Search This Blog

Showing posts with label Vacca. Show all posts
Showing posts with label Vacca. Show all posts

Monday, July 9, 2012

Roberto Vacca: bosone di Higgs - capirlo? parlarne?


Allego articolo sul bosone di Higgs, pubblicato oggi da IL CAFFE' di Locarno.
Cerco di spiegare come la fisica teorica moderna abbia prodotto strumenti così potenti e comprensione così profonda che può superare il dettame di Galileo [esperienza e sensi anteposti a ogni discorso].
Ora si ragiona su enti che devono esistere perché siano spiegabili fenomeni o processi osservati. Questi ragionamenti sono così ben fatti che poi quegli enti vengono osservati davvero.
Per capire di che cosa si tratti, però, bisogna studiare a lungo e approfondire -- i discorsi semplificati dicono poco.
Poi credo che scriverò un pezzo sulla materia oscura: pare che certi tedeschi l'abbiano osservata e misurata.
Best
Roberto


Non ci sarà mai UNA ultima invenzione – e capisce quelle attuali solo chi studia tanto   -  di Roberto Vacca,   IL CAFFE’ .8 Luglio 2012.
Nel 1948 furono inventati i transistor: “Piccoli elementi solidi atti a costituire circuiti elettronici, in cui fluivano quantità minime di energia”. Ci si sarebbero realizzati radio, televisori, forse computer. Un ingegnere che conoscevo era scettico:
“Quando mai? È un’esagerazione giornalistica!”
Poi si convinsero tutti. Ci fu una invasione di radioline. Pochi anni dopo vennero i grandi computer allo stato solido sempre più veloci. L’impatto della scienza sulla tecnologia fu rapido. Gli utenti finali non si chiedevano come funzionassero transistor e radio, ma gli ingegneri lo capivano bene. Gli elettronici di oggi conoscono teoria e pratica di transistor e chip.. Costruiscono televisori, computer, robot e i gadget che usiamo e di cui si parla di continuo. I progressi sono continui, tangibili. Le loro genesi e meccanismi sono familiari almeno a parecchi esperti. Sono intuiti, in modo superficiale, anche da una parte del pubblico. La fisica dello stato solido (dei transistor, dei chip) è complessa, ma “si capisce”.
Invece è estremamente più arduo capire i progressi della fisica moderna. Al CERN di Ginevra è stato rilevato il bosone di Higgs, uno dei 6 bosoni elementari. La sua esistenza fu arguita nel 1964: doveva esistere per spiegare la coerenza di altre osservazioni fatte, ma non era stato ancora osservato.
Da Planck in poi i fisici si sono scostati nettamente dal principio di Galileo "Ciò che l'esperienza e i sensi ci dimostrano, devesi anteporre a ogni discorso ancorchè ne paresse assai fondato." Prima si definisce la natura di oggetti che, soli, possono spiegare processi complessi. Poi, vengono osservati e misurati. Fermi definì nel 1934 il neutrino, la cui emissione avrebbe spiegato come un neutrone decada producendo un protone e un elettrone: i neutrini furono osservati da F. Reines nel 1958. Abdus Salam definì nel 1968 i bosoni “gauge” W+, W- e Z che mediano la forza nucleare debole: furono osservati da Rubbia nel 1983. Questi scienziati ebbero tutti il Premio Nobel.
Taluno dice: “Ora che si è “visto” il bosone di Higgs, si è capito tutto. Non ci saranno più scoperte.” La frase non ha molto senso. Certo la scoperta avrà conseguenze interessanti, anche tecnologiche – in avvenire Ora, soprattutto, i fisici d’avanguardia capiscono meglio quale sia l’origine della massa delle particelle elementari. Ma già questa affermazione per essere capita impone a ogni non esperto, di studiare a lungo solo per capire la definizione degli enti di cui parliamo:
“I bosoni sono particelle a spin intero (non frazionario). Sono governati dalle statistiche di Bose-Einstein, non da quelle di Fermi-Dirac. Sono bosoni: i mesoni, i fotoni, i gluoni e i nuclei con numero di massa pari (come quello dell’elio), i 4 bosoni gauge, il bosone di Higgs e i gravitoni.”
E che c’è da scoprire ancora? Quasi tutto. Molti fisici pensano che esistano i multiversi. Sono ipotetici insiemi di universi multipli coesistenti in diverse dimensioni dello spazio o a distanze enormi gli uni dagli altri. Ciascuno avrebbe, come il nostro, tre dimensioni spaziali (o forse di più) e una temporale. Non sono osservabili. Altri fisici famosi  dicono che l’universo è fatto di stringhe. Sarebbero entità a una dimensione, cento miliardi di miliardi di volte più piccole di un nucleo atomico. Neanche le stringhe sono osservabili, ma taluno - ardito - sostiene che con la teoria delle stringhe si dimostra che i multiversi sono reali e che il nostro mondo ne è una proiezione olografica. Molti premi Nobel dissentono: quella teoria non ha basi sperimentali.
Il fisico Brian Greene ha pubblicato sull’argomento La realtà nascosta: Universi paralleli e le profonde leggi del cosmo”. Una teoria dei multiversi fu esposta già nel 1957 da Hugh Everett. Un elettrone ha una probabilità p di emettere un fotone e una probabilità (1-p) di non emetterlo, ma un evento non escluderebbe l’altro: se nel nostro universo lo emette, subito si creerebbe un universo alternativo in cui non lo emette. Ogni processo subatomico soggetto alla elettrodinamica quantistica sdoppierebbe l’universo – ne esisterebbero, quindi, tanti paralleli e in ciascuno avverrebbero cose diverse. La elettrodinamica quantistica in base a relazioni matematiche probabilistiche permette di prevedere i risultati di esperimenti ancora non effettuati con la precisione di una parte su 100 miliardi. Non consente, però, di prevedere eventuali effetti di fenomeni subatomici su oggetti macroscopici e certo non sull’intero universo. Queste teorie non possono essere confermate, né falsificate dall’esperienza: vanno considerate come “vaccinate”, cioè non dibattibili, nè interessanti. Come scrisse Feynman:”Abbiamo bisogno dell’immaginazione, ma costretta in una terribile camicia di forza”.
Greene arguisce anche: se l’universo è infinito deve contenere copie del nostro sistema solare, della Terra, di noi stessi che differiscano fra loro solo per qualche dettaglio. Lascia freddi questa ipotesi: se queste copie esistono a miliardi di anni luce da noi non possiamo saperlo e non ci fa differenza.
Non ci attendiamo scoperte straordinarie solo in fisica. Gli strumenti della fisica stanno permettendo di studiare e capire il funzionamento del cervello umano: l’oggetto più complesso, interessante e ancora non bene noto dell’universo. Potremo capire chi siamo, come siamo fatti, come possiamo curarci meglio. Ogni giorno i panorami delle cose nuove da scoprire e da capire si rivelano più vasti e interessanti. I grandi scienziati  ci possono sembrare troppo eccelsi e irraggiungibili. Anche ciascuno di noi, però, sa bene che, se ci prova, può aprire la sua mente a capire le discipline antiche, anche umanistiche, e quelle moderne: nanotecnologie, biofisica, cosmologia, biologia molecolare, scienza dei computer. Non c’è limite – e, dove non riusciamo ad arrivare, esortiamo i nostri figli a provarci.

