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Monday, May 30, 2011

Certe volte innovare puo significare non fare nulla o tornare indietro di secoli ma guardando con uno sguardo dal futuro.

Credo che il primo ostacolo all'innovazione sia pretendere di innovare prima di sapere se realmente è l'innovazione che serve come una specie di re mida che trasforma tutto in oro.
Secondo me l'innovazione è una possibile conseguenza di una visione libera dalle convenzioni capace di percepire il collegamento tra la situazione in atto e la sintesi con le possibili soluzioni creative. Certe volte innovare puo significare non fare nulla o tornare indietro di secoli ma guardando con uno sguardo dal futuro.
Sostituire il vecchio col nuovo non solo non innova ma recede perdendo tutto quello che si è prodotto. Certe volte innovare viene percepito come qualcosa da aggiungere ma spesso innovare significa eliminare i legami che impediscono ai progetti di crescere liberi dai taboo e dai preconcetti.
L'ostacolo ad innovare proviene dalla mentalità di persone incapaci di guardarsi dentro e vedere i propri limiti e quindi senza speranza di una visione limpida.
Innovare per seguire la moda od opporsi all'innovazione per paura di rompere un taboo o una convenzione sono tombe per l'innovazione
Innovare significa non avere paura dell'ignoto ma usare la saggezza dei contadini e degli artigiani che sono quelli che da sempre creano con le loro mani.

Saturday, April 9, 2011

Discussione: Creatività in scatola ?

Piero scusami ma credo che la tua risposta sia un po vaga. Mi pare che tutti sono d'accordo dull'importanza dell"inovazione" e che sia il punto di snodo del sistema italiano per passare da un sistema politico-sociale-economico bloccato qualcosa che contenga abbastanza innovazione da permetterci di riprendere un posto onorevole a livello mondiale.
Ora onestamente non credo che questo si possa ottenere con un approccio cosi debole.
Intanto non trovo traccia nel tuo ultimo post

<<2) Coltivare la creatività sotto ogni forma in tutta la popolazione.
La creatività sconfigge 2) Coltivare la creatività sotto ogni forma in tutta la popolazione.
La creatività sconfigge razze, etnicità, età, preferenze sessuali e reddito. I creativi vengono dalla strada tanto quanto dalle università. Non incoraggiare queste doti in tutta la popolazione rappresenta un enorme spreco di potenziale creativo. I creativi vengono dalla strada tanto quanto dalle università. Non incoraggiare queste doti in tutta la popolazione rappresenta un enorme spreco di potenziale creativo>>

Tu parli di genitori, scuole, organizzazioni sociali : ma dove è andato a finire l'approccio alle diverse <> ? e quando mai genitori, insegnanti e ambienti lavorativi si sono occupati di "strada" ?
L'innovazione intesa come un approccio non convenzionale che scavalcando taboo di tutti i tipi riesce a dare l'impulso perche il corso delle cose segua un corso imprevisto ma compatibile coi desideri e progetti della comunità non mi pare una cosa tanto facilmente definibile ne trasferibile per definizione. Sara difficile che possa essere trasformato in una specie di programma di "educazione civica per le scuole" o di un bel master della Bocconi perche nello stesso momento in cui avverrebbe diverrebbe determinato e quindi completamente inutile. In poche parole secondo me l'innovazione e la creatività non convenzionale non si insegnano ma si scoprono dentro chi gia la possiede. Quello che possiamo fare è darci da fare per scoprirla, favorirla, potenziarla eccetera.

Io penso che quello che farei se dovessi provvedere a individuare questi creativi innovatori sarebbe di cercare questo qualcosa che puo cambiare il corso del nostro modo di affrontare i problemi ovunque, tra i barboni nelle strade, gli immigrati, gli anziani, i bambini, i ricchi , i poveri, i geni e gli idioti.
La cultura in scatola in questo caso serve a poco o niente nonostamte possa avere l'etichetta di grandi nomi o di grandi universita.
Tutto questo puo risultare esagerato e francamente irritante perche interrompe il tranquillo svolgersi degli eventi, gli orari di lavoro, le vacanze, i figli da portare in piscina eccetera.
Ma se guardate dall'altra parte dell'oceano vedete che ci sono popoli che lavorano freneticamente accettando di non risparmiarsi e che fanno del successo la loro passione personale.
Per ora sono ancora fermabili ma se niente cambierà allora integreranno nel loro approccio tutta la tecnologia e la qualita occidentale e in quel momento noi avremo perso la nostra unica ragione di supremazia.
Discussione LinkediIn con Piero Ponti Sgargi.

