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Thursday, October 18, 2012

ORA LA GRECIA 2012 - L'anno del contagio : Carestia, fame, comparsa di nuove letali infezioni, fallimenti nelle banche e crisi economica : cosi era il 1347

Ho scritto un anno fa
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ERANO PASSATI SOLO 100 ANNI dalla prima globalizzazione di Marco Polo
La crisi comparve prima. Era dovuta all'improvvisa esplosione della crescita della popolazione che aveva provocato urbanizzazione selvaggia e sfruttamento di terreni agricoli. L'economia agricola andò in crisi e provoco carestia. Le banche di Firenze le piu grandi del mondo che avevano fornito crediti a regnanti per finanziare le guerre si trovarono in difficolta quando le guerre durarono troppo a lungo e non portarono i vantaggi economici sperati. Il Fallimento della Banca di Firenze si propago raggiungendo presto nazioni lontane compreso la Cina. Fu allora che comparve il grande rimedio. La natura si preparava a correggere il proprio errore di aver lasciato in vita troppe persone. La peste nera uccise un numero enorme di persone laciando un mondo da "day after". I superstiti dovettero ricominciare da capo e fu possibile dato il basso numero di abitanti, avere risorse economiche ed agrarie sufficienti. E l'umanita rinacque.
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Ma ora la Grecia diventa il nuovo incubo a cui nessuno ha mai voluto credere fino a poche ore fa

Thursday, August 30, 2012

L'Italia è capace di affrontare razionalmente il futuro?

Siamo stati voluti un popolo del posto fisso, di "dipendenti", di soggetti al "paron".  E i milioni di piccole imprese? Nessuno che non sia un pazzo in Italia fa la piccola impresa da solo, nessun imprenditore si permette di sfidare la sorte a meno che non abbia un "paron" virtuale che sia la corporazione o l'affiliazione piu o meno onorevole che garantisca l'entrata "sicura".
Ci è stato detto da sempre che non possiamo fare da soli che serve una carta bollata per sentirsi vivi. Siamo la patria della moda ma non della  cultura del design, siamo la patria dell'esibizionismo e dello sciovinismo.
Adesso i minatori del Sulcis si sotterranno in miniera e si autolesionano per risolvere i loro problemi c'è di che meravigliarsi?
Io penso che quando si incontra un problema si dovrebbe procedere ad una analisi oggettiva e ad una progetto delle soluzioni ma in Italia questo non è di moda. Quando una realtà è sgradita la gente è stata convinta che la soluzione sia respingerla e battere i piedi per terra per avere una realtà piu soddisfacente. La cosa peggiore è che il clima che si è stabilito adesso è aggressivo e minaccioso verso chi non si adegua.
Onestamente mi sembra incredible che ancora si parla di cose come le miniere in Italia dopo che l'industria ha difatto decretato che i costi di produzione italiani sono incommensurabilmente piu alti delle analoghe proposte fatte da altri paesi dove vendono prodotti fatti col rischio e con la vita di lavoratori che reputano accettabile barattare la vita con il sogno del consumismo trasmesso dai media globali. Questo è sicuramente sbagliato ma non abbiamo tutti le nostre responsabilità nell'avere spinto alla disperazione popoli affamati inducendoli a vendersi la vita per sopravvivere?

Tuesday, August 7, 2012

Chi governa l'italia in questo momento è l'irrazionalità, la voglia di piazza, gli slogan facili e sensa senso, il dagli all'untore.

Tutto quello che sta succedendo era perfettamente prevedibile al meno dal 2008, i ritardi con inutili tentativi di masherare la realtà sono una azione criminale corresponsabile degli eventi tragici che traspaiono dai media sottoposti  a silenziamento totale ( perche altrimenti ci sono pericoli di emulazione, dicono) . 
Credo che comunque esista anche una responsabilita delle imprese, degli imprenditori e delle persone nel voler allontanare il pericolo chiudendo gli occhi. 
Esiste una responsabilità culturale che vuole gli italiani incapaci di intraprendere a meno di non avere una "assicurazione particolare". Esiste una responsabilità nell'odio degli italiani per le scienze esatte, nelle analisi e nelle diagnosi perche a tutto questo prediligono la logorroica voglia di interminabili discussioni, di decisioni prese sulla base delle simpatie delle battute umoristiche. 
Ora stiamo pagando per tutto questo e il percorso di risalita duro e lungo ha bisogno di nuove menti libere, capaci di pensiero libero, di opporsi alle mode e alle tendenze. 
Ma chi governa l'italia in questo momento è l'irrazionalità, la voglia di piazza, gli slogan facili e sensa senso, il dagli all'untore.

Saturday, July 28, 2012

Scusate il disturbo

Approfittando di un momento in cui mi sento meno arrabbiato col mondo voglio spiegare in due parole perche le cose che scrivo sono quasi sempre piene di rabbia, sempre che ci sia qualcuno interessato a leggerle.
Ammetto che quasi sempre i miei toni sono alti troppo enfatici ma le cose che dico non sono sfoghi immotivati. Certo sono uno che ha vissuto una parte consistente della sua vita fuori dall'Italia e questo in qualche modo causa quella reazione psicologica che è comune a tutti quelli che incrociano culture diverse e che va sotto il nome di "shock culturale" per cui si tende ad esagerare le differenze.
Il mio personale shock  culturale riguarda i rapporti con 'Italia, con i paesi esteri dove ho vissuto e dove vivo.
Questo è un inevitabile fenomeno psicologico che causa un senso di estraneità, talvolta con sensazioni di superiorità e spesso malessere. In più il procedere dell'età porta a non accetare facilmente lo spirito di gruppo che invece nei giovani provoca importanti reazioni e che costituisce una importante risorsa per il marketing, la politica eccetera.
Non sono anti Italiano non penso di essere di un altra nazionalità e sono fiero ( adesso ) di essere Italiano. Non penso che la gente sia stupida ne che lo siano in particolare gli Italiani.
Confesso comunque di avere una qualche sindrome mentale che mi fa reagire violentemente alle forme di persuasione occulta, alle frodi, alle menzogne in genere. Questa è la mia malattia.
Sono anche dell'idea che come stanno le cose non saranno certo i partiti a liberare l'Italia (ma vale per tutti i paesi) dai condizionamenti. 
      Faccio un esempio: 
Di questi tempi la gente vede collassare il sistema a cui era abituata e certe volte è stordita e confusa. Tutti parlano ma nessuno dà risposte chiare: "abbiamo speso piu di quello che potevamo permetterci". Questa spiegazione sembrerebbe una accusa: "voi gente normale non avete saputo vivere come dovevate". Ma davvero è cosi? 
Il fallimento dell'Italia è cominciato decenni fa ( forse è solo continuato dopo la guerra).
Il sistema è stato onesto con la gente? Ha informato con sincerità? secondo me no. La gente è stata spinta in un turbine dove doveva lavorare senza respiro ma non per stare meglio. Se la gente avesse lavorato per stare meglio adesso non si troverebbe dove si trova. La gente è sta utilizzata per produrre utile per chi aveva le chiavi del sistema in mano. Gli operai lavoravano fino ad ammazzarsi e facevano gli straordinari per uscire dalla fabbrica dove avevano appena riportato indietro i soldi guadagnati per pagarsi l'auto nuova, per poter mostrare il nuovo modello appena cambiato perche non piu di moda.
La gente è stata spinta a vivere come non poteva ma quel che è peggio è stata condizionata a essere oggetto inerte. Cinquanta anni fa la gente avrebbe potuto sapere che quel modello di vita era sbagliato che se il sistema nazionale era non competitivo nonostante il "posto fisso" tutto sarebbe collassato.
La gente non è stata educata a essere protagonista della propria vita, a investire la propria fatica oculatamente, in maggiori capacità, in vantaggio competitivo, in un modello dove non si era solo oggetto dei processi produttivi ma protagonisti.
   Un secondo esempio:
Siamo stati quasi da sempre succubi dei problemi energetici. Abbiamo avuto gravi crisi che hanno comportato paralisi del paese e dell'industria. In tutto questo tempo alla gente è stato fornito un esempio chiaro? io dico di no. La gente è stata mantenuta nell'idea che spendere in energia era un dovere inevitabile.
Le energie rinnovabili sono una delle possibili risposte arrivate con decenni di ritardo perche avere il controllo del runbinetto energetico significa controllare il paese ( tutti ).
Ma non è tutto qui.
La cosa piu grave è che la gente pensa che il consumo dell'energia sia la normalità. Questa è una grande menzogna che va avanti anche ora dove si cambia il modo di produrre energia ma non si cambia il concetto sulla necessita di consumarla.
Eppure qualsiasi bambino di scuola media sa che i corpi si muovono all'infinito se niente li disturba. Una biglia si muove sul ghiaccio senza consumare che una quantita di energia infinitesimale.
Adesso che abbiamo una gravissima crisi sembrerebbe normale fare appello a principi come questo ma invece il sistema accuratamente lo nasconde. Tradotto in parole pratiche tutto quello che utilizziamo consumerà meno ( anche in termini di vita delle persone ) se limitiamo le perdite di energia. 
La gente è stata informata, guidata, stimolata a muoversi per rimediare al problema energetico?
Io dico di no se malgrado tutti lo sappiamo buttiamo via oltre la metà dell'energia che compriamo ( nel caso delle auto ). Io dico che la gente anche adesso viene guidata dove chi ha la chiave del sistema possa guadagnarci. Io dico che bisognava concentrarci PRIMA a rimediare alle perdite di energia che ci avrebbero assicurato una vita piu sana e meno povera.
Quanta gente si rende conto che un'auto dopo che è partita dovrebbe avere consumo zero e se non ce l'ha è perche la nostra tecnologia è stata tenuta lontano da quello che poteva essere un comportamento piu sensato  ( per esempio ricuperare le energie da sistemi frenanti, costruire case concepite per avere perdite minime )