Monday, June 11, 2012

DIARIO SUI ROBOT DI FUKUSHIMA – Roberto Vacca, 10 Giugno 2012.


Allego un estratto che ho preso dai diari di un responsabile dei robot
usati a Fukushina dopo il disastro. Il diario è stato ritirato da Web da
qualche mese.
È una lettura drammatica.
Avevo reperito il diario in rete già molti mesi fa e, a quel tempo, avevo
proposto di scrivere un articolo a vari giornali (IlSole24Ore, La Stampa, Il
Mattino) - ma non lo ritennero interessante.
Purtroppo questo documento è sempre attuale - ma i mezzi di comunicazione di
massa continuano a pubblicare altre cose, concentrandosi spesso su
dibattiti di parole, su eventi volatili e su persone note ma non molto
interessanti.
Mi scuso del ritardo con cui lo diffondo. Credo di aver fatto bene a
diffondere i miei scritti mandandoli direttamente agli amici.
Best
Roberto 

DIARIO SUI ROBOT DI FUKUSHIMA – Roberto Vacca, 10 Giugno 2012.
A monte del disastro della centrale nucleare di Fukushima dell’11 Marzo 2011, erano mancate difese adeguate. La rete elettrica giapponese era divisa in due parti a frequenze diverse (50 Hz e 60Hz) fra le quali un convertitore di frequenza poteva (e può) trasmettere solo l’uno per cento della potenza generata. La scelta della località della centrale era stata disastrosa: pericolo di tsunami di 40 metri un paio di volte al secolo e difese contro il mare del tutto inadeguate. Avvenuto il disastro, i tecnici non potevano entrare nelle centrali per non subire gli effetti di radiazioni nucleari pericolose. Si poteva rimediare facendo entrare nei fabbricati robot radiocomandati muniti di telecamere. Quelli giapponesi, però, avevano telecamere inadatte a funzionare in presenza di radiazioni.
Una settimana dopo il maremoto, il costruttore americano iRobot mise gratuitamente a disposizione due piccoli robot Packbot e due più grandi robot Warrior 710 muniti anche di braccia meccaniche per rimuovere detriti e rottami e manipolare oggetti. I tecnici giapponesi dovettero essere addestrati a usarli. L’impiego pratico potè iniziare solo un mese dopo il disastro. I robot erano muniti di 5 telecamere di cui una a raggi infrarossi, di un dosimetro, un analizzatore di particelle e uno dei tassi di ossigeno, idrogeno e gas organici. Ogni robot ha un ricevitore GPS in modo che la sua posizione viene determinata esattamente quando è all’esterno. Dentro i fabbricati, la posizione viene calcolata o stimata dalle immagini delle telecamere.
Le difficoltà incontrate erano documentate (tra aprile e luglio 2011) dal diario di un operatore giapponese, noto solo con le sue iniziali S.H. I diari erano intitolati “Dico tutto quel che voglio”. Le note di S.H. sono state scaricate da Web (prima che fossero cancellate) da un redattore del mensile SPECTRUM dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers [e.guizzo@ieee.org].. Ne risultano situazioni gravi e critiche. S.H. racconta che dopo una lunga operazione in cui aveva dovuto avvicinarsi molto al robot (data la scarsa portata della connessione radio) l’allarme del dosimetro che misurava il livello di radiazioni che aveva assorbito cominciò a suonare. Il suo supervisore gli disse che il dosimetro era difettoso e che continuasse a lavorare.
I robot americani con telecamera entrarono nel fabbricato della centrale N°1 il 3 giugno (84 giorni dopo il terremoto).
Due diverse aziende, sotto contratto con la TEPCO (Tokyo Electric Power Company, proprietaria della centrale) gestivano un robot ciascuna. A metà maggio S.H. riferisce: “Continuiamo l’addestramento. È disagevole manovrare i robot attraverso le porte doppie, sui pianerottoli e poi farli salire ai piani superiori mandandoli in retromarcia. Lo stress di nopi operatorio è notevole.”
“Il 19 maggio la Prefettura di Fukushima ordina di interrompere le operazioni. Il morale degli operatori è a zero. Ci occupiamo con qualche lavoro di manutenzione non urgenti e ci accorgiamo che i robot presentano già segni di usura, sebbene siano robusti modelli militari.”
“30 Maggio – stamattina ho trovato il bagno occupato da uno sconosciuto ubriaco che si era addormentato per terra.”
31 maggio – Tre operatori hanno completato l’addestramento con i robot. Principalmente hanno imparato a farli andare su e giù per le scale. Se c’è bisogno di noi potremo andare a fare il nostro lavoro ovunque nel mondo.
“1 Giugno – ho letto le dichiarazioni ufficiali del governo. Mi pare che sottovalutino la gravità della situazione.”
“3 Giugno – I robot sono entrati nel reattore N°1. Abbiamo usato telecamere e controllo radio. Il livello delle radiazioni è di 60 milliSievert/ora, ma ho trovato un punto caldo in cui raggiungeva 4 Sievert/ora.”  I cingoli dei robot slittano  sui pavimenti e incontrano difficoltà con gli ammassi di detriti.
“15 Giugno – Usiamo Ethernet per le comunicazioni e abbiamo collegato un cavo per LAN (Local Area Network). Il robot ne ha steso 45 metri. Poi ci siamo fermati perché il cavo non ha un riavvolgitore automatico
“16 Giugno – comincio a usare i robot grandi Warrior che possono sollevare anche 250 kg.”
“19 giugno – molti operatori dovevano avere un giorno di riposo o sottoporsi a test medici, ma un funzionario governativo ha deciso che non c’era tempo per queste cose e che dovevano avere un altro giorno di addestramento.
“20 giugno – problemi con la stabilità dei robot Warrior: l’aderenza è diversa nel cingolo destro e in quello sinistro, occorre molta cura perché sulle scale non ruotino su se stessi
“23 giugno – usiamo i PackBot in un’area ove è alto il livello delle radiazioni. Un primo robot trasmette i segnali via radio al secondo che è connesso con noi via Ethernet. Il cavo Ethernet è segnalato con coni bianchi e rossi, ma la direzione ha mandato un camion da 4 tonnellate che ha rimosso i coni ed è passato varie volte  sul cavo  che per fortuna non si è rotto – se si fosse rotto i due robot sarebbero rimasti inutilizzati nell’area ad alte radiazioni.
Solo dopo il 23 Giugno arrivarono alcuni moderni robot giapponesi Quince. Erano modelli in cui i circuiti integrati erano vulnerabili alle radiazioni e avevano dovuto essere schermati opportunamente. Nell’ottobre 2011 uno di questi tranciò il proprio cavo e dovette essere abbandonato. I Quince, come i Warrior, sono progettati per uso in caso di disastri, ma nessuno di questi è adatto a trasportare feriti o disabilitati.
“3 luglio 2011 – i Packbot hanno misurato le radiazioni al primo piano del reattore N°3 che era stato decontaminato ieri dai robot Warrior. I livelli di radiazione sono diminuiti del 10%. In alcuni punti il livello è di 80 Sv/h.

