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Tuesday, December 4, 2012

Uomo della strada contro Einstein: ma la scienza è democratica?

Per coincidenza ho appena assistito alla parte finale di una trasmissione sul tempo su rainews24. Ascoltando i ricercatori non ho potuto non provare una viva sensazione di fastidio e di disapprovazione sentendo parlare delle cose che appartengono a tutti come spazio e tempo come di qualcosa che si adatta e obbedisce alle leggi della scienza. Ovviamente la realta non è affatto questa non è la scienza che fa il mondo ma è l'universo che detta le sue leggi e la scienza prende appunti.

Certo nessuno pensa che la matematica sia un'opinione. Facciamo però una analisi di quello che è il ragionamento delle persone comuni, non geni ma nemmeno stupidi persone di buon senso in grado di valutare e di autovalutarsi con sufficiente equilibrio. Certo bisogna avere il giusto rispetto per chi ha fatto per la scienza più di ogni altro dimostrando grandissime capacità, bisogna ammettere che la scienza è anche lavoro, dedizione di anni certe volte di una intera vita. Quindi non si tratta di fare superficiali asserzioni
Ma dato per contato tutto ciò il problema che voglio porre e che mi sembra non solo una discussione astratta è: può l'uomo della strada mettere in dubbio quello che gli scienziati hanno costruito? E' questo un diritto di tutti? E' anche un dovere? E soprattutto può la scienza sopravvivere se la gente comune smette di dialogare con la stessa scienza?
Quale è e quale deve essere il rapporto tra la gente comune e le cose che hanno asserito le grandi mente di tutti i tempi? Adorazione? Rispetto? O razionale considerazionee critica?
Può l'uomo della strada vedere cose che le grandi menti non hanno visto o vederle in modo diverso in una luce che gli scienziati per qualche motivo non sono stati capaci di vedere?
Quale è la reale distanza tra i "genii" e l'"uomo della strada"? I genii sono sempre genii?
E ancora: e' capace il mondo scientifico di mettere profondamente in crisi le sue fondamenta se si presentano i motivi per farlo o anche all'interno del mondo degli scienziati e ricercatori esiste una autocensura che proibisce di agire contro i mostri sacri o addirittura che rende l'intelletto di chi è da anni all'interno del mondo scientifico incapace di vedere criticamente qualcosa che possa minare la priramide della scienza che ha sulla cima solo pochi?

Tuesday, March 20, 2012

Quanti Einstein sono misconosciuti e magari lavorano in un sottoscala?


Il suo insegnante  non sembrava apprezzarlo molto.
Con tutto il rispetto e la condivisione per chi non ha un lavoro pagato, ma.. 
Non voglio irritare nessuno perche porterebbe fuori strada, cerco colo di capire e magari aiutare a trovare soluzioni. Ho una senzazione strana che riguarda la risposta ai problemi di disoccupazione e devo dire che credo che sia qualcosa che si acquisisce nascendo e vivendo in Italia: è difficile da analizzare ma sembra essere qualcosa che assomiglia alla convinzione che la vita comoda a cui si è abituati sia un diritto assoluto non connesso con nessuna altra plausibile ragione.  La gente invece che trovare soluzioni tipo cambiare lavoro, cambiare modo di lavorare, cambiare  paese eccetera sembra voler solo resistere ad oltranza chiedendo senza condizioni che il mondo si fermi e torni indietro. 
Certo lo so molti dicono di voler andare dappertutto ma quasi sempre le condizioni richieste sono non facili da essere soddisfatte. 
Yes io sono Italiano non mi sento diverso dagli altri solo cerco di capire.

Saturday, April 9, 2011

Grandi scienziati hanno sentito la necessita di un mondo che comprende anche l'ignoto

@Edward (Edward Bent • "Wild Flowers: la Cultura della Biodiversità") bellissimo il pensiero di Einstein che hai citato, grazie (The Universe: “A human being is part of the whole that we call the universe, a part limited in time and space. And yet we experience ourselves, our thoughts and feelings, as something separated from the rest - a kind of optical illusion of our consciousness.
This illusion is a prison for us, restricting us to our personal desires and to affection for only the few people closest to us. The challenge must be to free ourselves from this prison by widening our circle of compassion to embrace all living beings and all of nature”. Albert Einstein (1879 – 1955)).
Credo anche che il tuo libro sia molto interessante dai contenuti. Ma questo rafforza un me la convinzione che nel passato grandi scienziati abbiano sentito la necessita di un mondo che comprende anche l'ignoto ma che non si siano mai sentiti autorizzati per questo a dare un colpo di mano per aggiungerlo senza una rigorosa giustificazione. Cosi la domanda di Einstein «credi davvero che la Luna non sia lì se non la guardi?» riferita all'esperimento di EPR dimostra come accanitamente si opponesse a qualsiasi visione che non fosse corroborata dalla logica e dalla evidenza spesimentale. Da alcune decine di anni sembra che olistico sia diventata una porta da cui pensieri non rigorosi possano passare facilmente.
In ogni modo ribadisco e confermo la mia visione che il mondo e il nostro modello di realtà non sono affatto la stessa cosa

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