Non so se  gli esempi calzano ma sono sicuro che ce ne sono mille che sono significativi di un comportamento disonesto che presuppone un sistema dove anche gli interessi della politica sono integrati e che mantengono la gente colpevolmente in stato di perenne dipendenza.
Sono queste cose che mi rendono sgradevolmente aggressivo e sicuramente sopra le note.
Io spero di essere stato capito nel concetto e non nei particolari, non ho mai pensato di avere doti nel campo della economia o della scienza. Rimango solo un affamato di verità.


Io sono un fautore della necessita di progettare a dispersione zero prima di investire su nuove forme di energia che va a vantaggio delle industrie e non degli utenti che bisognerebbe smettere di chiamare consumatori.
Se vogliamo proteggere davvero il mondo cominciamo dall'evitare i paternalismi, se gli italiani non sanno cosa è un led significa che continueranno a essere fuori dalla realtà e ad usare male le risorse.
Mi permetto di fare osservare che da Trilussa in poi le statistiche sono una valutazione soggettiva di un fenomeno e quindi meglio non usare questo nuovo "oppio dei popoli"






Wednesday, May 16, 2012

Il sistema attuale secondo me è il medioevo della democrazia

Io penso che improvvisamente qualcuno si è accorto che la legge non è giusta per lui e la sta cambiando. Ma se i potenti non riescono a far valere la giustizia attraverso le leggi a meno di non barare e manometterle la gente comune che mai potra essere abbastanza forte da disporre di stuoli di avvocati, studiosi, consulenti eccetera perderà ogni speranza che la giustizia giusta esiste. Questa sara l'anticamera dell'inferno per l'Italia.
Secondo me la gente deve capire che sotto il corpo dell'Italia che muore c'è una nuova crisalide che puo spiccare il volo e ogni tentativo di appiccicarli il vecchio corpo ritardera e forse minaccerà di ucciderla.
Il mondo della finanza abituato ad essere padrone del mondo non si rassegna a retrocedere ad essere il servo del mondo.
Pero la crisi finanziaria in cui ci troviamo è la piu grave crisi di tutti i tempi, l'unica che si avvicina è la crisi della "Guerra del Pane" nel periodo di Renzo e Lucia e della peste in Milano. Quella crisi fu originata da una banca italiana, la Banca di Firenze, e si sparse in tutto il pianeta fino ad arrivare in Cina nonstante non ci fosse nessuna globalizzazione in atto,
Proprio una crisi da medioevo. E di medioevo parlava l'Ing, Roberto Vacca venti anni fa nel suo "Mediovevo evo prossimo venturo" che forse troppi hanno preso per una fantasticheria. E magari parliamo di quanto questo era stato previsto nel modello matematico del "club di Roma" pubblicato nel rapporto di venti anni fa "I limiti dello sviluppo".
Onestamente mi sembra medioevo discutere delle questioni non sul merito o sulla validità delle possibili soluzioni ma sul gradimento che potrebbero trovare.
Le fondamenta del nostro mondo sono crollate, meglio non starci a poggiare altro, e sarebbe ora di pensare a farne delle nuove. Il rinnovamento puo venire da qualsiasi parte, anche dal passato, se si ha la capacità di guardarle senza paura dei taboo ma cogliendone i suggerimenti per arrivare a soluzioni realmente e profondamente innovative che sradichino l'ingiustizia dai palazzi del potere anche economico. Il sistema attuale secondo me è il medioevo della democrazia, passiamo ad un mondo moderno dove i le parti del sistema interagiscano funzionalmente senza inutili attriti.
Ho preso qualche appunto sul banking non convenzionale
http://www.newbusiness.co.uk/articles/banking-finance/time-a-barter
http://www.fortmilltimes.com/2011/04/25/1529847/secret-weapon-for-small-businesses.html  http://trustcurrency.blogspot.com/

Tuesday, May 15, 2012

Finita l'epoca del Pizza-Mandolino Italiano? Mody's, bolla Immobiliare

Ci siamo cullati  per decenni nell'illusione che tutte le chiachiere di politici Italiani e di economisti fossero la verità, abbiamo fondato l'economia illudendoci che fare un budino o spolverare una statua o pulire una spiaggia avesse lo stesso valore di chi progetta laser industriali guidati da robot o da chi ha il monopolio della ricerca. La realta sta  mostrando in tutto la sua tragica estensione quanto tutto ciò sia stato falso e qualcuno ha mentito sapendo di mentire.
Grecia, Spagna, Portogallo, Italia hanno fondato la loro economia sulle basse tecnologie come mettere i mattoni uno sull'altro e metterci la calce in mezzo. Oppure dell'equivalente mediterraneo del modello pizza e mandolino. E ora sembra che stiamo fuori.
Da tempo prevedo lo scoppio della bolla immobiliare ma fino ad ora non si è visto come mai? Semplice le banche Italiane hanno bleffato dichiarando uno stato di salute inesistente. E Mody's se ne accorta. Come poteva essere differente visto che da anni la gente non ha piu soldi per compare nuove case e neanche per pagare i mutui? Le banche si sono date da fare facendo fallire migliaia di aziende e privati e facendo crescere l'industria dei suicidi. Ma a forza di accaparre case sequestrate pagando coi soldi degli stessi contribuenti a cui le sequestravano alla fine sono rimaste senza soldi.
La fine delle banche italiane provocherà una inflazione della offerta immobiliare e la bolla  immobiliare esploderà.
Banche meno ingorde avrebbero tutelato la sopravvivenza di aziende e privati e avrebbero alla fine fatto un miglior servizio agli gli investitori. E' questo anche un caso di falso in bilancio per cui adesso c'è la patata bollente?

Sunday, May 13, 2012

CRISI: dai sicari agli scienziati: E' questa la vera "Equitalia" della finanza?


