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Saturday, April 28, 2012

Corruzione: misurarla - ed eliminarla - di Roberto Vacca. 28 Aprile 2012.


Allego mio articolo su "Corruzione - misurarla, eliminarla"È argomento di cui si parla molto, ma non sono disponibili misure evalutazioni dell'entità del fenomeno. Ho trovato i documenti prodotti daTransparency International e da GRECO (Group d'Etats contre la Corruption).Sono molto istruttivi. In particolare il rapporto GRECO sull'Italia diffusonel 2009 e di cui si è parlato poco o niente. Riporto il link per poterloleggere.Concludo con proposta paradossale di istituire un fustigatore ufficiale.  


Best
Roberto

Corruzione: misurarla - ed eliminarla -  di Roberto Vacca. 28 Aprile 2012.
Dove ti giri, trovi corruzione, furti, concussione (perpetrata da pubblici ufficiali o da ministri), tangenti, stipendi e pensioni pantagrueliche. È difficile sapere a quanto ammonti questo bottino: i criminali coprono le tracce – per fortuna non sempre. Secondo Gherardo Colombo l’ammontare annuo nel 2011 è stato di 60 miliardi di euro (60 G€). Adottiamo la sua stima: è un esperto e ha condotto le inchieste di Mani Pulite, Imi-Sir, Lodo Mondadori, SME. La cifra che indica è grossa: il 4% del Prodotto Interno Lordo. Se la eliminassimo, la nostra economia crescerebbe più di quelle dei paesi nordici.
Speriamo che le scoperte di ruberie e appropriazioni degli ultimi mesi servano da deterrenti - ma: quale è stata la tendenza negli ultimi anni? Ai tempi di Mani Pulite  il PIL era di 1.100 miliardi (in Euro odierni - oggi è di circa 1500). Quindi è verosimile che il bottino sottratto da corrotti e parassiti fosse di una quarantina di miliardi. Una fonte approssimativa, ma credibile, è Transparency International, organizzazione indipendente non governativa fondata nel 1993 da Peter Eigen, già della Banca Mondiale, che promuove trasparenza e responsabilità nello sviluppo internazionale. Dal 1995 questo gruppo pubblica ogni anno tabelle dell’Indice di Corruzione Percepito – valutato per ogni nazione (ne sono considerate 182) mediante ricerche e interviste a esperti, magistrati, commercianti, istituzioni pubbliche. È un indice qualitativo e approssimativo: vale 10 per un Paese ove la corruzione sia assente e vale zero se il Paese è profondamente corrotto. Nel 2011 la Nuova Zelanda sta al primo posto con un indice di 9,5 – all’ultimo posto Somalia e Nord Corea con un indice di 1. La tabella seguente dà numero d’ordine e indice di corruzione per l’Italia negli ultimi 20 anni.

Anno
2002
2004
2006
2008
2011
Indice corruzione
  5,2
  4,8
  4,0
  4,8
  3,9
Numero d’ordine
31
42
45
55
61

La situazione è grave e peggiora. Le leggi ci sono: mancano indagini adeguate, principi etici condivisi ed equità. Sono ben noti casi di parlamentari incriminati e protetti da mancate autorizzazioni a procedere delle Camere. Il Consiglio d’Europa propose nel 1999 una convenzione Internazionale contro la corruzione [http://conventions.coe.int/treaty/ita/summaries/html/173htm] su proposta di 19 Paesi. La Convenzione impegna gli Stati firmatari (riuniti nel Gruppo di Stati contro la Corruzione – GRECO con sede a Strasburgo) a promulgare leggi adeguate che colpiscano pubblici ufficiali (nazionali o comunitari), parlamentari, funzionari e giudici per reati di riciclaggio, falsi contabili, corruzione passiva e attiva.
La Convenzione è stata firmata e ratificata da 43 Paesi. È stata firmata, ma non ratificata da: Austria, Germania, Italia, Lichtenstein, San Marino, USA, Messico. Non è stata nemmeno firmata da Canada, Giappone e Santa Sede.
L’11 Aprile scorso Transparency International ha censurato l’Italia per i trasferimenti eccessivi di fondi pubblici ai partiti politici. I nostri governi, che portano un ritardo di molti anni nel ratificare la Convenzione, hanno atteso che la situazione fosse svelata recentemente per reagire debolmente. I funzionari GRECO redassero il 2/7/2009 un lungo rapporto sulla corruzione in Italia (www.coe.int/t/dghl/monitoring/greco/evaluations/round2/GrecoEval1-2(2008)2_Italy_EN.pdf) Andrebbe pubblicizzato e discusso ampiamente. Rileva autorevolmente fatti noti: legami fra corruzione e mafia; il governo ha mirato a incrementare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, NON a prevenire e colpire la corruzione; molte condanne vengono evitate per decorrenza dei termini o per abuso dell’immunità. Il numero di condanne per corruzione pubblica, furto alla Pubblica Amministrazione, abuso d’ufficio e concussione è diminuito gradualmente da 3.627 nel 1996 a 494 nel 2006. Non era il numero dei reati a decrescere – dell’86,4 % in 10 anni! - diminuivano l’energia e la tempestività nel perseguirli. Il rapporto suggerisce nuove leggi, procedure e snellimenti, che dovremmo discutere ampiamente e apertamente. Non lo hanno fatto i nostri politologi.
Lassismo e apatia sono stati anche favoriti da ingenue teorie. Secondo Robert Klitgaard (“Controlling Corruption”, University of California  Press, 1991) e consulente di 21 governi, la corruzione si combatte con i controlli, che costano. Più corruzione si elimina, maggiori sono i costi. Oltre un certo limite  la società spende di più per i controlli di quanto risparmi in corruzione evitata: conviene tollerarne piccole dosi. Sono bizantinismi, dato che le dosi sono massicce.
Oltre a leggi più stringenti ed efficaci, ci vuole una riscossa morale. Non servono a produrla le prediche dei guru. La può esprimere il pubblico (la società civile?). E’ già accaduto. Mezzo secolo fa nessuno avrebbe creduto che gli italiani avrebbero smesso di vantarsi di non pagare le tasse, di fumare al cinema, di gettare cocci dalla finestra l’ultimo giorno dell’anno, di non superare 130 km/h in autostrada. Invece lo hanno fatto e reagiscono ai trasgressori. I corrotti e i concussori, vanno bloccati prima che si ritirino latitanti nelle ville comprate all’estero con il bottino. L’Italia deve ratificare la citata convenzione del 1999 per rendere più agevoli gli espropri di immobili e capitali in Paesi stranieri.
Servono deterrenti più efficaci. Ad esempio, corrotti e concessori devono essere esposti alla gogna. Non vanno legati in piazza a blocchi di legno e bersagliati con frutta marcia. Una riforma della giustizia dovrebbe istituire fustigatori che in rete e sui media descrivano i loro reati, l’odiosità dei danni che arrecano, la loro infima meschinità, il penoso cattivo gusto. 

Friday, April 27, 2012

l'Invasione degli ultraidioti: Ma secondo voi un manager che non trova l'auto blu va a piedi?

Auto Blu, nuovo bando per il noleggio di 4.350 auto al costo di 84 milioni di euro - Infomotori.com
Nuovo bando per il noleggio di 4.350 nuove auto blu  

Una cifra che sbaraglia qualsiasi confronto con i maggiori paesi europei, ma che non sembra sufficiente dato che secondo Il Fatto Quotidiano, sarebbe spuntato un nuovo bando per il noleggio di ulteriori 4.350 auto, con un costo totale per i contribuenti di ben 84 milioni di euro. La spesa per le auto blu aumenta dunque, invece di ridursi drasticamente come previsto.

Costi per 84 milioni di euro Fra l'altro verrà utilizzata la formula del noleggio, con costi maggiori rispetto all'acquisto! Comparando infatti precedenti voci di spesa, si ottiene che il prezzo medio pagato per ogni auto passa da 13.000 euro per l'acquisto, a 19.000 per il noleggio senza conducente, con l'aggravante che al termine del contratto queste auto dovranno venir restituite, invece che venir utilizzate fino alla rottamazione.

Thursday, April 26, 2012

Ma quale Liberazione?

