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Saturday, April 16, 2011

"Gli è necessario essere tanto prudente che sappi fuggire l’infamia di quelli vizii che li torrebbano lo stato?" N. Machiavelli, Il Principe, cap. XV

Forse è un mio difetto discutere sempre su tutto, puntualizzare, sottilizzare fare polemica un po esagero e me ne scuso, ma rimango fedele alla convinzione di dire pane al pane e non drogarsi con informazioni ammorbidite.
Da sempre ho avuto l'impressione che se gli italiani dovessero fare una Hit Parade delle cose che piacciono di piu non metterebbero la verità al primo posto.
Forse questo discende dalla nostra storia di un popolo quasi sempre diviso e sottoposto e umiliato da tiranni stranieri o nostrani. La politica di marca italiana mai sembra voler dare al popolo la liberta di conoscere considerandolo piu un gregge da spostare che cittadini da far crescere. Di esempi ce ne sono dovunque forse a partire dagli anni di Cavour, ma gia Machiavelli diceva :

""N. Machiavelli, Il Principe, cap. XV

Resta ora a vedere quali debbano essere e modi e governi di uno principe con sudditi o con li amici. E perché io so che molti di questo hanno scritto, dubito, scrivendone ancora io, non essere tenuto prosuntuoso, partendomi, massime nel disputare questa materia, dalli ordini delli altri. Ma sendo l’intento mio scrivere cosa utile a chi la intende, mi è parso piú conveniente andare drieto alla verità effettuale della cosa che alla imaginazione di essa. E molti si sono imaginati republiche e principati che non si sono mai visti né conosciuti essere in vero. Perché egli è tanto discosto da come si vive a come si doverrebbe vivere, che colui che lascia quello che si doverrebbe fare impara piú tosto la ruina che la perservazione sua: perché uno uomo che voglia fare in tutte le parte professione di buono, conviene ruini infra tanti che non sono buoni. Onde è necessario a uno principe, volendosi mantenere, imparare a potere essere non buono, e usarlo e non l’usare secondo la necessità.
Lasciando adunque indrieto le cose circa uno principe imaginate, e discorrendo quelle che sono vere, dico che tutti gli uomini, quando se ne parla, e massime e principi per essere posti piú alti, sono notati di alcune di queste qualità che arrecano loro o biasimo lo laude. E questo è che alcuno è tenuto liberale, alcuno misero (usando un termine toscano, perché avaro in nostra lingua è ancora colui che per rapina desidera di avere, misero chiamiamo noi quello che si astiene troppo di usare il suo); alcuno è tenuto donatore, alcuno rapace; alcuno crudele, alcuno pietoso; l’uno fedifrago, l’altro fedele; l’uno effeminato e pusillanime, l’altro feroce e animoso; l’uno umano, l’altro superbo; l’uno lascivo, l’altro casto; l’uno intero, l’altro astuto; l’uno duro, l’altro facile; l’uno grave, l’altro leggieri; l’uno religioso, l’altro incredulo, e simili.
E io so che ciascuno confesserà che sarebbe laudabilissima cosa in uno principe trovarsi, di tutte le soprascritte qualità, quelle che sono tenute buone; ma perché le non si possono avere né interamente osservare, per le condizioni umane che non lo consentono, gli è necessario essere tanto prudente che sappi fuggire l’infamia di quelli vizii che li torrebbano lo stato, e da quelli che non gnene tolgano guardarsi se gli è possibile; ma, non possendo, vi si può con meno respetto lasciare andare. Et etiam non si curi di incorrere nella infamia di quelli vizii sanza quali e’ possa difficilmente salvare lo stato; perché, se si considerrà bene tutto, si troverrà qualche cosa che parrà virtú, e seguendola sarebbe la ruina sua, e qualcuna altra che parrà vizio, e seguendola ne riesce la securtà e il bene essere suo."

Ma tornando a fatti più recenti il fascismo ha cementato una Italia nata sulla menzogna, sostituito la verità con le velleità dei politici.
Il fascismo ha educato generazioni di italiani a non cercare mai dentro le cose per paura di trovare realtà imbarazzanti e scomode.
Nei tempi contemporanei non ci vuole molto a riconoscere per esempio nelle omertà dello stato coperte dal "Segreto" dai segreti sulle stragi a quello sulle trattative sulla mafia altri casi in cui la gente è stata tagliata fuori dalla possibilità di sapere.
Neanche provo ad accennare alla droga di stato marcata “la crisi è solo psicologica”
Questa Italia che ha come catechismo giornalistico non scritto “mai cattive notizie nel weekend o prima delle ferie e se proprio bisogna darla tassativa una contemporanea cattiva notizia di qualcun altro” per non urtare le lobbies degli albergatori e simili è una Italia di cittadini sotto tutela come chi soffre di inabilità mentale.
Ma il tema che mi preme è: questo popolo italiano preferisce sapere la realtà cruda per aver modo di affrontarla adeguatamente oppure preferisce illudersi bevendosi dolci statistiche mai confermate, posizioni di supremazia inesistenti, garanzie di rivalsa sui mercati senza fondamento?
Non voglio dare risposte a questo quesito ognuno ragioni da sé

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