Soldiers for Sale

By Adam Zagorin, Time magazine, Vol.149 no.21, 26 May 1997

The Cold War is over, but with demand for military muscle stronger than ever around the world, hired guns are going corporate.
The company logo, a metallic-blue chessboard knight, rears across the screen and unseats an opposing king. As the corporate promo continues, scenes of military derring-do flit by and a voice-over extols Executive Outcomes Ltd.'s product line: low-intensity conflict, sniper and special-forces training, rapid deployment, tank warfare. At the podium is Eeben Barlow, military marketer extraordinaire. A slim, fair-haired 40-year-old, he is chief executive of Executive Outcomes, a closely held company that is one of the world's leading purveyors of private military muscle. But Barlow, a onetime intelligence agent for a South African military unit that carried out assassinations, now prefers gray flannel to fatigues. Holstered on one hip is a cell phone, on the other a Czech-made revolver. "We never see ourselves as Rambo," says Barlow, who calls his employees "privatized peacekeepers."
Barlow is fast becoming the soldier-of-fortune set's answer to GE's Jack Welch. He puts a cheery corporate face on one of the world's oldest professions: mercenaries, or "military consultants," as most prefer to be known. It's a messy world out there. Since the cold war's demise, there's been no end to conflict. >From Azerbaijan to Zaire, disorganized military forces need help. And for second-rate dictators trying to extend their reigns or Third World countries trying to protect first-class mineral deposits, the market for private military assistance is ballooning. From the suburbs of Washington and Tel Aviv to London and Pretoria, a growing number of competitors are scrambling for contracts that run into millions of dollars, hawking their wares using everything from Websites to slick brochures.
For instance, contracts worth more than $170 million for training Saudi Arabia's national guard and air force have gone to Vinnell Corp. and a sister company, both partly owned by Washington's Carlyle merchant-banking group, whose chairman is former Secretary of Defense Frank Carlucci. Military Professional Resources Inc., another capital-area firm, won the business to improve the fighting skills of troops in Bosnia and Croatia. "We offer expertise from the greatest fighting force on earth, the U.S. military," says former Army General Harry Soyster, a vice president at M.P.R.I. M.P.R.I. deploys nothing more lethal than flip charts and Magic Markers. Of course, the firm will gladly show clients how to point and shoot an arsenal of weaponry, ranging from rifles to main battle tanks.
The hard guys are currently employing the hard sell. At a recent arms show in Abu Dhabi, an Executive Outcomes booth quietly competed for business with mercenaries from Britain, France and the U.S. Topflight mercenaries and military consultants, many recruited from elite military units like the U.S. Special Forces, Britain's S.A.S. and Scots Guards and South Africa's 32 Battalion, can command anywhere from about $3,500 a month for enlisted men to $13,000 a month for officers or fighter pilots. That is far more than most of those involved could make wearing a regular-army uniform, and the package is usually topped off with free death-and-disability insurance.
But that's cheap compared with the more expensive merchandise the firms encourage satisfied clients to buy. Take Levdan, one of a variety of low-profile Israeli firms that have long peddled military assistance. Not long ago, the company completed a three-year mission in the Congo, during which more than 200 Israelis trained the armed forces and the elite guard protecting President Pascal Lissouba. The Congolese government then agreed to buy more than $10 million worth of Israeli weapons and military equipment.
Not to be outdone, Executive Outcomes has brokered the sale of, or leased on behalf of clients, tens of millions of dollars' worth of military equipment, including the Soviet MiG-23 and MiG-27 fighter aircraft and Mi-17 and Mi-24 transport-and-attack helicopters. A recent weapons delivery arranged by the British firm Sandline International for the government of Papua New Guinea was hauled halfway around the globe in a Russian Antonov An-124, a huge military transport that Sandline says it hired for $100,000 a day.
In Angola, where a lengthy civil war recently came to an end, the company was hired to protect some of that nation's oil wells and ended up involved in the award of a diamond concession. While on the job, Executive Outcomes found itself helping suppress a long-running insurgency. Not long afterward, an important Angolan diamond concession was awarded a firm called Branch Energy Ltd., a subsidiary of DiamondWorks. The latter company is listed on the Vancouver stock exchange and has, in turn, hired Executive Outcomes to provide security. "A major premise of the new mercenary business is access to natural resources," explains Patrick Smith, editor of Africa Confidential, a London-based newsletter.
Yet business is not always so good. Sandline International, which is headed by a former British military officer turned businessman, saw its $36 million contract with the government of Papua New Guinea blow up last month like a mishandled grenade. Brought in to help suppress a longtime secessionist guerrilla war, Sandline found its operations abruptly terminated when elements of the Papua military objected to the mercenaries. Nearly 70 of Sandline's officers and men were expelled. Tons of arms and equipment were impounded, and the Prime Minister, Sir Julius Chan, was forced to resign.
Not all military consultants are playing by the new rules. In Zaire, a force of several hundred Serb, Croat and Ukrainian thugs hired by the Mobutu dictatorship committed widely publicized atrocities and were then overrun by rebels. Not exactly a performance to attract future employers. But then the new corporate mercenaries would probably not have worked for Mobutu in the first place. Their business strategy is to seek out politically correct governments, natural-resource providers or even nonprofit organizations. The Red Cross, which suffered nine dead in conflict zones last year, hires armed guards to protect some of its installations. Other relief organizations like Doctors Without Borders, which lost three people in Rwanda, could be forced to move in a similar direction. But even nonprofits trying to right wrongs in the world's trouble spots are likely to discover that hired guns do not come cheap.
--Reported by Bruce Crumley/Paris, Helen Gibson/London, Peter Hawthorne/Johannesburg and Aharon Klein/Tel Aviv

THE TOP HIRED GUNS

Here are some of the outfits that sell their men and arms to companies and governments around the world

EXECUTIVE OUTCOMES

A leader in its field, the firm is mainly staffed by apartheid-era, former South African military officers

VINNELL CORP.

Partly owned by a banking group whose chairman is a former U.S. Secretary of Defense, the Virginia-based firm trains Saudi Arabia's national guard

LEVDAN

The low-key Israeli firm trained troops and bodyguards for Congolese President Pascal Lissouba, who then purchased $10 million worth of Israeli weapons and military equipment
time-webmaster@pathfinder.com





SCHEDA
LE PRINCIPALI COMPAGNIE MILITARI PRIVATE
di AD

"SCHEDA LE PRINCIPALI COMPAGNIE MILITARI PRIVATE - 

analisidifesa - nr 35 anno 4
FONTE: INTERNATIONAL CONSORTIUM OF INVESTIGATIVE JOURNALISTS 
THE CENTER FOR PUBLIC INTEGRITY 

Nome
Paese d’origine
Status
United States
Operativa
Alerta
Angola
Indeterminata
Alpha 5
Angola
Operativa
AMA Associates Limited
United Kingdom
Operativa
United States
Operativa
ATCO Frontec Corporation
Canada
Operativa
Atlantic Intelligence
France
Operativa
Aviation Development Corporation
United States
Chiusa
Avient (Pvt) Ltd.
Zimbabwe
Indeterminata
Israel
Operativa
Betac Corporation
United States
Chiusa
Booz Allen Hamilton, Inc.http://www.boozallen.com/
United States
Operativa
Bridge Resources International
South Africa
Indeterminata
COFRAS
France
Operativa
Control Risks Group, Ltd.http://www.crg.com/
United Kingdom
Operativa
Corporate Trading International
South Africa
Indeterminata
Cubic Corporation
United States
Operativa
Defense Security Training Service Corporation 
www.defensecurity.com
Unted States/Italy
Operativa
Defence Systems Limited (attualmente ArmorGroup)
United Kingdom
Operativa
United States
Operativa
Eagle Aviation Services & Technology, Inc.
United States
Operativa
Euro Risques International Consultants SA
France
Indeterminata
Executive Outcome, Inc. (confluita nella Northbridge)
United States
Operativa
Executive Outcomes
South Africa
Chiusa
Falconer Systems
South Africa
Indeterminata
Global Contingency Projects Group
United Kingdom
Operativa
Global Development Four, Ltd.
United Kingdom
Operativa
Global Impact
Canada
Operativa
Global Marine Security Systems
United Kingdom
Operativa
Global Risk Management (UK) Ltd.
United Kingdom
Operativa
Global Studies Group, Inc.
United States
Operativa
GlobalOptions, LLC
United States
Operativa
Globe Risk Holdings, Inc.
Canada
Operativa
Gormly International
United States
Operativa
Gurkha Security Guards, Ltd.
United Kingdom
Operativa
United Kingdom
Operativa
International Charter Incorporated of Oregon 
http://www.icioregon.com/
United States
Operativa
International Defence and Security Resources NV
Belgium
Operativa
International Port Services Training Group, Ltd.
Australia
Indeterminata
International Security Consultants
Israel
Indeterminata
J & F Security, Ltd.
United Kingdom
Indeterminata
Kellogg Brown & Root, Inc.
United States
Operativa
Kulinda Security Ltd.
United Kingdom
Chiusa
Levdan, Ltd.
Israel
Indeterminata
LifeGuard Management
South Africa
Indeterminata
Logicon, Inc.
United States
Operativa
Long Range Avionics Technologies, Ltd.
Israel
Operativa
Longreach (Pty) Ltd.
South Africa
Chiusa
Mamboji Lda.
Angola
Operativa
Military Professional Resources Incorporated 
http://www.mpri.com/
United States
Operativa
Military Technical Services
South Africa
Indeterminata
Nicholas Frederick and Duncan, Ltd.
South Africa
Operativa
Northbridge Services Group, Ltd. 
http://www.northbridgeservices.com/
United Kingdom
Operativa
Olive Security Limited
United Kingdom
Operativa
Omega Support, Ltd.
South Africa
Indeterminata
Pacific Architects & Engineers, Inc.
United States
Operativa
Panasec Corporate Dynamics
South Africa
Indeterminata
PHL Consultants
France
Chiusa
United States
Operativa
Presidium International Corporation 
http://www.presidium.net/
Italy
Operativa
Rapport Research & Analysis, Ltd.
United Kingdom
Operativa
Rubicon International Services, Ltd. 
http://www.rubicon-international.com/
United Kingdom
Operativa
Russian Military Brotherhood
Russian Federation
Operativa
Sakina Security Services, Ltd.
United Kingdom
Chiusa
Saladin Security, Ltd.
United Kingdom
Operativa
Sandline Internationalwww.sandline.com
United Kingdom
Operativa
Saracen International, Ltd.
South Africa
Operativa
Saracen Uganda, Ltd.
Uganda
Operativa
Satellite Protection Services
Netherlands
Chiusa
Sayeret Group, Inc.www.sayeretgroup.com
United States
Operativa
Secrets
France
Operativa
Service and Security
France
Operativa
Silver Shadow Advanced Security Systems
Israel
Indeterminata
Southern Cross Security 
http://www.southerncross-security.com/
Sierra Leone
Operativa
Spearhead Ltd.
Israel
Indeterminata
Special Ops Associates 
http://www.specialopsassociates.com/
United States
Operativa
Special Projects Services Ltd.
United Kingdom
Indeterminata
Stability Control Agencies
South Africa
Chiusa
Stanwest Establishment