No, la Liberazione è fallita.
L'italia che viviamo è la sublimazione del Fascismo. La gente che parla e urla ora dai media, dalle finestre delle televisioni e per le strade per lo piu non sa che esisteva un prima. Cresciuti a merendine e nutella, infarciti di musica tribal sono quello che i media hanno voluto. Liberazione avrebbe dovuto significare libertà di pensare e di parlare. Ma per decenni abbiamo incoraggiato a bere solo Coca Cola, mettere in sincrono l'ombelico in vista. Come possono persone cosi pensare liberamente? Allo stadio se uno grida un insulto tutti lo fanno un coro  e chi non lo fa si preoccupa di sembrare uno sfigato. E adesso tutti in coro a gridare "devi morire"  "alla fornero" specialmente se  esce fuori un altro capellone coi capelli sotto il mento che arringa la folla, la gente prende ordini ed esegue.
Tutti insieme.
Allineati e coperti.
Soprattutto coperti.
Un ragazzo che dicesse "la fornero" ha ragione perderebbe per sempre la faccia, gli amici e la ragazza e forse la notte le squadracce lo cercherebbero col mezzo litro di olio di ricino in mano. 

Mi racconto: L’inarrivabile scienza del fil di ferro.


Mi racconto:
L’inarrivabile scienza del fil di ferro.

Girovagavo tra le corsie del supermercato quando improvvisamente l’ho visto. Era proprio quello che cercavo e che avevo appena reputato impossibile da trovare qui non proprio dove questo tipo di cose sono a portata di mano. Era lì, tranquillamente appeso al suo scaffale. Parlo del fil di ferro, avvolto, né corto né lungo, forse un po’ troppo acciaioso ma de finitamente era quello che cercavo. Per farne che?  ( sorriso ) beh  niente di speciale ancora una volta mi trovavo impegnato a fare l’impossibile. No niente che si possa classificare importante e neanche utile forse ma per me lo era. Come si fa ad avere una friggitrice se uno non ce l’ha e non intende comprarsela?  Quindi ecco ancora a fare appello al mio genio home made.
A dire il vero sono stato sempre terribilmente affascinato dalle soluzioni ottenute mediante l’adattamento di qualche cosa. Il filo di ferro, un sistema strutturale a n gradi di liberta, regime elastico e plastico, duttilità, fatica e cosi via.
In realtà se esistesse una galleria dei problemi che si sono risolti col fil di ferro penso si riempirebbero pagine e pagine.
Certo le signorine con le unghia laccate difficilmente avranno la voglia e forse la forza per  piegare il fil di ferro nelle necessarie maniere.
Questo invece non era il caso di mio padre che aveva delle mani enormi e robuste eredità del suo lavoro di fabbro prima e meccanico poi. Con le sue mani e col filo di ferro gli ho visto fare cose impossibili, come quando mentre eravamo fuori città la fiammante 1100 Fiat si fermo di botto. Diagnosi un pezzo rotto. E io a straparlare da tecnico che se era rotto era rotto e non c’era modo di risolvere. Tempo mezzora, lui, mio padre, aveva trasformato un pezzo di fil di ferro nel replicante del pezzo rotto e in pochi minuti l’auto era di nuovo in marcia.
Chissà perche ho sempre preferito trovare il modo di far funzionare le cose percorrendo una via diversa piuttosto che la comoda via già fatta. No, il mio lavoro, quello che io da sempre ho realmente considerato il mio lavoro,  è quello di trovare le soluzioni sia che si tratti di teorie metafisiche che di riparare la presa di corrente del frigorifero. Non che nessuno mi paghi mai per questo e neanche che nessuno veramente mi chieda di farlo. Anzi la norma è che la gente si senta piuttosto infastidita da questo armeggiare. Qualche volta desidero riparare la gente o il mondo e la gente mi chiede perche. E io non ho risposte. Veramente non so se il mondo si possa veramente riparare col fil di ferro. Mi piacerebbe molto. Io comunque continuo a provarci, sempre con troppo pochi mezzi, con troppa poca attenzione, con pochi amici sempre a cercare di fare cose impossibili con un pezzo di economico, facile, antitecnologico, fuori moda fil di ferro.
No nessuno parlerà di questa grande operazione, nessuno se ne accorgerà, non le banche ne gli uomini politici ne i partiti. E ancora qualcuno mi chiederà perche lo fai e magari in cuor suo mi considererà un povero illuso. Ma io non sono d’accordo. Io ho il mio fil di ferro sempre pronto ad entrare in azione e a darmi la speranza che qualsiasi cosa succeda io posso rendermi utile.
 

Tuesday, April 24, 2012

Fischi fuori, applausi dentro: la metafora dell'ITALIA?

Alenia, 
il ministro Fornero si incontra con gli operai. I media raccontano che è stata fischiata prima di entrare nel aula di riunione ma è stata appludita durante l'incontro. 
La mia opinione è che molta gente sbaglia.
Le disgustose manifestazioni di antidemocrazia svolte allo stadio di Genova sono l'anticamera al mobbing, alla caccia al diverso, alla folla cieca che carica senza capire.
Ma se pure molto diverse non capisco e condanno le manifestazioni contro il Ministro Fornero e Monti.
Ho gia vissuto questa situazione dove dire una opinione diversa era un rischio, dove identificarsi con la massa era un obbligo assoluto.
Credo fermamente che quello che sta girando in Italia in questi due ultimi mesi sia MANIPOLAZIONE delle persone e in particolare dei giovani fatti dagli stessi soggetti che non hanno esitato ad allearsi con la mafia, con la compagnia della corruzione e simili.
Tutte le analisi hanno da sempre dimostrato come siano i giovani i soggetti piu facili da manipolare per vendergli l'ultima cosa inutile e magari dannosa ma di moda.
Ora non trovi uno che dice "sono d'accordo col Ministro Fornero" neanche  cercare con la lente d'ingrandimento. Perche? per quel sottile senso di disagio che ti prende perche sai che qualcuno  ti apostroferà rudemente e ti chiederà di non rompere il Tabu del totem della massa. 
A questo punto, se anche fossi completamente in disccordo mi sento in dovere di gridare:
sono d'accordo col ministro Fornero! 

Monday, April 23, 2012

L'invasione degli ULTRAIDIOTI

No, non solo la questione di Genova, gli Italiani di buon senso sono spariti. 
Negli stadi il distillato della cultura italiana si rivela per quello che è una realta spregevole, razzista e violenta che può essere difesa solo da chi con queste cose ci fa business come vendere giornali o pubblicita sulle TV tutto fa brodo pure i 15 giorni di ipocrito pianto sulla morte di un uomo con la maglia mentre migliaia muoiono nudi nel mondo ogni giorno. 
NO non è solo questo. 
L'idiozia si rivela nell'accanimento contro qualsiasi cosa che si muove e respira. La situazione dell'Italia è cosi brutta che sembra che nessuno abbia il coraggio di dircela tutta. 
Non abbiamp piu tempo da perdere non abbiamo piu tempo per altre pretese idiote. Invece di guardare ai problemi e alle soluzioni troppi ultraidioti cercano motivi per bloccare di fatto ogni possibile ripresa auspicando il tanto peggio tanto meglio. 
Ok, certo Monti e il suo governo non sono dei santi. 
Ok Monti è stato consulente della Banca  Goldman Sachs. 
Ok forse suo figlio è manager nella stessa banca. 
Ok Passera è stato direttore di Banca Intesa. 
Ma in un momento in cui abbiamo bisogno di un governo che tratti a muso duro col mondo finanziario
chi ci volete mandare a trattare un comico? 
Persone come il Ministro Fornero diventate facile preda degli ultraidioti si stanno rivelando persone che affrontano rischi personali e professionali che non si fanno solo per soldi se non c'è dietro una sana convinzione morale di essere in buona fede.
Certo la gente si ammazza ogni giorno. Certo un numero enorme di persone non sa come sopravvivere.  
Gli ultraidioti che adesso si trovano in confortevoli uffici e temono di perdere un po del loro status e anche di perdere il posto se quello che prendono non se lo guadagnano non possono capire che siccome aspettarsi che arrivi babbo natale per riempirci di soldi è inutile allora bisogna stringersi e fare entrare quelli che sono rimasti sulla strada?
Io vedo solo ultraidioti che non  hanno nessun piano alternativo ma solo terribili sparate senza senso, infarciti di numeri e chiacchiere  basate sul nulla. 
Io sono con chi sta fuori la porta e bussa disperatamente da troppo tempo e non mi importa se questo fara infuriare chi preferisce urlare per non sentire.