Come si vede, la preparazione all’emergenza era inadeguata a Fukushima. La Gestione Totale della Qualità (Total Quality Management) avrebbe dovuto imporre la presenza di apparati e strumenti adatti a funzionare in condizioni estreme (alte radiazioni) e di personale già addestrato.
Sul lungo termine, le strategie energetiche e i problemi di sicurezza non si risolvono con discorsi (anche se “paiono assai fondati”), né su principi ideologici, né su astratti principi di precauzione. Dobbiamo analizzare i fatti, studiare, addestrare tecnici eccellenti, finanziare ricerca e scuole avanzate.

Saturday, April 28, 2012

Corruzione: misurarla - ed eliminarla - di Roberto Vacca. 28 Aprile 2012.


Allego mio articolo su "Corruzione - misurarla, eliminarla"È argomento di cui si parla molto, ma non sono disponibili misure evalutazioni dell'entità del fenomeno. Ho trovato i documenti prodotti daTransparency International e da GRECO (Group d'Etats contre la Corruption).Sono molto istruttivi. In particolare il rapporto GRECO sull'Italia diffusonel 2009 e di cui si è parlato poco o niente. Riporto il link per poterloleggere.Concludo con proposta paradossale di istituire un fustigatore ufficiale.  


Best
Roberto

Corruzione: misurarla - ed eliminarla -  di Roberto Vacca. 28 Aprile 2012.
Dove ti giri, trovi corruzione, furti, concussione (perpetrata da pubblici ufficiali o da ministri), tangenti, stipendi e pensioni pantagrueliche. È difficile sapere a quanto ammonti questo bottino: i criminali coprono le tracce – per fortuna non sempre. Secondo Gherardo Colombo l’ammontare annuo nel 2011 è stato di 60 miliardi di euro (60 G€). Adottiamo la sua stima: è un esperto e ha condotto le inchieste di Mani Pulite, Imi-Sir, Lodo Mondadori, SME. La cifra che indica è grossa: il 4% del Prodotto Interno Lordo. Se la eliminassimo, la nostra economia crescerebbe più di quelle dei paesi nordici.
Speriamo che le scoperte di ruberie e appropriazioni degli ultimi mesi servano da deterrenti - ma: quale è stata la tendenza negli ultimi anni? Ai tempi di Mani Pulite  il PIL era di 1.100 miliardi (in Euro odierni - oggi è di circa 1500). Quindi è verosimile che il bottino sottratto da corrotti e parassiti fosse di una quarantina di miliardi. Una fonte approssimativa, ma credibile, è Transparency International, organizzazione indipendente non governativa fondata nel 1993 da Peter Eigen, già della Banca Mondiale, che promuove trasparenza e responsabilità nello sviluppo internazionale. Dal 1995 questo gruppo pubblica ogni anno tabelle dell’Indice di Corruzione Percepito – valutato per ogni nazione (ne sono considerate 182) mediante ricerche e interviste a esperti, magistrati, commercianti, istituzioni pubbliche. È un indice qualitativo e approssimativo: vale 10 per un Paese ove la corruzione sia assente e vale zero se il Paese è profondamente corrotto. Nel 2011 la Nuova Zelanda sta al primo posto con un indice di 9,5 – all’ultimo posto Somalia e Nord Corea con un indice di 1. La tabella seguente dà numero d’ordine e indice di corruzione per l’Italia negli ultimi 20 anni.

