" Oppure "Meccanica Quantistica"
Keywords su google (English) "double slit" Oppure "Quantum Mechanic"
Consiglio di cercare anche nelle immagini che spesso danno risultati piu concisi.
Consiglio di guardare anche nella ricerca di filmati. 

Il video http://www.youtube.com/watch?v=7z-fZfgubWg riguarda l'esperimento eseguito a Bologna nel 1976 diventato famoso nel mondo e premiato.

Descrivo a modo mio l'esperimento con parole estremamente semplici e spero di dare un qualche aiuto.
Premessa: questo esperimento apre la porta ad innumerevoli domande a cui per lo più la fisica ancora non ha dato risposte soddisfagenti e condivise. E' meglio prima capire bene quale è il contesto e poi procedere.

Esperimento della doppia fenditura ( a modo mio ) 
Vogliamo lanciare delle palle da tennis verso uno schermo che pero immaginiamo conservi le tracce degli impatti.
Lanciando le palle da tennis è chiaro che si distribuiranno uniformemente a caso sulla superficie e genereranno le relative tracce.
Come secondo passo interponiamo un diaframma con un buco in mezzo. Continuando a lanciare le palle e regolando opportunamente la distanza del diaframma e le dimensioni del foro ci saranno un certo numero di palle che attraverso il foro giungeranno sullo schermo e genererrano delle tracce aggensantesi attorno ad un punto. Questo è intuitivo.
Adesso cambiamo la forma del buco sul diaframma da circolare a rettangolare (una fenditura) . 
Continuando a lanciare le palle naturalmente si vedranno le tracce sullo schermo addensarsi in una forma in qualche modo simile alla forma della fenditura.
Adesso complichiamo un po le cose aggiungendo una seconda fenditura identica e parallela.
Ci aspettiamo che continuando a lanciare le palle da tennis dovremmo vedere che le tracce sullo schermo che si affensano attorno a due rettangoli corrispondenti alle fenditure. In effetti tutto questo esperimento puo essere fatto davvero e da come è pacifico per tutti esattamente questi risultati.

Cosa succede se eseguimo lo stesso esperimento con fotoni (un pezzetto di luce) o di elettroni ( un pezzetto di materia)
Succede che lanciando fotoni attraverso due fenditure al posto di avere tracce sullo schermo che proiettano le fenditure vediamo man mano che procedono i lanci addensarsi tracce in secondo una sequenza di intensita diverse tali da rispecchiare quelle che si osservano nel caso di interferenza di raggi luminosi.
Questo ha fatto urlare di giubilo i fisici che sotenevano la luce è una onda.
Continuando ad indagare si scopre che natualmente se si chude una fenditura allora finisce l'interferenza.
Ma i fisici sono stati piu curiosi. Hanno cominciato a mandare un solo fotone per volta e a guardare la relativa traccia sullo schermo. In effetti ad ogni fotone ( o elettrone) inviato compariva una macchiolina sullo schermo proprio come con le palle da tennis.
Allora i fisici si sono chiesti: ma se quando lancio un fotone produco una sola traccia sullo schermo come mai alla fine avviende l'interferenza ( cioè si sommano i chiari e scuri della feritoia uno con quelli della feritoia due)?
Un fotone alla volta non dovremme interferire ma solo generare una macchia circolare nell'intorno del rettangolo corrispondente ad una delle due feritoie.
Per indagare meglio si sono messi in testa di scoprire se lanciando un fotone passava dalla feritoia uno o dalla feritoia due. Per fare questo sono stati escogitati sistemi estremamente sofisticati tali da rendere minimo il disturbo relativo a questo controllo.
Cosa ne è emerso? 
Qualsiasi sia stata la metodologia usata per eseguire il controllo l'interferenza spariva.
Allora si sono spostati i punti di controllo un po dopo le feritoie per essere sicuri che nessuno distrurbasse la decisione della particella di passare dalla feritoia uno o due.
La sopresa è stata che anche in questo caso l'interferenza spariva.
Se proviamo a pensare a quello che succede in termini di palle da tennis sembra che in presenza di due opportune feritoie la palla da tennis invece che passare da una feritoia e impattare lo schermo decide di sdoppiarsi e di passare da entrambe le fenditure impattando lo schermo in una "posizione" che determina la sequenza di chiari e scuri proprie delle frange di interferenza.
Ancora di piu se mettiamo qualcuno a guardare da quale fenditura la palla passa la palla se ne rende conto e comincia a passare solo da una fenditura perdendo l'immagine dell'interferenza.
Siccome le palle stanno gia passando attraverso le due fenditure quando introduco uno che controlla nel percorso fenditura-schermo questo significa che per eliminare l'immagine dell'interferenza la palla deve tornare indietro nel tempo evitare di sdoppiarsi e passare soltanto attraverso una delle due fenditure.
Voglio specificare un aspetto: nel caso del fotone che passa attraverso le due feritoie di ottiene, con l'aumentare del numero di fotoni sparati, che le macchie sullo schermo si dispongano secondo uno schema corrispondente alle frange di interferenza. Come succede? come fa una singola particella a mettersi d'accordo con le altre per produrre le frange? La giusta interpretazione sembra che sia che non esistano ne onde ne particelle e che l'onda associata esprima la probablità che una particella si trovi in una certa posizione.  Quindi è piu probabile che un numero maggiore di elettroni si posizionino in corrispondenza dei picchi delle onde causando addensamento di macchie sullo schermo.


Facebook: Il pupazzo di fango: Filosofia e Quantistica

google analytics