Saturday, April 21, 2012

LiquidFeedback : questa è la rivolta, inutili gli isterismi da vecchia politica

Mission «  LiquidFeedback – Interactive Democracy

Il progetto LiquidFeedback LiquidFeedback è un sistema online per discutere e votare sulle proposte. Attualmente è utilizzato per le decisioni interne di partiti o di organizzazioni. È utilizzato nel processo che porta a raggiungere una decisione finale partendo dalla presentazione di una bozza iniziale. Discutere un problema prima di votare aumenta la consapevolezza dei vantaggi e degli svantaggi, delle opportunità e dei rischi, e permette alle persone di valutare le alternative e di suggerirne altre. La democrazia interattiva tiene lontani dal potere politico coloro che cercano di acquisirlo silenziosamente ed insidiosamente e la restituisce agli elettori. Allo stesso tempo, i supercapitalisti possono essere influenti solo con i loro argomenti. professor Robert Reich, University of California, Berkeley Esso combina il concetto di confronto non-moderato e auto-organizzato (quantificato, e con feedback costruttivo) con quello di la democrazia liquida (con delegati). Seguendo l’idea di democrazia interattiva, LiquidFeedback crea un canale di comunicazione tra elettori e rappresentanti (in questo caso soci o membri di un consiglio), fornisce risultati affidabili su quello che i soci vogliono e può essere utilizzato per informare, ricevere suggerimenti o ricevere direttive, in base alle esigenze organizzative o alle leggi vigenti. Questo sistema permette a tutti i membri di partecipare non solo votando, ma anche sviluppando idee. Al tempo stesso, aiuta i membri del consiglio a capire ciò che la maggioranza vuole veramente, così da prendere le decisioni giuste e responsabili sulla base del “voto popolare”. LiquidFeedback è stato sviluppato dal Public Software Group di Berlino. E ‘disponibile sotto la licenza del Massachusetts Institute of Technology (MIT), simile alla BSD 3 (clause license of the University of California in Berkeley). Quindi il software è praticamente gratuito per tutti. Già nel 2009 la spinta iniziale per il suo sviluppo è nata da un partito politico emergente, con lo scopo di evitare una gerarchia rappresentativa classica. I membri del consiglio del Partito Pirata di Berlino hanno voluto assicurare ad ogni membro del partito la possibilità di partecipare alle idee e alle decisioni. Anche se vogliamo che tutti possano partecipare allo sviluppo di idee, crediamo che in primo luogo molte bozze di iniziative saranno create da piccoli gruppi o dai singoli membri. Questo non sarà un problema, considerando che ognuno può conoscere le nuove iniziative tutti possono contribuire dando suggerimenti ognuno può creare delle iniziative alternative tutti possono votare, alla fine Ogni membro può creare un’iniziativa. Durante il periodo di discussione i promotori pubblicizzano le loro proposte ed ottengono un riscontro sul livello di interesse che stanno ricevendo all’interno dell’organizzazione. Suggerimenti con quantificazione dell'interesse Inoltre, gli autori ricevono suggerimenti per perfezionare la loro iniziativa. Questi suggerimenti saranno valutati soprattutto in base all’approvazione che avrebbe la loro accettazione o il loro rifiuto. Per ovvie ragioni, solo i creatori dell’iniziativa possono decidere se un suggerimento sarà accolto o meno. Un suggerimento potrebbe essere integrato in modi molto diversi. Quindi, dopo la pubblicazione della nuova bozza dell’iniziativa, i membri potranno dire se secondo loro l’integrazione è coerente o meno con il suggerimento iniziale. Dato che vogliamo che tutti lavorino per lo stesso obiettivo, nell’ambito di una iniziativa è possibile solamente un feedback costruttivo. Non ci si possono aspettare miglioramenti da parte di persone che pensano che l’idea sia sbagliata in partenza. Chi si sente profondamente in disaccordo dovrebbe creare una iniziativa alternativa oppure votare “No” al momento del voto. Non vogliamo forzare le persone al compromesso nel caso che non siano d’accordo, né vogliamo favorire un voto condizionato dalle maggioranze probabili (cioè, nessuno che vuole votare per A dovrebbe essere indotto a votare per B solo perché B ha maggiori possibilità, mentre C è un’opzione molto peggiore). Devono contare solo gli obiettivi politici, quindi agli elettori è permesso dare delle preferenze. Voto: l'approvazione o la disapprovazione con le preferenze Intenzionalmente non abbiamo moderazione e non devono esistere trattative nascosta con i creatori delle iniziative. Di conseguenza, potranno nascere i cosiddetti cloni cioè iniziative molto simili, con differenze apparentemente minori ma che possono essere importanti per alcuni elettori. I cloni non dovrebbero nuocere all’idea di base (senza necessariamente supportarla). Per questo motivo abbiamo implementato un sistema di voto molto avanzato basato sul Cloneproof Schwartz Sequential Dropping (CSSD), noto anche come metodo Schulze. Infine, ci basiamo sulla tracciabilità per garantire l’integrità (coerenza). Questo è ciò che noi chiamiamo anche trasparenza (nel senso politico del termine)

Friday, April 20, 2012

Con la destra in crisi il PD trema

La destra tutta rivolta ai Bunga Bunga è stata per venti anni la spalla meravigliosa di questa coppia di POLI che incomune hanno avuto l'assoluto immobilismo. La crisi a destra rende non piu valido il ricatto del PD che quindi improvvisamente si sente minacciato a sinistra.

Reprint :Roma 15 Ottobre 2011: Prove tecniche di rivoluzione

Non approvo affatto gli atti di violenza che si sono verificati a Roma, non li giustifico, non credo alle leggende metropolitane dei Black Block infiltrati e neanche dei poliziotti o dei provocatori, NON IN QUESTO CASO. Questa volta per la prima volta in Italia c'è una domanda più importante del "chi sono". Questa volta qualcosa in Italia ha preso una piega diversa. Quello che abbiamo visto a Roma non differisce molto da quello che abbiamo visto tante volte negli stadi di calcio : pochi esagitati possono provocare un inferno. Ma chi cercasse questa volta di mettersi in pace la coscienza e di tornare alle consuete abitudini rischia di non comprendere il futuro. Mario Monicelli non era un ragazzino le sue parole vanno valutate attentamente da tutti gli Italiani. Quelle centinaia di ragazzi scatenati a Roma non erano li solo per fare un po di vetrine a pezzi o per dare qualche cassonetto alle fiamme. Quei ragazzi erano la frangia violenta che si sviluppa in ogni comunità e che non rappresenta altro che se stessi. Ma questa volta la loro fantasia era stata accesa da qualcosa che tutti è abbiamo a fianco che sta diventando la nostra compagna di ogni giorno e che non ci da pace. Questa cosa è il dubbio. Il dubbio che questo sistema italiano, fatto di banche, di politici, di media, di "testimonial" è arrivato al capolinea. Nessuno crede piu che questo sistema per quanto si parli e si blateri in tutte le lingue del politichese sia in grado di produrre altro che una tragica replica di se stesso. Ho gia sentito quest'aria ed era la stessa dell'era della strategia del terrorismo un meccanismo che utilizzava i rivoluzionari corrompendoli, infiltrandosi, facendo terra bruciata attorno ad essi fino a renderli una folle compagnia di deliquenti comuni. Ma questa volta il desiderio di rivoluzione non è di un elite, è qualcosa che leggo nelle facce dei giornalisti quando debbono riferire i fatti e anche nella parole della gente comune che in fondo sa chi sbaglia ma non vede chi ha ragione. La gente sa che eversione è il tentativo di scapparsene dall'Italia con la cassa sia che si tratti di una primaria casa sia che si tratti di miliardari che possono usare la legge come un grimaldello per far saltare la giustizia. La gente sa che eversione è dividere il paese dei ricchi dal paese dei poveri Eversione è un parlamento diventato lo zimbello del mondo Non serve che continui ognuno che ha la capacita di essere onesto sa la verita e puo giudicare fuori di condizionamenti delle destre delle sinistre e dei media su quali scogli la nave Italia sta dirigendosi a tutta forza.