Anno
2002
2004
2006
2008
2011
Indice corruzione
  5,2
  4,8
  4,0
  4,8
  3,9
Numero d’ordine
31
42
45
55
61

La situazione è grave e peggiora. Le leggi ci sono: mancano indagini adeguate, principi etici condivisi ed equità. Sono ben noti casi di parlamentari incriminati e protetti da mancate autorizzazioni a procedere delle Camere. Il Consiglio d’Europa propose nel 1999 una convenzione Internazionale contro la corruzione [http://conventions.coe.int/treaty/ita/summaries/html/173htm] su proposta di 19 Paesi. La Convenzione impegna gli Stati firmatari (riuniti nel Gruppo di Stati contro la Corruzione – GRECO con sede a Strasburgo) a promulgare leggi adeguate che colpiscano pubblici ufficiali (nazionali o comunitari), parlamentari, funzionari e giudici per reati di riciclaggio, falsi contabili, corruzione passiva e attiva.
La Convenzione è stata firmata e ratificata da 43 Paesi. È stata firmata, ma non ratificata da: Austria, Germania, Italia, Lichtenstein, San Marino, USA, Messico. Non è stata nemmeno firmata da Canada, Giappone e Santa Sede.
L’11 Aprile scorso Transparency International ha censurato l’Italia per i trasferimenti eccessivi di fondi pubblici ai partiti politici. I nostri governi, che portano un ritardo di molti anni nel ratificare la Convenzione, hanno atteso che la situazione fosse svelata recentemente per reagire debolmente. I funzionari GRECO redassero il 2/7/2009 un lungo rapporto sulla corruzione in Italia (www.coe.int/t/dghl/monitoring/greco/evaluations/round2/GrecoEval1-2(2008)2_Italy_EN.pdf) Andrebbe pubblicizzato e discusso ampiamente. Rileva autorevolmente fatti noti: legami fra corruzione e mafia; il governo ha mirato a incrementare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, NON a prevenire e colpire la corruzione; molte condanne vengono evitate per decorrenza dei termini o per abuso dell’immunità. Il numero di condanne per corruzione pubblica, furto alla Pubblica Amministrazione, abuso d’ufficio e concussione è diminuito gradualmente da 3.627 nel 1996 a 494 nel 2006. Non era il numero dei reati a decrescere – dell’86,4 % in 10 anni! - diminuivano l’energia e la tempestività nel perseguirli. Il rapporto suggerisce nuove leggi, procedure e snellimenti, che dovremmo discutere ampiamente e apertamente. Non lo hanno fatto i nostri politologi.
Lassismo e apatia sono stati anche favoriti da ingenue teorie. Secondo Robert Klitgaard (“Controlling Corruption”, University of California  Press, 1991) e consulente di 21 governi, la corruzione si combatte con i controlli, che costano. Più corruzione si elimina, maggiori sono i costi. Oltre un certo limite  la società spende di più per i controlli di quanto risparmi in corruzione evitata: conviene tollerarne piccole dosi. Sono bizantinismi, dato che le dosi sono massicce.
Oltre a leggi più stringenti ed efficaci, ci vuole una riscossa morale. Non servono a produrla le prediche dei guru. La può esprimere il pubblico (la società civile?). E’ già accaduto. Mezzo secolo fa nessuno avrebbe creduto che gli italiani avrebbero smesso di vantarsi di non pagare le tasse, di fumare al cinema, di gettare cocci dalla finestra l’ultimo giorno dell’anno, di non superare 130 km/h in autostrada. Invece lo hanno fatto e reagiscono ai trasgressori. I corrotti e i concussori, vanno bloccati prima che si ritirino latitanti nelle ville comprate all’estero con il bottino. L’Italia deve ratificare la citata convenzione del 1999 per rendere più agevoli gli espropri di immobili e capitali in Paesi stranieri.
Servono deterrenti più efficaci. Ad esempio, corrotti e concessori devono essere esposti alla gogna. Non vanno legati in piazza a blocchi di legno e bersagliati con frutta marcia. Una riforma della giustizia dovrebbe istituire fustigatori che in rete e sui media descrivano i loro reati, l’odiosità dei danni che arrecano, la loro infima meschinità, il penoso cattivo gusto. 

google analytics