Operativa
Strategic Consulting Group
Israel
Chiusa
Strategic Consulting International 
http://www.sci2000.ws/
United Kingdom
Operativa
TASK International, Ltd.www.task-int.com
United Kingdom
Operativa
Teleservices
Angola
Operativa
The Golan Group
Israel
Operativa
The Surveillance Group
United Kingdom
Operativa
THULE Global Security International 
www.brainstemdowry.com/work/thule
United Kingdom
Operativa
Trident Maritime
United Kingdom
Operativa
Trojan Securities International 
http://www.trojansecurities.com/
United States
Operativa
U.S. Defense Systems
United States
Operativa
Vinnell Corporationhttp://www.winnell.com/
United States
Operativa
Wackenhut Corporationhttp://www.wackenhut.com/
United States
Operativa
Watchguard International Ltd.
United Kingdom
Chiusa


Fonte: http://www.uonna.it/compagnie-militari-private-scheda1.htm

Ora i soldati di ventura si arruolano on line
Nonostante i segnali distensivi tra gli Stati Uniti e l’Iran, i toni concilianti di Washington verso la Russia e il progressivo disimpegno dall’Iraq, su internet è boom di arruolamenti di mercenari da impiegare nelle aree a rischio della Terra Le aperture del presidente statunitense Obama all'Iran, il previsto graduale disimpegno dall'Iraq, i toni concilianti di Washington verso la Russia. Sembrerebbe che i 'venti di guerra' che hanno soffiato incessantemente negli ultimi anni siano destinati ad affievolirsi, eppure su Internetcontinua il proliferare di aziende rintracciabili alla voce 'Private military companies': i mercenari di una volta si arruolano e si propongono on line, per un impiego affatto virtuale.

Organizzazioni militari private che offrono attraverso la rete i loro servizi a quanti,comprese aziende di medie dimensioni o multinazionali, hanno bisogno di garantire la sicurezza in aree 'a rischio' del pianeta o addirittura in zona di guerra. Dopo il 'boom' di arruolamenti tra i contractors nelle fasi più acute della guerriglia e del terrorismosuccessivi all'invasione americana dell'Iraq, quando la Zona Verde di Bagdhad contava per la sua sicurezza su migliaia di 'soldati privati' di aziende come Halliburton,sembrava che la 'bolla' dei 'contractor' per la sicurezza, si fosse un po' sgonfiata.

Niente di più lontano dalla realtà, vista la continua attività di aziende che, attraverso i loro siti, offrono non solo i propri servizi, che vanno dal banale 'body guard' al presidio armato di installazioni industriali all'intelligence, ma anche possibilità di 'arruolamento' a chi, avendone i requisiti, decida di tentare la strada del 'soldato di ventura' del XXI secolo.

A farla da padrone sulla rete, almeno da un punto di vista numerico, sono gli americani, con decine di aziende catalogate sotto la voce 'Private military companies'. Tra di loro anche la Blackwater, coinvolta in Iraq in alcuni episodi controversi, nei quali i contractor dell'azienda, incaricata, tra l'altro, della sicurezza del personale del Dipartimento di Stato americano, causarono vittime tra i civili e severe proteste da parte del governo di Bagdhad.

Al secondo posto, per numero di aziende, ma non per tradizione nel settore, i britannici, con organizzazioni che mettono a disposizione di chi ne fa richiesta (ed è in grado di pagare il prezzo, non proprio popolare) anche le capacità di ex appartenenti al famoso Battaglione 'Gurkha' dell'esercito di Sua Maestà, composto da soldati di origini nepalesi che, proprio per la loro abilità nel combattimento, vengono arruolati dagli inglesi fin dal 1800.

Nel resto d'Europa, almeno a giudicare dall'offerta su Internet, non c'è molta scelta, a parte qualche organizzazione polacca e norvegese. Non mancano, invece, offerte dal Sudafrica e da Israele, i cui specialisti in sicurezza, provenienti dalle file di 'Tsahal' o dai corpi d'elite delle forze armate, possono vantare uno dei migliori addestramenti militari al mondo.

E' proprio tra gli ex militari o appartenenti ai corpi di polizia, che le 'private military companies' arruolano principalmente i loro soldati. 'Foro' privilegiato, per gli aspiranti contractor, è la famosa rivista americana 'Soldier of Fortune', soldato di ventura, che attraverso il proprio sito dà un ampio panorama della situazione internazionale, delle possibilità di lavoro e, ovviamente, link alle aziende di sicurezza private.

C'è spazio per ogni specialità prevista in un moderno esercito. Un'azienda americana in questi giorni sta cercando degli specialisti artificieri che abbiano esperienza con cani addestrati per la ricerca di esplosivi. Non mancano anche richieste per analisti di intelligence o specialisti nelle comunicazioni o in 'guerra elettronica'. Anche se, ad esempio in Iraq e in Afghanistan, molti contractor vengono impiegati dallo stesso governo americano, proprio per mantenere la sicurezza delle installazioni militari e liberare così i soldati in divisa dai compiti di guardia. Fonte:http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/post/2675681.html





Il "governatore" di Tripoli dei mercenari della NATO è un comandante di "al Qaeda"


Che nella realtà è la Rete militante islamica, strumento geostrategico al servizio di USA e servitori vari.
L'avventura in Libia è dallo stesso copione di Afghanistan, Bosnia, Kosovo, Macedonia, Cecenia, Filippine ecc., la lista è lunga.
v. "La jihad amerikana in Europa", http://freebooter.interfree.it/jam.htm
Freebooter
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera
Abdelhakim Belhadj
Abdelhakim Belhadj (nom de guerre Abu Abdallah Assadaq[ 1]) è un comandante libico della ribellione che è iniziata nel 2011. Egli è un noto combattente islamico, ex membro del Gruppo Combattente Islamico libico[ 2] e veterano della guerra sovietico-afghana. [ 2] E’ stato arrestato in Thailandia nel 2004. Prima consegnato alla Libia è stato interrogato dalla CIA.
Le autorità libiche lo aveva rilasciato nel 2008 con altri 170 islamisti Libici. [ 2] E’ il comandante del consiglio militare di Tripoli dopo i ribelli hanno preso Tripoli durante la Battaglia di Tripoli del 2011.
Riferimenti
1. ^ "Libya to free 170 Islamist prisoners -charity". Reuters.http://www.reuters.com/article/2009/03/12/idUSLC281863. Retrieved August 26, 2011.
2. ^ a b c "From Holy warrior to hero of a revolution: Abdelhakim Belhadj". asharq alawsat. http://www.asharq-e.com/news.asp?section=1&id=26357. Retrieved August 26, 2011.
http://en.wikipedia.org/wiki/Abdelhakim_Belhadj

Gli indignatos italiani volevano dare voce alle loro idee contro la crisi economica e la dittatura delle banche, invece si sono ritrovati a combattere contro 400 ‘caschi neri’ che hanno messo a ferro e fuoco un’intera città. Due giorni dopo i fatti di Roma trapela un’amara realtà, forse più triste delle fiamme, delle botte, del caos: c’erano almeno due blocchi violenti organizzati, uno era all’interno del corteo, l’altro ha puntato direttamente su piazza San Giovanni probabilmente con l’obiettivo di impedire l’assemblea conclusiva. Il piano è filato liscio e, i due gruppi, si sono ricompattati a metà pomeriggio andando all’assalto delle forze dell’ordine. Riuscendo a prevalere. Infatti il coordinatore delle indagine Saviotti, ha dichiarato: “Alcune condotte sembra siano state pianificate e preparate prima degli scontri è chiaro come un contesto sostanzialmente pacifico sia stato utilizzato come luogo di mimetizzazione”.