Wednesday, April 18, 2012

Emigranti bambini muoiono urlando e ingoiando acqua di mare

Ma i media Italiani troppo occupati con la morte del campione non se ne accorgono   A damning new report into the death of dozens of African migrants who were left drifting in the Mediterranean last year has concluded that Natocontributed to the 63 deaths, and raises the possibility of British militaryforces being connected with the tragedy. The 90-page study by experts at Goldsmiths, University of London, employed cutting-edge forensic oceanography technology to determine the exact movements of the doomed migrant vessel, which was left drifting for two weeks in one of the busiest shipping lanes in the world, despite European and Nato officials having been aware of the boat's plight and location.



Fonte: http://www.guardian.co.uk/world/2012/apr/11/nato-migrants-left-to-die

Non ho cambiato opinione Monti è il miglior governo che abbiamo avuto.


Non ho
cambiato opinione
Monti è il miglior governo che abbiamo avuto.

Credo che per esprimere il dissenso ci voglia coraggio cosi come per esprimere approvazione quando i momenti durissimi stanno facendo impazzire tutti. Lo so rimango perplesso su come questo possa succedere,  lo so non pensavo mai di poter dire questo di un governo che include il capo dei banchieri Italiani dentro. Se appena vedessi comportamenti sbagliati assicuro che non esiterei a sparare a zero contro questo governo così come ho fatto per il precedente.




Non saremo mai liberi se non potremo essere pro o contro senza grilli per la testa.

Libertà è essere pro o contro senza grilli per la testa.



Monday, April 16, 2012

If are you using the Job search of LinkedIn did you got a JOB?


plese click to go to the poll page http://lnkd.in/HrM6yF

LinkedIn Jobs è illegale secondo le leggi Italiane?

Leggi certe uguali per tutti permettono un affidabile sistema del lavoro ed eliminano le mafie.



La legge 30 del 2003 e il relativo DL 10/11/2003,n.276  hanno posto seri vincoli alla attivita di chiunque faccia intermediazione nel campo del lavoro o soltanto pubblichi informazioni riguardanti il lavoro che è severamente vietato con sanzioni fino a 7.500 Euro e pene detentive. Ma LinkedIn ha nella integrato nella sua piattaforma un sistema per il mercato del lavoro che sembra violare la legge Italiana. 
Anche le condizioni generali dicono:  
Scope and Intent.  You agree that by registering on LinkedIn, or by using the our website, including our mobile applications, developer platform, premium services, or other information provided as part of the LinkedIn services (collectively “LinkedIn” or the “Services”), you are entering into a legally binding agreement with LinkedIn Corporation, 2029 Stierlin Court, Mountain View, California 94043, USA if you reside in the United States, and with LinkedIn Ireland Limited, 77 Sir John Rogerson’s Quay, Dublin 2, Ireland, if you reside outside the United States (“we,” “us,” “our,” and “LinkedIn”) based on the terms of this LinkedIn User Agreement and the LinkedIn Privacy Policy, which is hereby incorporated by reference (collectively referred to as the “Agreement”) and become a LinkedIn user (“User”).    


Questo dovrebbe significare che una legge USA ha prevalenza su qualsiasi altra legge compresa quella italiana.  Ma questo è in contrasto credo con la legge Italiana per esempio per il trasferimento dei dati in USA.
Facebook sembra avere un termine di fornitura simile tranne per questa clausola:


18.10 You will comply with all applicable laws when using or accessing Facebook.
Che sembra aprire le porte alle leggi locali.  


Solo per i Tedeschi è previsto un trattamento diverso:


Certain specific terms that apply only for German users are available here.
Last revision: 21 December 2009 For users residing in Germany:   First Section 2 applies with the proviso that our use of such content to use on or in connection with Facebook is limited. second Section 15.1 is replaced by: This statement is subject to German law. third Clause 15.3 is replaced by: We are only liable as follows: We assume unlimited liability under the statutory provisions (i) for damages arising from injury to life, limb or health, (ii) intent, (iii) gross negligence; and (iv) under the Product Liability Act. Without limiting the foregoing, it will be liable for ordinary negligence only in the event of a breach of an "essential" obligation under this contract. "Essential" duties in this sense are obligations that are necessary for the fulfillment of the contract, the breach of which make achievement of the purpose in question would be, and the compliance you must therefore rely on a regular basis. In these cases, liability is limited to typical and foreseeable damages, in other cases, there is no liability for ordinary negligence





Sunday, April 15, 2012

Lavoro: Guardare l'account Facebook è reato secondo il DL 10/11/2003,n.276 Art. 10 ?



DL 10/11/2003,n.276 Art. 10.- É  fatto  divieto  alle  agenzie  per  il  lavoro e agli altri soggetti  pubblici  e privati autorizzati o accreditati   di effettuare qualsivoglia  indagine  o  comunque  trattamento  di  dati  ovvero di preselezione  di lavoratori,   anche con il loro consenso, in base alle convinzioni  personali,  alla  affiliazione  sindacale o politica, al credo    religioso,  al  sesso,  all'orientamento  sessuale, allo stato matrimoniale  o di famiglia o di gravidanza, alla   età, all'handicap, alla   razza,   all'origine   etnica,  al  colore,  alla  ascendenza, all'origine  nazionale,  al    gruppo linguistico, allo stato di salute nonché  ad eventuali controversie con i precedenti datori di lavoro, a    meno  che  non  si  tratti  di  caratteristiche che incidono sulle modalità   di   svolgimento   della   attività     lavorativa  o  che costituiscono  un  requisito  essenziale e determinante ai fini dello svolgimento  dell'attività    lavorativa.

Saturday, April 14, 2012

Chi non salta 130 mila è


Numeri 
ladroni 
l'Italia preferisce
inventarseli

Non abbiamo speranza finche siamo un popolo che invece di discutere la matematica con la matematica preferiamo scendere in piazza e ballare il "chi non fa 130 mila è". Queste sono le cose che ci squalificano e squalificano sinistra e sindacati. Gli errori si dimostrano non si cantano per la strada qualsiasi siano le motivazioni, perche questo apre le porte alle credenze metropolitane, al mobbing, alla superstizione e ai riti tribali.






Chi occupa confortevoli uffici da dipendente si ocupa solo di assicurarsi la pensione?

Ieri nessun telegiornale ha sentito le parole
" Speculazione
edilizia
di Napolitano ma tutti hanno anbbondantemente intinto la zuppa degli 
" Evasori 
fiscali "
pensare che questo capita perche chi occupa un confortevole posto di dipensente si preoccupa solo di avere pagata la pensione?  

Friday, April 13, 2012

Il giornale di domani: disoccupato privato della parola.

Con diverse giustificazioni gli amministratori di gruppi di discussione Linkedin, Facebook e ovunque bloccano e  interferiscono con le opinioni dei partecipanti. Questo comportamento è moralmente e legalmente corretto? Non sono un esperto di faccende legali, uso solo la logica, queste le mie riflessioni in proposito.