Saturday, March 26, 2011

I creativi vengono dalla strada tanto quanto dalle università.

Sorgente: Linkedin Piero Ponti Sgargi: "Che cosa deve fare l'Italia per poter intraprendere questo processo di trasformazione e su quali tipi di vantaggio può far leva?

1) Investire in tecnologia, soprattutto in ricerca e sviluppo presso le principali università italiane.
Le università generano e sviluppano nuove idee e tecnologie, sono spesso fonti di piccole aziende tecnologiche che nascono dall'imprenditorialità di studenti e docenti, sono magneti che attraggono talenti e aiutano a rendere la comunità più aperta e tollerante nei confronti di nuove persone e nuove idee.
2) Coltivare la creatività sotto ogni forma in tutta la popolazione.
La creatività sconfigge razze, etnicità, età, preferenze sessuali e reddito. I creativi vengono dalla strada tanto quanto dalle università. Non incoraggiare queste doti in tutta la popolazione rappresenta un enorme spreco di potenziale creativo.
3) Alimentare la tolleranza e l'apertura verso il nuovo e il diverso.
L'Italia è un paese dove i valori di "espressione individuale" non sono ancora pienamente sviluppati; dove si tende a valutare e giudicare gli individui più sulla base del rispetto di norme e convenzioni sociali tradizionali che non per loro capacità specifiche, di pensiero autonomo e indipendente. L'Italia deve imparare a coltivare e apprezzare sempre di più i valori di apertura sociale, così come di accettazione di diversità culturali, sociali e razziali.
4) Valorizzare le risorse esistenti.
L'Italia ha moltissime risorse che potrebbero consentirle di competere nell'economia creativa; ha un patrimonio enorme da riscoprire, utilizzare e aprire al mondo. Grandi e splendide città come Roma, Venezia, Firenze, e anche molti altri centri urbani più piccoli ma comunque ricchi di storia, cultura artistica, ambientale, alimentare, possono divenire centri in grado di attrarre talenti e creativi da tutto il mondo. Città come Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli, Torino e altre ancora, sono tutte potenziali candidate per divenire i prossimi centri creativi.

L'Italia, come le altre nazioni, non può più prosperare e neppure sopravvivere facendo affidamento su approcci tradizionali composti da più o meno bilanciati mix di politiche industriali, sovvenzioni, tagli fiscali alle imprese e un'eccessiva attenzione all'impresa e alla "produzione". C'è bisogno di iniziative coraggiose, nuove e di più ampio respiro che spostino l'orientamento dalla produzione alla "creazione", dalle imprese alle persone, e che rendano il paese un centro in grado di attrarre e valorizzare nuovi talenti provenienti da ogni parte del mondo. L'alternativa è continuare a guardare al passato mentre i migliori talenti vanno a rincorrere i loro sogni altrove."
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Ob1kenobi : "Può sembrare incredibile ma chi ha sempre vissuto dalla parte delle classi agiate non sembra rendersi conto che esiste un mondo italiano che ha perso ogni fiducia in tutto ciò che che ha il marchio della ufficialità, dello stato, della politica. Questo secessione Italiana silenziosa che ha preso avvio molti anni fa e che si sta solo ampliando ha dovuto prendere atto che opportunità non è collegato con innovazione, capacità ma è collegato inesorabilmente ad un intrallazzo dove qualcuno vigilerà che sara solo chi è "accreditato" che andrà avanti. Questo qualcuno potrà essere un la politica, le istituzioni, le banche, le universita, le grandi aziende eccetera. Questa Italia separata in casa è il bacino naturale della malavita organizzata, dell'usura, del lavoro nero, eccetera. Questa Italia è anche quella del non voto ma molti invece vanno a votare per inerzia per interesse.
Per questa Italia se c'è successso allora di sicuro c'è anche il trucco"

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