Se ancora oggi esistono compagnie di mercenari specializzati nel combattimento un motivo ci sarà. L'utilizzo di mercenari è ancora oggi ampio, soprattutto per operazioni segrete o per le quali il coinvolgimento di un particolare governo deve rimanere nascosto, onde evitare crisi diplomatiche internazionali, o qualcosa di ben più grave come un'azione diretta delle forze armate in contrasto con le normative internazionali.

Anche se il mercenario generalmente lavora per denaro, non è sempre questo il caso: il reclutamento di mercenari può avvenire sia attraverso compagnie specializzate, sia all'interno di gruppi di dissidenti e ribelli. Dopotutto, "il nemico del mio nemico è mio amico".

La storia dei mercenari è vecchia come il mondo: di uomini che combattono per denaro se ne ha traccia fin dalla Grecia antica o nell' antico Oriente. Uno degli esempi più famosi di mercenari è quello dei lanzichenecchi, fanti mercenari spesso spesso provenienti dai ceti sociali più poveri, impiegati nel famoso Sacco di roma del 1527.

Al giorno d'oggi, i mercenari sono per lo più impiegati in "guerre sporche", come in Africa o in Asia, principalmente per tre motivi:
  • Un mercenario esegue il suo lavoro per denaro, e non si preoccupa di chi deve uccidere, proteggere, o cosa deve distruggere. Esegue gli ordini, è il suo lavoro e per farlo viene lautamente pagato (anche 1000 euro al giorno per missioni brevi, per missioni di lunga durata si può stabilire una media di 4000 dollari mensili).
  • L'utilizzo di mercenari non coinvolge direttamente un Paese in un conflitto o in una "scaramuccia", lasciandolo libero di mantenere una figura di facciata pulita ed evitare conflitti diretti che coinvolgerebbero le proprie forze armate.
  • Lo status dei mercenari è totalmente diverso da quello dei soldati tradizionali secondo le Convenzioni di Ginevra, per cui non sono soggetti ad obblighi (e diritti) previsti per le milizie regolari.
Giusto per dare un'idea di quanto l'impiego di mercenari sia diffuso nel mondo moderno, in circa 8 anni (dal 1994 al 2002) gli U.S.A. hanno stipulato oltre 3000 contratti con società mercenarie americane (Private Military Companies), per un totale che ammonta a circa 100 miliardi di dollari all'anno. Nelle sole forze militari in Iraq, i mercenari rappresentano la seconda forza in campo dopo gli U.S.A. per numero di unità impiegate, addirittura superiore a quelle della Gran Bretagna.

mercenari impiegati in Iraq sono per lo più di provenienza americana o inglese, spesso provenienti dagli SAS e dai reparti speciali americani.
Non indossano uniformi, a volte nemmeno documenti di identificazione, rifiutandosi di farsi identificare anche in hotel e bar.
Sono ingaggiati da compagnie private, come società petrolifere per proteggere i loro interessi, o da governi per la gestione di alcune attività di sorveglianza e sicurezza, oltre che per lavori per i quali non si desidera ottenere pubblicità.

Volete una cifra? Nel 2003 l'ammontare dei mercenari in Iraq era di circa 10.000 unità, provenienti da ogni parte del mondo.
Come afferma un mercenario : "Questo posto è una miniera d'oro. Tutto ciò che serve sono 5 anni nell'esercito, e si può venire qui e fare dei bei soldoni".

Come dicevo in precedenza, i mercenari possono essere divisi in due gruppi principali: quelli reclutati attraverso agenzie specializzate, e quelli assoldati tra i ranghi di dissidenti e ribelli di un particolare Paese.

All'interno del primo gruppo occorre necessariamente citare la Blackwater, che nel 2003 ha stipulato un contratto con il Dipartimento di Stato americano per l'ammontare di 300 milioni di dollari.
La Blackwater è famosa fin dal 1997 per essere una super-potenza di mercenari nonchè la principale PMC (Private Military Company) mondiale. Dispone di una tenuta in North Carolina di 7000 acri dove, ogni anno, addestra oltre 35.000 operatori di sicurezza ad altissimo livello.
Dopo alcuni incidenti in Iraq che hanno portato alla morte di 17 civili disarmati nel 2007, la Blackwater ha cambiato nome in Xe Services LLC.

Se invece ci addentriamo nel secondo gruppo, vediamo come la CIA (e molti altri governi ed agenzie del mondo) si è spesso servita di gruppi ribelli per condurre battaglie e guerre segrete in mezzo mondo.
Definite "armate segrete", sono state utilizzate in diversi scenari bellici mondiali. Eccone alcune:


Brigata Cinese in Birmania
Dopo la vittoria comunista in Cina, i soldati nazionalisti cinesi si rifugiarono in Birmania. Durante gli anni '50, la CIA utilizzò questi soldati per creare una brigata di 12.000 unità attraverso la quale compiere incursioni nella Cina comunista. L'impresa fallì perchè i soldati cinesi in Birmania iniziarono a commerciare in oppio, trovando molto più redditizio e meno rischio nel traffico di droga che nel servire i servizi segreti americani.

Forza d'invasione della Baia dei Porci
Nel 1960, la CIA reclutò 1500 cubani rifugiatisi a Miami per effettuare un attacco a sorpresa nella Cuba di Castro, secondo il piano definito "A Program of Covert Action against the Castro Regime" successivamente rinominato "Operazione Zapata". Addestrati in Guatemala, la piccola armata completa di una forza di supporto aerea composta da alcuni bombardieri B-26 atterrò alla Baia dei Porci nell'Aprile del 1961. L'operazione fu un completo disastro: tutti gli uomini morirono o furono catturati, tranne 150.

Ribelli Curdi
Durante gli anni '70 la CIA spostò le sue attività in Iraq e rifornì di armi i Curdi che vivevano nella regione Est del Paese per favorire la ribellione contro il governo iracheno pro-Unione Sovietica. Il vero scopo di questa azione era quella di aiutare lo shah iraniano ad iniziare una disputa sui confini tra Iran e Iraq. Dopo che venne raggiunto un accordo tra Iran e Iraq, la CIA ritirò il suo supporto ai curdi e gli Stati Uniti rifiutarono di fornire loro rifugio, portando al massacro dei curdi da parte dell'esercito regolare iracheno.

Mujaheddin afgani
Tra il 1979 ed il 1989 il governo americano fornì supporto militare ai mujaheddin contro l'invasione sovietica dell' Afganistan. I russi furono costretti a ritirarsi nel 1987, momento in cui gli U.S.A. iniziarono ad ignorare completamente l' Afganistan, che precipitò in una guerra civile di 5 anni a seguito della separazione dei mujaheddin in due gruppi, l' Alleanza del Nord ed i talebani.


Contras del Nicaragua
Nel 1981 ronald Reagan, allora presidente degli U.S.A., firmò una direttiva segreta di sicurezza nazionale che autorizzava la CIA a spendere 19 milioni di dollari per reclutare e supportare i Contras, oppositori del governo del Nicaragua. Questo aprì la strada a molti atti di sabotaggio non autorizzati dal Congresso americano, oltre a portare allo scandalo del 1988, quando il Senate Subcommittee on Narcotics, Terrorism, and International Operations concluse che la CIA favorì alcune attività di contrabbando di droga negli USA per supportare le azioni dei Contras.


DI RITA PENNAROLA
lavocedellevoci.it

In caso di disordini favoriti dal conflitto in Libia, anche nel nostro Paese sarebbero già pronti interi eserciti privati, come già avviene nel golfo della Sirte e da sempre negli Usa. Le rivelazioni arrivano dal panorama della defense che in Italia, dove la legge proibisce reclutamento e addestramento di mercenari, si muove spesso lungo il confine tra la formazione di vigilantes e il fanatismo. Su tutte arrivano poi le ronde nere della Guardia nazionale fondata da Gaetano Saya. 