I diritti di chi partecipa ad una discussione sono sovrani e nel caso di contrapposizione con regole del fornitore ( LinkedIn, Facebook, ..) o dei  "proprietari" o amministratori dei gruppi sono i diritti dei partecipanti alla discussione a valere.
La funzione degli "amministratori"  è quella di impedire che una discussione venga volutamente danneggiata o disturbata  da chiunque  (spam) .
L'estensione di questa funzione a compiti di censura è un abuso.
L'amministratore potrebbe sollevare il problema di coerenza con la sua impostazione della discussione, ma è evidente che un momento dopo che la discussione è stata creata da un punto di vista legale l'amministratore del gruppo vale come chunque altro e qualsiasi sua azione volta a discriminare diventa immediatamente una violazione della liberta di espressione.
Le parole "amministratore" o "proprietario" della discussione  sono legalmente prive di significato  perche non sono mai state ratificate da nessun organo legislativo.
"Amministratore" o "proprietario" di un gruppo possono solo significare qualcuno che tecnicamente fa in modo che una discussione funzioni.
Per esempio se vale la giurisdizione Italiana chi gestisce o amministra un un gruppo deve rispettarne la legge  con la relativa Costituzione e i suoi dettami in termini di liberta di espressione.
Il fatto che chi partecipa ad una discussione lo fa "gratuitamente" è irrilevante perche chi fornisce i servizi ( Linkeidn, Facebook) in realta ottiene il suo principale introito aziendale proprio dalla partecipazione dei partecipanti che quindi sono utenti, paganti che devono essere tutelati nel rispetto dei loro diritti.
Ci vorrà del tempo prima che queste coscienze si propaghino e prima che il sistema legale si adegui ma è ragionevole pensare che succedera.
Se nella amministrazione di un gruppo la "censura" viene applicata per favorire persone o aziende allora secondo me si potrebbero  configurare altri reati quale il favoreggiamento, l'estorsione, eccetera.
Comportamenti sbagliati di amministratori posono danneggiare privati e aziende, danni di cui potrebbero dover rispondere, basti pensare al caso di un disoccupato che viene "censurato" nella sua ricerca di nuova occupazione e che quindi ne subisce consegnuenze di danno economico, psicologico, e anche fisico se dovesse arrivare a soluzioni finali.


Thursday, April 12, 2012

Proposta INDECENTE


Proposta indecente 

  1. Disoccupati 
  2. Nuove aziende costituite e trainate da ex disoccupati
  3. Senza casa


1 Non esiste nessun motivo per far ingrassare i "recruiter" ( le agenzie di collocamento) quando  è possibile creare e far vivere agenzie di collocamento gestita da disoccupati.aperte ed etiche che trattino al tavolo dei datori di lavoro.
Non esiste motivo per cui non esista un sindacato dei disoccupati, potenzialmente il piu grande, agguerrito e determinato sindacato  che possa esistere  ma che tenga fuori dalla porta i soliti furbi. SENZA PIETA PER NESSUNO!

2. Milioni di persone alcune giovani piene di entusiasmo e fresche di studi, altri con esperienza altri di grande esperienza tutti parcheggiati vicino al telefono.
Partire con nuove aziende fatte di  ex disoccupati, create con pensiero innovativo, utilizzando il buon senso e la saggezza, puntando su internet per abbattere i costi e per avere visibilita internazionale. Si può, basta smettere di aspettare.

3 Senza casa, nuovi poveri senza voce, senza rapprensentanza, spesso diventano strumenti di arrampicatori sociali se non di lobbies o malavita.
Diamogli voce e troveremo risorse. La prima cosa che necessitano è esistere prima ancora di mangiare.Colleghiamoli ad internet, diamogli connettività mobille, troviamo uno sponsor CHE NON SE NE PENTIRA'-

La mia email : dino.gruppuso@gmail.com
NON SONO UN POLITICO E NON LO VOGLIO

Sunday, April 8, 2012

Tuareg: l'unica legge è quella del deserto

Too bad, because I wanted to inform her that when Gaddafi's regime crumbled in October last year the Tuareg rebels moved south across Niger and into Mali, in convoys carrying arms and heavy weaponry. Within a couple of months the trained Tuareg fighters from Libya reinvigorated the rebel group fighting against the Mali government of Amadou Toumani Toure. They are fighting for a homeland for their people — who number from 1.5 million to 2 million and are scattered across the desert lands of Algeria, Libya, Niger and Mali.

Tuareg: Why did VW name its SUV Touareg? | GlobalPost

Saturday, April 7, 2012

Affiliate marketing is a scam?


Un tranquillo week end Pasquale

Un tranquillo week end Pasquale

Veramente il titolo sarebbe dovuto essere diverso ma i giorni in cui la gente si riprende dopo giornate convulse mi ha fatto pensare almeno il titolo poteva essere piu tranquillo.
In realta avrei voluto richiamare alla mente come per molti questa Pasqua non e tranquilla affatto e non è difficile intuire come sia differente l'atmosfera dalle case fuori dal disastro economico dove la serenita spande tranquilllita ovunque insieme agli aromi delle tavole imbandite. 
Nelle altre case evidentemente le cose sono diverse e magari io vorrei proprio augurare a chi si trova in un momento di disagio un weekend  sereno per come si puo, dimenticandosi dei guai.
Se qualcuno che si trova ad affrontare momenti difficilie si sente demoralizato gli propongo di guardare al ribelle inchiodato sulla croce perche aveva cacciato i mercanti fuori dal tempio.
Anche lui aveva cercato di formare un gruppo per supportare operativamente chi si trovava in difficolta ma in tutto il mondo gli avevano risposto solo in 12 e uno era taroccato.
Ciao Buona Pasqua 

Friday, April 6, 2012

Di Roberto Vacca, 6 Aprile 2012: Abolire province o prefetture?


Come promesso, non parlo di cose tecnico-scientifiche.
Il pezzo allegato è politico - anche questo contro corrente. Condivido
opinioni del Presidente Luigi Einaudi - e riporto un suo articolo pubblicato
in Svizzera nel Luglio 1944, quando in Italia c'erano i tedeschi. Nel testo
fa anche un accenno ai partigiani.
Einaudi era amico di mio padre, che mi portò a conoscerlo quando rientrò in
Italia nel 1945. Era sceso al Grand Hotel. Quella sera c'era anche il Prof
Gustavo Colonnetti, ingegnere e autore di un lavoro sul calcolo delle
tensioni nelle catenarie dei conduttori delle linee elettriche. Studiai
accuratamente quel lavoro 6 anni dopo quando lavoravo al progetto della
linea elettrica Terni-Genova.

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Abolire province o prefetture?  Di Roberto Vacca, 6 Aprile 2012

Il Governo riduce il bilancio delle prefetture di mezzo miliardo. Ridurrà un po’ il deficit. Nessuno dice, però, quanto costino all’anno i prefetti. Si può risparmiare ben di più. Si è parlato di abolire le province che hanno funzioni concrete: istruzione, cultura, turismo, trasporti, viabilità, territorio, protezione dell’ambiente, sviluppo economico. Se le aboliamo, altri vicarieranno le loro funzioni. Il risparmio sarà illusorio: consisterà in controllo di qualità e innalzamento dell’efficienza. di cui c’è sempre bisogno. Indago in rete sul costo annuo di province e prefetture. [l’Annuario ISTAT non lo cita].. I numeri non sono univoci: ci sono: spese impegnate, di competenza, residui. Grosso modo le prefetture costano circa 9 miliardi, ma fanno cose utili. Le prefetture costano 6 miliardi, ma non hanno funzioni utili. A parte sprechi lussuosi, i prefetti servono solo a frenare ed estendere in periferia il potere centrale. Hanno anche effetti peggiori: 68 anni fa li descrisse duramente Luigi Einaudi. Fu il più rivoluzionario Presidente che abbia avuto la nostra Repubblica. Non teneva tanto nemmeno alle province. Scrisse queste parole – in Svizzera, quando l’Italia era sotto i tedeschi:

Via il prefetto! di Luigi Einaudi, Gazzetta ticinese 17/7/1944, (firmato Junius)
Proporre, in Italia ed in qualche altro paese di Europa, di abolire il "prefetto" sembra stravaganza degna di manicomio. Istituzione veneranda, venuta a noi dalla notte dei tempi, il prefetto è quasi sinonimo di governo e, lui scomparso, sembra non esistere più nulla. Chi comanda e chi esegue fuor dalla capitale? Come opera l'amministrazione pubblica? In verità, il prefetto è una lue che fu inoculata nel corpo politico italiano da Napoleone. Gli antichi governi erano, prima della rivoluzione francese, assoluti solo di nome, e di fatto vincolati d'ogni parte, dai senati e dalle camere dei conti o magistrati camerali, gelosissimi del loro potere di rifiutare la registrazione degli editti regii, che, se non registrati, non contavano nulla, dai corpi locali privilegiati, auto-eletti per cooptazione dei membri in carica, dai patti antichi di infeudazione, di dedizione e di annessione, dalle consuetudini immemorabili. Gli stati  italiani governavano entro i limiti posti dalle "libertà" locali, territoriali e professionali. Spesso "le libertà" municipali e regionali erano "privilegi" di ceti, di nobili, di corporazioni artigiane ed erano dannose all'universale. Nella furia di strappare i privilegi, la rivoluzione francese distrusse, continuando l'opera iniziata dai Borboni, le libertà locali; e Napoleone, dittatore all'interno, amante dell'ordine, sospettoso, come tutti i  tiranni, di ogni forza indipendente, spirituale o temporale, perfezionò  l'opera. I governi restaurati trovarono comodo di non restaurare, se non  di nome, gli antichi corpi limitatori e conservarono il prefetto  napoleonico. L'Italia nuova, preoccupata di rinsaldare le membra disiecta degli antichi ex-stati in un corpo unico, immaginò che il federalismo fosse il nemico ed estese il sistema prefettizio anche a quelle parti d'Italia, come le province ex-austriache, nelle quali la lue erasi infiltrata con manifestazioni attenuate. Si credette di instaurare libertà  e democrazia e si foggiò lo strumento della dittatura.
Democrazia e prefetto repugnano profondamente l'una all'altro. Né in  Italia, né in Francia, né in Spagna, né in Prussia si ebbe mai e non si avrà mai democrazia, finche esisterà il tipo di governo accentrato, del quale è simbolo il prefetto. 
Coloro i quali parlano di democrazia e di costituente e di volontà  popolare e di autodecisione e non si accorgono del prefetto, non sanno  quel che si dicono. Elezioni, libertà di scelta dei rappresentanti, camere, parlamenti, costituenti, ministri responsabili sono una lugubre  farsa nei paesi a governo accentrato del tipo napoleonico. Gli uomini di  stato anglo-sassoni, i quali invitano i popoli europei a scegliersi la  forma di governo da essi preferita, trasportano inconsciamente parole e  pensieri propri dei loro paesi a paesi nei quali le medesime parole hanno  un significato del tutto diverso. Forse i soli europei del continente, i quali sentendo quelle parole le intendono nel loro significato vero sono, insieme con gli scandinavi, gli svizzeri; e questi non hanno nulla da  imparare, perché quelle parole sentono profondamente da sette secoli.  Essi sanno che la democrazia comincia dal comune, che è cosa dei cittadini, i quali non solo eleggono i loro consiglieri e sindaci o  presidenti o borgomastri, ma da se, senza intervento e tutela e comando di  gente posta fuori del comune od a questo sovrapposta, se lo amministrano,  se lo mandano in malora o lo fanno prosperare. L'auto-governo continua nel  cantone, il quale è un vero stato, il quale da sè si fa le sue leggi, se le vota nel suo parlamento e le applica.  Il governo federale, a sua volta, per le cose di sua competenza, ha un parlamento per deliberare le leggi sue proprie ed un consiglio federale  per applicarle ed amministrarle. E tutti questi consessi ed i 25 cantoni e  mezzi cantoni e la confederazione hanno così numerosissimi legislatori e centinaia di ministri, grossi e piccoli, tutti eletti, ognuno dei quali attende alle cose proprie, senza vedersi mai tra i piedi il prefetto,  ossia la longa manus del ministro o governo più grosso, il quale insegni od ordini il modo di sbrigare le faccende proprie dei ministri più  piccoli. Cosi pure si usa governare in Inghilterra, con altre formule di parrocchie, borghi, città, contee, regni e principati; cosi si fa negli  Stati Uniti, nelle federazioni canadese, sudafricana, australiana e nella  Nuova Zelanda. Nei paesi dove la democrazia non è una vana parola, la  gente sbriga da se le proprie faccende locali (che negli Stati Uniti si  dicono anche statali), senza attendere il la od il permesso dal governo  centrale. Cosi si forma una classe politica numerosa, scelta per via di  vagli ripetuti. Non è certo che il vaglio funzioni sempre a perfezione; ma  prima di arrivare ad essere consigliere federale o nazionale in Svizzera, o di essere senatore o rappresentante nel congresso nord americano,  bisogna essersi fatto conoscere per cariche coperte nei cantoni o negli  stati; ed essersi guadagnato una qualche fama di esperto ed onesto  amministratore. La classe politica non si forma da sé, ne è creata dal  fiat di una elezione generale. Ma si costituisce lentamente dal basso; per  scelta fatta da gente che conosce personalmente le persone alle quali  delega la amministrazione delle cose locali piccole; e poi via via quelle  delle cose nazionali od inter-statali più grosse.  La classe politica non si forma tuttavia se l'eletto ad amministrare le  cose municipali o provinciali o regionali non è pienamente responsabile   per l'opera propria. Se qualcuno ha il potere di dare a lui ordini o di annullare il suo operato, l'eletto non è responsabile e non impara ad  amministrare. Impara ad ubbidire, ad intrigare, a raccomandare, a cercare  appoggio. Dove non esiste il governo di se stessi e delle cose proprie, in che consiste la democrazia? 
 Finche esisterà in Italia il prefetto, la deliberazione e l'attuazione non spetteranno al consiglio municipale ed al sindaco, al consiglio  provinciale ed al presidente; ma sempre e soltanto al governo centrale, a  Roma; o, per parlar più concretamente, al ministro dell'interno. Costui è  il vero padrone della vita amministrativa e politica dell'intero stato.  Attraverso i suoi organi distaccati, le prefetture, il governo centrale  approva o non approva i bilanci comunali e provinciali, ordina l'iscrizione di spese di cui i cittadini farebbero a meno, cancella altre  spese, ritarda l'approvazione ed intralcia il funzionamento dei corpi  locali. Chi governa localmente di fatto non è né il sindaco né il  consiglio comunale o provinciale; ma il segretario municipale o  provinciale. Non a caso egli è stato oramai attruppato tra i funzionari  statali. Parve un sopruso della dittatura ed era la logica necessaria  deduzione del sistema centralistico. Chi, se non un funzionario statale, può interpretare ed eseguire le leggi, i regolamenti, le circolari, i  moduli i quali quotidianamente, attraverso le prefetture, arrivano a fasci da Roma per ordinare il modo di governare ogni più piccola faccenda  locale? Se talun cittadino si informa del modo di sbrigare una pratica dipendente da una legge nuova, la risposta è: non sono ancora arrivate le  istruzioni, non è ancora compilato il regolamento; lo si aspetta di giorno  in giorno. A nessuno viene in mente del ministero, l'idea semplice che  l'eletto locale ha il diritto e il dovere di interpretare lui la legge,  salvo a rispondere dinnanzi agli elettori della interpretazione data? Che  cosa fu e che cosa tornerà ad essere l'eletto del popolo in uno stato  burocratico accentrato? Non un legislatore, non un amministratore; ma un  tale, il cui merito principale e di essere bene introdotto nei capoluoghi  di provincia presso prefetti, consiglieri e segretari di prefettura, provveditori agli studi, intendenti di finanza, ed a Roma, presso i  ministri, sotto-segretari di stato e, meglio e più, perché di fatto più  potenti, presso direttori generali, capi-divisione, segretari, vice-segretari ed uscieri dei ministeri.  Il malvezzo di non muovere la " pratica " senza una spinta, una  raccomandazione non è recente né ha origine dal fascismo. E' antico ed è  proprio del sistema. Come quel ministro francese, guardando l'orologio, diceva: a quest'ora, nella terza classe di tutti i licei di Francia, i  professori spiegano la tal pagina di Cicerone; così si può dire di tutti  gli ordini di scuole italiane. Pubbliche o private, elementari o medie od universitarie, tutto dipende da Roma: ordinamento, orari, tasse, nomine  degli insegnanti, degli impiegati di segreteria, dei portieri e dei   bidelli, ammissioni degli studenti, libri di testo, ordine degli esami,  materie insegnate. I fascisti concessero per scherno l'autonomia alle  università; ma era logico che nel sistema accentrato le università  fossero, come subito ridiventarono, una branca ordinaria  dell'amministrazione pubblica; ed era logico che prima del 1922 i deputati  elevassero querele contro quelle che essi imprudentemente chiamarono le  camorre dei professori di università, i quali erano riusciti, in mezzo secolo di sforzi perseveranti e di costumi anti-accentratori a poco a poco  originati dal loro spirito di corpo, a togliere ai ministri ogni potere di   scegliere e di trasferire gli insegnanti universitari e quindi ogni   possibilità ai deputati di raccomandare e promuovere intriganti politici a   cattedre.  Agli occhi di un deputato uscito dal suffragio universale ed investito di  una frazione della sovranità popolare, ogni resistenza di corpi autonomi, di enti locali, di sindaci decisi a far valere la volontà dei loro  amministrati appariva camorra, sopruso o privilegio. La tirannia del centro, la onnipotenza del ministero, attraverso ai prefetti, si converte  nella tirannia degli eletti al parlamento. Essi sanno di essere i ministri del domani, sanno che chi di loro diventerà ministro dell'interno, disporrà della leva di comando del paese; sanno che nessun presidente del  consiglio può rinunciare ad essere ministro dell'interno se non vuol correre il pericolo di vedere "farsi" le elezioni contro di lui dal  collega al quale egli abbia avuto la dabbenaggine di abbandonare quel  ministero, il quale dispone delle prefetture, delle questure e dei  carabinieri; il quale comanda a centinaia di migliaia di funzionari piccoli e grossi, ed attraverso concessioni di sussidi, autorizzazioni di  spese, favori di ogni specie adesca e minaccia sindaci, consiglieri, presidenti di opere pie e di enti morali. A volta a volta servo e tiranno  dei funzionari che egli ha contribuito a far nominare con le sue  raccomandazioni e dalla cui condiscendenza dipende l'esito delle pratiche  dei suoi elettori, il deputato diventa un galoppino, il cui tempo più che dai lavori parlamentari è assorbito dalle corse per i ministeri e dallo   scrivere lettere di raccomandazione per il sollecito disbrigo delle pratiche dei suoi elettori.
Perciò il delenda Carthago della democrazia liberale è: Via il prefetto! Via con tutti i suoi uffici e le sue dipendenze e le sue ramificazioni! Nulla deve più essere lasciato in piedi di questa macchina centralizzata; nemmeno lo stambugio del portiere. Se lasciamo sopravvivere il portiere, presto accanto a lui sorgerà una fungaia di baracche e di capanne che si  trasformeranno nel vecchio aduggiante palazzo del governo. Il prefetto  napoleonico se ne deve andare, con le radici, il tronco, i rami e le   fronde. Per fortuna, di fatto oggi in Italia l'amministrazione  centralizzata è scomparsa.  Ha dimostrato di essere il nulla; uno strumento privo di vita propria, del  quale il primo avventuriero capitato a buon tiro poteva impadronirsi per  manovrarlo a suo piacimento. Non accadrà alcun male, se non ricostruiremo  la macchina oramai guasta e marcia. L'unita del paese non è data dai prefetti e dai provveditori agli studi e dagli intendenti di finanza e dai segretari comunali e dalle circolari ed istruzioni ed autorizzazioni romane. L'unita del paese è fatta dagli italiani. Dagli italiani, i quali  imparino, a proprie spese, commettendo spropositi, a governarsi da sé. La  vera costituente non si ha in una elezione plebiscitaria, a fin di guerra. Così si creano o si ricostituiscono le tirannie, siano esse di dittatori o  di comitati di partiti. Chi vuole affidare il paese a qualche altro  saltimbanco, lasci sopravvivere la macchina accentrata e faccia da questa  e dai comitati eleggere a costituente. Chi vuole che gli italiani   governino se stessi, faccia invece subito eleggere i consigli municipali,  unico corpo rimasto in vita, almeno come aspirazione profondamente sentita  da tutti i cittadini; e dia agli eletti il potere di amministrare  liberamente; di far bene e farsi rinnovare il mandato, di far male e farsi  lapidare. Non si tema che i malversatori del denaro pubblico non paghino il fio, quando non possano scaricare su altri, sulla autorità tutoria, sul governo la colpa delle proprie malefatte. La classe politica si forma cosi: col provare e riprovare, attraverso a fallimenti ed a successi. Sia che si conservi la provincia; sia che invece la si abolisca, perché ente artificioso, antistorico ed anti-economico e la si costituisca da parte con il distretto o collegio o vicinanza, unita più piccola, raggruppata attorno alla cittadina, al grosso borgo di mercato, dove convengono naturalmente per i loro interessi ed affari gli abitanti dei comuni dei dintorni, e dall'altra con la grande regione storica: Piemonte, Liguria, Lombardia, ecc.; sempre, alla pari del comune, il collegio regione  dovranno amministrarsi da se, formarsi i propri governanti elettivi,  liberi di gestire le faccende proprie del comune, del collegio e della provincia, liberi di scegliere i propri funzionari e dipendenti, nel modo  e con le garanzie che essi medesimi, legislatori sovrani nel loro campo, vorranno stabilire. Si potrà discutere sui compiti da attribuire a questo o quell'altro ente  sovrano; ed adopero a bella posta la parola sovranità e non autonomia, ad  indicare che non solo nel campo internazionale, con la creazione di  vincoli federativi, ma anche nel campo nazionale, con la creazione di  corpi locali vivi di vita propria originaria non derivata dall'alto, urge  distruggere l'idea funesta della sovranità assoluta dello stato. Non temasi dalla distruzione alcun danno per l'unità nazionale. L'accentramento napoleonico ha fatto le sue prove e queste sono state negative: una burocrazia pronta a ubbidire a ogni padrone, non radicata  nel luogo, indifferente alle sorti degli amministrati; un ceto politico  oggetto di dispregio, abbassato a cursore di anticamere prefettizie e  ministeriali, prono a votare in favore di qualunque governo, se il voto poteva giovare ad accaparrare il favore della burocrazia poliziesca e a premere sulle autorità locali nel giorno delle elezioni generali; una polizia, non collegata, come dovrebbe, esclusivamente con la magistratura inquirente e giudicante e con i carabinieri, ma divenuta strumento di inquisizione politica e di giustizia "economica", ossia arbitraria. L'arbitrio poliziesco erasi affievolito all'inizio del secolo; ma lo  strumento era pronto; e, come già con Napoleone, ricominciarono a giungere  al dittatore i rapporti quotidiani della polizia sugli atti e sui propositi di ogni cittadino sospetto; e si potranno di nuovo comporre, con quei fogli, se non li hanno bruciati prima, volumi di piccola e di grande storia di interesse appassionante. E quello strumento, pur guasto, e pronto, se non lo faremo diventare mero organo della giustizia per la prevenzione dei reati e la scoperta dei loro autori, a servire nuovi  tiranni e nuovi comitati di salute pubblica. Che cosa ha dato all'unità d'Italia quella armatura dello stato di polizia, preesistente, ricordiamolo bene, al 1922? Nulla. Nel momento del pericolo è svanita e sono rimasti i cittadini inermi e soli. Oggi essi si attruppano in bande di amici, di conoscenti, di borghigiani; e li chiamano partigiani. È lo stato il quale si rifà spontaneamente. Lasciamolo riformarsi dal basso, come è sua natura. Riconosciamo che nessun vincolo dura, nessuna unita e salda, se prima gli uomini i quali si conoscono ad  uno ad uno non hanno costituito il comune; e di qui, risalendo di grado in grado, sino allo stato. La distruzione della sovrastruttura napoleonica, che gli italiani non hanno amato mai, offre l'occasione unica di ricostruire lo stato partendo dalle unità che tutti conosciamo e amiamo: la famiglia, il comune, la vicinanza e la regione. Cosi possederemo finalmente uno stato vero e vivente