Cinquantamila uomini, dislocati nelle più diverse regioni del territorio italiano sarebbero già pronti. Nel caso in cui la polveriera Maghreb dovesse deflagrare definitivamente, con conseguenze drammatiche anche sul nostro Paese, alcuni eserciti paralleli, assolutamente privati e finora rimasti nell'ombra potrebbero cavalcare l'onda dei disordini e condurre l'Italia sull'orlo del golpe, fomentando anche l'onda dei movimenti autonomisti, che potrebbero entrare comunque in azione al primo scoccare di una scintilla. 

Non si tratta di fantapolitica, ma di segnalazioni circostanziate, con tanto di documenti, arrivate alla Voce da luoghi e personaggi diversissimi, affidabili e certamente non in contatto fra loro. I segnali, poi, sono anche altri. Un esempio su tutti: il sondaggio lanciato a metà marzo dalle colonne del quotidiano Libero: “In caso di attacco straniero all'Italia, ti arruoleresti?”, in cui prevale una maggioranza di sì. Cerchiamo allora di vederci chiaro, mettendo insieme gli elementi raccolti e raccontando due diversi scenari, collegati ad altrettanti personaggi.

RONDA SU RONDA

Si parte con l'approvazione della legge numero 94 del 15 luglio 2009: fortemente voluta dalla Lega e dai duri e puri dell'allora Alleanza Nazionale, è la norma varata nell'ambito del “pacchetto sicurezza” che prevede, oltre a regole più restrittive per gli extracomunitari, anche l'istituzione delle cosiddette ronde, gruppi di cittadini che, a metà strada fra volontari della protezione civile e rudi vigilantes, in coordinamento con sindaci e prefetture, ma senza poter fare uso di armi, esercitano funzioni di sorveglianza sui territori cittadini. Questo, almeno, lo spirito della legge. Che però, oltre agli sparuti gruppi di cittadini “inkazzati” che escono in perlustrazione la sera nelle cittadine del nord, ha dato il via anche alla nascita di gruppi seriamente intenzionati ad armarsi e scendere in campo con ben altre finalità. Il tutto, per giunta, starebbe avvenendo grazie ad una “mediazione” molto particolare: «alcuni segmenti della Lega Nord - rivela una fonte vicina a questo milieu - non sono estranei ad una rete capillare di pseudo logge massoniche sparse su tutto il territorio nazionale che puntano proprio sugli “eserciti rondisti” per realizzare, in determinate condizioni, i loro intenti secessionisti». Funzionali a tali scopi sarebbero poi, nell'ambito dello stesso scenario, taluni movimenti autonomisti, soprattutto quelli attivi al sud. «C'è un autentico piano eversivo - dice ancora la nostra fonte - che si basa sulla presenza di eserciti privati, finora rimasti sotto traccia, pezzi della Lega e frange consistenti dei movimenti sudisti in odor di autonomia». 

L'ORA DI SAYA

In testa ai rondisti dall'arma facile ci sarebbero alcuni uomini “carismatici”, come un personaggio già noto alle cronache giudiziarie: il neofascista (ma lui preferisce definirsi nazionalista) Gaetano Saya. Chi è davvero Saya? Un pericolo pubblico per la democrazia? O solo un pataccaro capace di suggestionare gli istinti più feroci? Facciamo un passo indietro. 
È il primo luglio del 2005 quando la procura della repubblica di Genova, che sta indagando sull'arruolamento di Fabrizio Quattrocchi, morto in Iraq, dispone l'arresto di Gaetano Saya e dell'allora suo braccio destro Riccardo Sindoca. L'accusa è quella di aver dato vita ad un Sismi parallelo, il Dipartimento studi strategici antiterrorismo (Dssa) costituito da sedicenti agenti segreti dediti ad attività investigative non ufficiali sul terrorismo di matrice islamica. Associazione per delinquere finalizzata all'usurpazione di pubbliche funzioni, illecito utilizzo di dati ed informazioni riservate attraverso l'illegale consultazione delle banche dati del ministero dell'Interno: questi i reati a vario titolo ipotizzati per Saya e per gli altri 22 indagati, molti dei quali risultati appartenenti a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria. 
Operanti in nove regioni italiane, i “miliziani” della Dssa secondo gli investigatori puntavano ad accreditarsi presso importanti organismi nazionali ed internazionali, tra i quali probabilmente anche servizi segreti stranieri, per ottenere finanziamenti. I falsi 007 non esitavano ad effettuare pedinamenti o indagini e ad utilizzare illecitamente distintivi e palette in uso alle forze dell'ordine. Un filone dell'inchiesta arriva fino a Milano, dove la Dssa aveva appena aperto una sede a supporto del quartier generale di Roma. 

UN CERTO ABU OMAR...

Questa la versione ufficiale dei fatti, la cronaca giudiziaria che abbiamo letto sui giornali. Ma ci sarebbe un piccolo particolare: lo scoppio contemporaneo sulla stampa del caso Abu Omar, vale a dire il rapimento dell'Imam di Milano ad opera della Cia e di una parte dei Servizi italiani. Il 1 luglio 2005, come abbiamo visto, scatta l'arresto ai domiciliari per Saya. E il giorno dopo l'agente Betulla, Renato Farina, scrive su Libero: «Gaetano Saya e il Dssa hanno fatto parte del gruppo operativo della Cia che ha sequestrato Abu Omar». Farina, oggi deputato del Pdl, ha patteggiato la pena per le accuse di favoreggiamento a suo carico, riconoscendo fra l'altro di essere a libro paga del Sismi di Nicolò Pollari. 
E qui si arriva al punto. Perché, secondo alcune fonti riservate, Saya era stato già in precedenza convocato da emissari di Pollari, compresi alcuni noti giornalisti i cui nomi vennero fuori proprio nel periodo degli scandali al Sismi. «Nel corso di un appuntamento in zona via Sicilia, poco distante dalla redazione di Panorama, a Saya fu fatto credere che, con i suoi squadroni, avrebbe realmente avuto un ruolo nella vicenda dell'Imam». A fine giugno 2005 il Corriere della Sera titolava già “I pm di Milano: arrestate gli agenti della Cia”. E poche ore dopo scatta il piano: tirare in ballo Saya e creare un polverone mediatico, proprio mentre gli uomini dei Servizi statunitensi lasciavano in segreto il nostro Paese. 
«Si trattava in realtà di una trappola - dice la nostra fonte - l'ennesimo depistaggio per deviare il corso delle indagini su Abu Omar, una nuova tappa dello scontro in atto al Sismi fra i “pollariani” e i nemici del generale. Ma tanto servì ad attribuire a Saya e ai suoi una visibilità che altrimenti non avrebbero mai avuto». 
Sei anni dopo, con le inchieste giudiziarie ancora pendenti sul suo capo (mentre Sindoca è stato prosciolto), Saya torna in campo più roboante che pria. Lancia anatemi via web al pubblico ministero milanese Armando Spataro (che a suo carico ipotizza i reati di apologia del fascismo e ricostituzione del partito fascista, mentre è caduta l'accusa di associazione per delinquere) e si proclama capo della GNI, Guardia Nazionale Italiana, ala militare del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale, capitanato da Maria Antonietta Cannizzaro, moglie del “conducador” di stampo mussoliniano. Nel frattempo, infatti, il governo ha varato il famoso pacchetto sicurezza del 2009 e sdoganato, indirettamente, i “rondisti” Saya e C. Proprio all'indomani della nuova norma, Saya presenta in pompa magna a Milano le sue Ronde nere. Poche ore dopo scattano le indagini dei pm Spataro e Manlio Minale. 
Passano alcuni mesi e i fascistoni ci ricascano: ad aprile 2010 in provincia di Genova viene fermato un «imprenditore campano cinquantenne» per uso illecito di palette della polizia, sirene ed altri elementi distintivi delle forze dell'ordine. L'uomo, sorpreso, si dichiara appartenente all'Msi Destra Nazionale della Cannizzaro. Non vengono rese note le sue generalità, si sa soltanto che si occupa di macchinette per i videopoker. Attività che in Campania è notoriamente appannaggio esclusivo dei clan camorristici o di personaggi ad essi collegati. 

PATACCARO A CHI ?

Siamo così arrivati ai giorni nostri, alle turbolente atmosfere di guerra dietro l'angolo del Mediterraneo e a tutta quella serie di assetti privati in divisa che starebbero già vagheggiando il ruolo di contractors e relativi appalti da miliardi. In testa, a quanto pare, anche gli uomini al comando di Saya. La notizia arriva da fonti molto vicine alle “camicie nere” del neofascista (ma in pubblico si proclama “nazionalista”) di origine messinese, il quale si sposterebbe oggi con maggior frequenza dalla base romana alla sua terra natale per via della intensa frequentazione con una esponente delle forze dell'ordine (questa sì, autentica), specialmente dopo la separazione consensuale dalla compagna Maria Antonietta, cui rimane legato dalla comune militanza politica.
Lei intanto, la “generalessa” Cannizzaro, ama farsi ritrarre in divisa al comando dei suoi “militi”, o in abito di gala mentre scende da auto blu di grossa cilindrata (Mercedes, Bmw, Porsche o giù di lì), tutte rigorosamente con sirena lampeggiante e, possibilmente, autista al seguito. «Quello dei bolidi circolanti - spiega un fuoriuscito dallo staff “presidenziale” - è uno status symbol che, nel partitino della Cannizzaro, risulta dilatato oltre ogni misura. Sono oltre una decina, come è possibile controllare al Pubblico registro automobilistico, le vetture di questo genere intestate al Msi ed utilizzate da altrettanti dirigenti, dalla Calabria al Lazio fino alla Lombardia e altrove». Nel “pacchetto”, aggiunge il nostro interlocutore, ci sarebbero anche contravvenzioni per una cinquantina di migliaia di euro, tutte ferme nei cassetti ed in attesa di condono “dall'alto”.
Ma da dove arrivano, al partitino della Cannizzaro, i denari necessari a mantenere un apparato così faraonico? Lei, la signora, nata a Messina, un diploma di ragioniera esibito su Facebook a corredo dell'album fotografico tra glamour e kapò, l'ambizione dichiarata di diventare “infermiera professionale”, mentre indossa staffe, stivaloni e berrettacci neri con l'effigie dell'aquila reale, si attrezza nel miraggio degli squadroni a contratto, e intanto non disdegna la vendita di distintivi, divise ed altri gadget in odor di neonazismo. «La stessa cosa - dichiara a mezza bocca un ex iscritto - che fa Saya. Vuoi entrare in massoneria? Ecco: una sostanziosa quota d'iscrizione, un bel cappuccio in testa e giù nello scantinato con lui a lume di candela. Per entrare nella Guardia Nazionale Italiana invece - precisa ancora il nostro uomo - è prevista una cifra simbolica. Solo che poi devi comprare la divisa, gli stivali e tutto il resto. E da chi li acquisti? Da lui, naturalmente...». Insomma, nell'estrema destra di Saya, Cannizzaro e C. non si butta via niente: dagli orpelli venduti alle centinaia di giovani che fanno richiesta per entrare nelle “truppe nere” destinate a “ripristinare l'ordine nel Paese”, fino alle ben più ambiziose mire di “esercito privato”, bell'e pronto in caso di conflitto o destabilizzazione. Durante la parata milanese dello scorso anno i “legionari” agli ordini di Saya erano circa 1.200. Oggi il numero sarebbe decuplicato. «Questi dieci-ventimila uomini - taglia corto un anziano militare - sparsi lungo la penisola, pronti ad entrare in azione al momento opportuno, non sono oggi ufficialmente armati, ma non possiamo escludere che siano addestrati, anche perché tra le loro fila ci sono molti simpatizzanti attivi attualmente in seno alle forze dell'ordine o all'esercito. Il vero pericolo insomma è che, in un momento di difficoltà per il Paese, possano trovare qualcuno disposto a finanziarli ed armarli». Resta il fatto che la Guardia Nazionale Italiana si proclama apertamente al fianco del Pdl e di Silvio Berlusconi. E che il simbolo scelto per il Partito Nazionalista Italiano, annunciato da Gaetano Saya, è composto da una serie di SS di nazista memoria ripetute infinite volte dentro un cerchio nero. Quanto al rapporto col premier, dopo le ripetute avances andate a vuoto del partito della Cannizzaro, pare siano state respinte al mittente anche le profferte di Saya, latore di presunti “dossier” sui finiani durante la lacerazione del Pdl.

LA SERA ANDAVAMO DAL PAPA

Negli anni “d'oro” della Dssa, quando le frequentazioni altolocate servivano a circondarlo d'un'aura imperscrutabile di onnipotenza, Saya amava circondarsi di una leggenda, le regolari visite dal papa. L'auto sulla quale viaggiava per gli spostamenti in Vaticano era guidata all'epoca da un conducente speciale: Marcello Sanna. Il quale, oltre ad essere un fervente adepto della Dssa, nella vita faceva il capo operaio presso una casa di cura molto particolare con sede in zona Castelli romani.
La clinica esiste tuttora ed è un autentico colosso della sanità privata. L'Istituto Neurotraumatologico Italiano, reparti per vip a Grottaferrata e direzione generale nel centro di Roma, è stato fondato da Guelfo Galileo Faroni, oggi presidente onorario ultranovantenne del gruppo, amministrato dalla figlia Jessica Faroni, medico e da un paio d'anni presidente dell'Aiop nel Lazio, la sigla associativa delle case di cura private.
Solo un caso, il fatto che a far da chauffeur a Saya per le “visite al papa” («in realtà andavano a trovare un usciere dei Palazzi Vaticani, licenziato appena si è scoperta la messinscena», dice uno dei nostri informatori) fosse un dipendente dei Faroni? Magari c'è qualcosa d'altro, o forse no. Ma qualcuno, in ambienti investigativi della capitale, ricorda che l'istituto dei Faroni fu lambito dallo scandalo su “lady Asl”, la zarina della sanità regionale Anna Iannuzzi condannata nel 2007 per aver creato “un buco” da 80 milioni di euro nelle casse della sanità laziale con la complicità di medici, funzionari e politici di primo piano. 
«Le indagini a tutto campo sul caso Lady Asl - viene ancora sottolineato - furono condotte da poliziotti che qualche volta si trovarono fra le mani documenti scottanti. Di certo, parecchi fra loro sono stati repentinamente destinati a missioni estere, dal Kosovo all'Albania, ed hanno dovuto lasciare quelle inchieste sulla sanità». Fra le circostanze che stavano venendo alla luce - ricorda qualcuno - anche la frequente presenza di pezzi grossi dei Servizi italiani, o di loro “ospiti”, per degenze di lusso nella clinica dei Faroni.

SCATTA LA DEFENSE

Fin qui le gesta di Saya e dei suoi. Ma non è finita. Perché un altro gruppo attivo nella capitale potrebbe - secondo alcune fonti - essere da tempo al lavoro sullo stesso terreno: quello della security capace di trasformarsi, all'occorrenza, in un esercito bell'e pronto per l'uso. Nessuna violazione, almeno in apparenza, della legge italiana, che proibisce l'addestramento di mercenari. Ma solo la solita, “innocente” formazione di body guard, vigilantes, buttafuori e dintorni, Il personaggio intorno a cui ruoterebbero simili attività, come tutti i Rambo di professione, ama circondarsi d'una fama leggendaria: tanto per cominciare, racconta d'aver avuto una love story con Nicole Kidman, «dopo la fine della relazione fra la diva e Tom Cruise», chiosano un paio di siti gossippari sul web. Non sappiamo se lui, il quarantasettenne Antonio Marrapese originario di Capua, provincia di Caserta, abbia realmente fatto breccia nel cuore della bellissima Nicole, ma di sicuro può contare su alcune amicizie di peso. Non si spiega diversamente, per esempio, l'autentico redazionale sulla sua biografia pubblicato sotto forma di articolo (con tanto di firma: Romano Pietro) dal Corriere della Sera il 28 agosto del 2009 a pagina 43. L'incipit parla già da solo. «Dalla società del metronotte alla security international company. È lo slogan della Defensecurity, l'azienda creata da Antonio Marrapese. Casertano di origine, formazione internazionale, rappresentante legale per l'Italia di Defence security training service corporation (la numero due al mondo nel settore della sicurezza dopo il gigante Blackwater), Marrapese, un imprenditore molto riservato che non vuole diffondere sue immagini, conta esperienze nella tutela di capi di Stato e, più di recente, in Iraq e in Afghanistan». Blackwater, lo ricordiamo, è il principale contractor per la fornitura di uomini ed eserciti armati sui territori di guerra, dall'Iraq all'Afghanistan. 

Proprio ad agosto 2009 la società di Marrapese faceva intanto il suo ingresso nel salotto buono di Confindustria e il Corriere, per celebrare degnamente l'evento, non trovava di meglio che auspicare l'arrivo della «autorizzazione di polizia che le permetterà di scendere in campo», sottolineando al tempo stesso che «nel frattempo è scattato il reclutamento di 3.500 uomini, da completare entro il 2011, quando si prevede un fatturato di 190 milioni. Per la fine dell'anno - viene precisato più avanti - l'organico sarà di mille unità», tutte superpagate, dal momento che «gli stipendi alti sono al centro della politica aziendale di Marrapese». 
Iscritta come soggetto estero alla Camera di Commercio di Roma, la Defense Security Service Corporation, con sede legale a Panama, declina un oggetto sociale “rude” (anche con la lingua italiana), ma piuttosto eloquente: «Gli scopi generali della società si basano nel fare tutte le cose che più avanti si espongono nello stesso modo che le persone naturali possono fare in qualsiasi parte del mondo». E cosa fanno, in qualsiasi parte del mondo, le “persone naturali”? «La gestione ed organizzazione di corsi di addestramento di attività relative alla protezione delle persone e dei suoi beni, servizi di antisequestro, ricerca di persone scomparse, servizio antiguerriglia e servizio antiterrorismo». 

Alla Defense di Marrapese, stando alle brochure informative, sul “Security Training” non si trascura alcun particolare: si va dalla Analisi degli attentati alla Gestione della minaccia, dalle Strategie e tattiche di scorta protettiva alle Armi e balistica, dalle Tecniche di tiro da combattimento alle Tecniche di individuazione di ordigni esplosivi o di microspie, fino alla Pianificazione scorte nei paesi ad alto rischio, con un accento particolare posto sull'esigenza di «ottenere il riconoscimento giuridico nei paesi dove non è previsto, in special modo in Italia».

Esistono realmente, da qualche parte dell'Italia o all'estero, eserciti di giovani addestrati all'uso delle armi e pronti ad imbracciarle al momento opportuno? Molti, fra coloro che sono dentro al rischioso mondo della security, sono pronti a giurarci. Quanto a Marrapese, un paio d'anni fa aveva dettato la sua autobiografia anche ad un giornale non ufficiale dei sindacati di polizia. E da lì scopriamo che all'estero la sua società gli eserciti privati li fornisce ufficialmente e già da tempo («Come sono armati i contractors e quali Rules of Engagement hanno?», gli chiede l'intervistatore. Risposta: «Veniamo armati direttamente dai governi per i quali lavoriamo»). E poi un particolare di non poco conto circa la sua formazione: «Antonio Marrapese ha passato 18 mesi in un campo di addestramento sul lago della Sirte ad imparare i primi rudimenti sulle armi, l'esplosivistica, l'interrogatorio ed il controinterrogatorio». 

Insomma, con la guerra che infiamma oggi proprio il Golfo della Sirte, l'uomo giusto al posto giusto. 

Rita Pennarola
Fonte: www.lavocedellevoci.it/
Link: http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=395
4.04.2011bn


I mercanti di guerra e i 60 miliardi di dollari rubati agli americani in Iraq ed Afghanistan

[ 1 settembre 2011 ]
Umberto Mazzantini
Mentre Nicolas Sarkozy dopo la Libia ci ha preso gusto, e pensa anche ad una guerricciola in Siria e ad un bombardamento della centrale nucleare iraniana, qualcuno comincia a fare i conti dell'avventura militare americana in Iraq ed Afghanistan, e sono conti che non tornano: il più potente Paese del mondo potrebbe essere stato fregato da una banda di ricchi truffatori che seguivano ed accompagnavano le truppe degli invasori/liberatori e che venivano protetti dai derubati.
Secondo il comitato indipendente che indaga sulle spese di guerra Usa, «gli Stati Uniti potrebbero aver perso fino a 60 miliardi di dollari nella frode e nello spreco in Irak e in Afghanistan nel corso dell'ultimo decennio». Nel rapporto presentato al Congresso Usa, la Commissione sui contratti in tempo di guerra afferma che «Una buona parte  dello spreco  e delle frodi avrebbe potuto essere evitata con una migliore pianificazione ed una sorveglianza più stretta dei progetti conferiti ai contractor».
Il rapporto è l'esame più approfondito della dipendenza  degli Usa dai contractor privati e dell'incapacità del governo Usa di gestire le zone di combattimento, con una privatizzazione della guerra che è la naturale conseguenza dei conflitti per le risorse mascherati da guerre per la democrazia.
Guerre chesono costate (senza che stavolta i repubblicanio  che le hanno promosse non avessere nulla da eccepire) più di mille miliardi di dollari ai contribuenti Usa. Guerre che non hanno raggiunto gli obiettivi che gli Stati Uniti si prefiggevano ed hanno reso il mondo ancora più pericoloso e complicato, il petrolio più caro e l'intera Asia una polveriera.
Chi ha guidato la politica Usa negli ultimi anni sembrano essere stati quelli che vengono chiamati i "mercanti della guerra", un gruppo di compagnie private incistate nel potere politico, che fabbricano armi e forniscono sistemi e servizi di sicurezza. Mercenari e fornitori di mercenari che con le due guerre asiatiche (e probabilmente anche con quella libica) hanno guadagnatio cifre colossali.
Tra gli azionisti più grossi di questa economia della guerra ci sono multinazionali Usa come Lockheed e Boeing che ogni anno concludono con il Pentagono contratti per miliardi di dollari e tengono in piedi  la produzione di modelli sempre più sofisticati ed inumani di armi, prospettando una guerra chirurgica e "pulita" che non è servita a salvare la vita a migliaia di soldati americani e che ogni giorno continua a fare decine di dimenticate vittime civili.
Trafficanti di armi che  restano gli stessi anche se a Washington cambiano i presidenti Usa e che trovano al Pentagono gli stessi fedeli amici, sia che comandino i repubblicani che i democratici. Gli azionisti della guerra con George W, Bush erano addirittura diventati i decision maker degli Usa. Quindi che da questo intreccio di interessi privati, politica muscolare e guerra per le risorse e l'egemonia sia venuto fuori un furto di 60 miliardi di dollari non è poi una cosa così strana. Anzi è la naturale conseguenza dell'appalto dello Stato ai privati, fino alla guerra ed alla politica estera.
Le guerre irakena ed afghana sono nate come spreco per evitare che la crisi economica alle porte arrivasse prima di quanto si volesse, poi si sono trasformate in uno spreco di vite per sostenere l'industria bellica. Un piatto troppo appetitoso perchè i contractor e i mercanti della guerra non ci si buttassero sopra.
In Iraq ed Afghanistan si è assistito all'ultima fase, forse la più estrema, dell'esperimento iperliberista : la privatizzazione della guerra e della sicurezza, una "modernizzazione" che ha riportato il mondo indietro ai soldati di ventura medievali, un passo avanti rispetto alle bande di mercenari assoldati durante la guerra fredda per fare lavori sporchi e pilotare golpe nei Paesi nemici. Una guerra combattuta dai poveri provenienti spesso dalle minoranze etniche Usa e dall'immigrazione alla ricerca della carta verde, contro i miserabili dei deserti irakeni ed afghani.
Probabilmente la truffa ai danni dei contribuenti americani è ancora più grossa, visto che i fabbricanti di armi non hanno smesso di arricchirsio nemmeno durante la crisi economica e finanziaria non ancora finita. Almeno l'oligarchia putiniana in Russia gestisce il taffico di armi in proprio ed alla luce del sole, tagliando i nastri di expò internazionali aperti a premier democratici e a dittatori della peggiore specie. I cinesi fanno lo stesso ed utilizzano le armi come cadeau per i regimi che fanno affari con loro.
Negli Usa e in Occidente non siamo così sfacciati, preferiamo affidarci agli aettici azionisti della guerra che guadagnano facendo versare ad altri sangue umano. Nelle mine e nei droni, nei giubbotti antiproiettile investono anche i fondi pensione. La guerra non va mai in crisi: è la crisi. 
Ma se la guerra diventa, ancora più di prima, pretesto per fare affari e medicina economica, i conflitti si trasformano in un affare da far durare anni, in attes che si apra un altro sanguinante negozio in qualche sperduta parte del pianeta che nasconde risorse. Il furto, la corruzione, lo spreco e la miseria sono solo i sottoprodotti di questa economia del terrore. E più i guadagni sono vergognosi più sono facili e meno è interessante controllarli. Soprattutto se i politici si credono virtuosi e democratici mandanti di guerre volute e gestite da altri.
Fonte : http://www.greenreport.it/_new/index.php?lang=it&page=default&id=12108



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