Di Roberto Vacca, 6 Aprile 2012

Paninizzati, 1992-2012 Tutto è cambiato, il PCI no!

Paninizzati,1992-2012 Tutto è cambiato, il PCI no!

Premessa: non estendo i miei giudizi alle persone di buona volonta che si oppongono al malaffare nella magistratura, politica e informazione.

Tutto è cominciato con Mani Pulite. Tutto è cominciato con il Giudice Antonio di Pietro.
1992 anno della peggiore crisi economica del dopoguerra. 1992 la immensa guerra della magistratura contro lo stato Italiano mette in ginocchio la politica che abbandona.
La magistratura aveva l'obiettivo di disabilitare chi si opponeva all'avanzata del PCI? Forse. 
L'Italia continua ad andare avanti per venti anni mettendo le mani nelle tasche degli Italiani. Tonino di Pietro esce a precipizio dalla magistratura per non vedere che mentre in Italia la gente muore di disoccupazione i partiti continuano ad essere Casta, con le casse cosi piene di soldi da non sapere dove metterli, cosi qualcuno gentilmente si presta.
Dal 1992 al 2012 Il PCI ha solo cambiato nome cercando di mimetizzarsi. Non è riuscito ad inventarsi una politica, uno spazio, un elettorato. Ha avuto per 20 anni un avversario di comodo, uno che se fosse salito sul ring sarebbe stato fischiato immediatamente nel  duo Berlusconi-Bossi.
I magistrati hanno condannato di tutto spiato di tutto violato ogni segreto. In venti anni l'italia è diventato il paese di Orwell dove non esiste riparo ne in internet ne al telefono ne a casa propria nonostante abbiate chiuso bene la porta qualcuno vi ascolta.
Ma esiste una oasi in questo, la Casta dell'Informazione, i giornalisti, manovratori della pubblica opinione hanno continuato ad essere i veri manager dell'Italia indisturbati.
Sono I giornalisti che inventano il "vaccino" anti destra Berlusconi con la calza sulla telecamera   alla prima intervista TV, un vaccino fatto di virus morti o indeboliti che non poteva nuocere. Sono I giornalisti che costruiscono un avversario perfetto per il PCI,  Bossi, definito dai media "un genio della politica",   neo-razzista, provinciale  giusto quello che il PCI aveva sempre sognato di trovare per aggregare consenso. 
PCI informazione e magistrati riescono cosi ad andare avanti venti anni dipingendo una falsa opposizione a un governo sempre sotto l'antibiotico delle centinaia di processi in corso.
In venti anni il PCI non è riuscito a cambiare a trovare una via che spazzi via il marcio che si porta dentro per iniziare una nuova vita che molti onesti di diverse idee politiche da anni aspettano.
Sono i giornalisti che nel 1992 scoprono ( oh, sorpresa ) una Italia marcia a tutti i livelli.
Sono i giornalisti che scoprono ( oh sorpresa ) che l'Italia del 2012 è marcia è a tutti i livelli.
Sono I giornalisti che accendono i riflettori su Berlusconi accentratore di informazione ma evitando di fare luce sulle lobbies degli stessi giornalisti.
Certo di questi tempi l'Italia alla disperazione, i disoccupati i senza casa, gli impreditori non domono sonni tranquilli, o forse non non dormono e basta.
Il Presidente Monti spazza via l'Art. 18 per fare in modo che non siano le dinastie a regolare le fonti di occupazione. Ma in italia le multinazionali della corruzione controllano ogni movimento nel mercato del lavoro, negli appalti, nelle commesse alle aziende, nei crediti anche  piccoli artigiani e imprenditori.
Riuscira l'informazione a cambiare e diventare amica di chi è in crisi estrema smettendo di auto promuoversi in uno show che dura da troppo?    
Questo scritto esprime una mia personale opinione non coinvolge nessun altro per nessun motivo.

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Wednesday, April 4, 2012

L'italia, 60 milioni di "Tecnici" del lunedì! Nostalgia del Forza coso..?


L'italia, 60 milioni di "Tecnici" del lunedì! Nostalgia del Forza coso..?

BASTA, punto. Facciamo qualcosa. Ancora suicidi l'ultimo ad Atene pochi minuti fa. Tra pochi giorni o ore il prossimo! vuoi davvero stare a guardare?

BASTA, punto. Facciamo qualcosa. Ancora suicidi l'ultimo ad Atene pochi minuti fa. Tra pochi giorni o ore il prossimo! vuoi davvero stare a guardare? - Google Groups

C'è rimasto pochissimo tempo. Chi non fara niente non avra alibi.  http://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/stati/grecia/2012/04/04/visualizza_new.html_161371638.html?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter Voglio relizzare un unSognoItaliano, ma adesso l'emergenza è suicidi e lavoro. I vecchi metodi di aiuto sono gia morti nessuno ci crede piu. Molti dei cosidettetti gruppi anti usura eccetera se esistono sono spesso infestati da usurai. Organizziamo un gruppo di aiuto di emgenza  ANTISUICIDIO tramite i social network e colleghiamoci aiuti per rompere il "non c'è lavoro Blues" 1 -  Gruppo  antisuicidio: proposta :  - nessuna pieta per chi cerca di intrufolarsi per fare affari. - cio sono tanti  di gruppi di questo genere in giro ma la gente si continua ad ammazzare - credo che esistono persone con preparazione professionale e qualita personali che possono mettere al servizio di chi sta sul punto di chiudere la partita. parliamone  qui o scrivetemi direttamente alla mia email dino.gruppuso@gmail.com  2 -.Gruppo anti disoccupazione la gente si ammazza perche non ha lavoro e quindi non vuole parole. Facciamo una agenzia di reclutamento sociale gestita e controllata dai disoccupati Diamo voce alle proposte per organizzare nuove aziende molti hanno idee, contiamoci e mettiamole in atto con idee creative. Io adesso ho detto le cose come stanno. La responsabilita di ascoltare e rispondere è vostra. Non è casuale la presenza di questo APPELLO qui in unSognoItaliano. La gente si ammazza perche alla fine rimane SOLA Mi aspetto un immane numero di adesioni nessuno vi chiede soldi, SOLO ASCOLTA CHI NON HA PIU VOCE! Ciao

Tuesday, April 3, 2012

Non gioco più: non basta volere che il tempo torni indietro bisogna costuire alternative economiche

Il comportamento di una certa parte  degli Italiani sembra proprio essere simile ad un bambino che fa i capricci per avere qualcosa. Non basta battere i piedi bisogna avere una soluzione per crescere.



velocita di crescita delle PMI italiane
GOLDMAN: The Next 24 Hours Will Be Critical For The Global Economy
Italian PMI
CHART OF THE DAY: European PMI Numbers
The periphery is hurting badly. What countries like Spain, Italy, and Greece so desperately need is growth, and they're not getting any of it.
Italian PMI
ITALIAN PMI WEAK AGAIN, MISSES EXPECTATIONS AT 47.9

Sunday, April 1, 2012

Cinesi: Italia che ha ancora trovato lavoro e gia sciopera? | LinkedIn

Cinesi, investiranno su un Italia che  non ha ancora trovato lavoro e gia sciopera?

Clicckate qui : Metttevi nei loro panni e rispondete.

Erin Egan FACEBOOK , Chief Privacy Officer: you shouldn’t be forced to share your private information -STOP ALLE RICHIESTE DI PASSWORD

Protecting Your Passwords and Your Privacy

As a user, you shouldn’t be forced to share your private information and communications just to get a job.  And as the friend of a user, you shouldn’t have to worry that your private information or communications will be revealed to someone you don’t know and didn’t intend to share with just because that user is looking for a job.  That’s why we’ve made it a violation of Facebook’s Statement of Rights and Responsibilities to share or solicit a Facebook password.

Facebook attacca i datori di lavoro  che chiedono le password - LASTAMPA.it

Facebook attacca i datori di lavoro che chiedono le password Fenomeno in aumento. Il sito minaccia azioni legali TORINO Facebook attacca i datori di lavoro che chiedono l'accesso agli account personali dei dipendenti e dei candidati a possibili assunzioni. Erin Egan, responsabile della privacy di Facebook, ha definito la pratica «inquietante» e ha minacciato azioni legali contro le aziende che violano la privacy degli utenti del social network.

Protecting Your Passwords and Your Privacy

Facebook takes your privacy seriously.  We’ll take action to protect the privacy and security of our users, whether by engaging policymakers or, where appropriate, by initiating legal action, including by shutting down applications that abuse their privileges.   While we will continue to do our part, it is important that everyone on Facebook understands they have a right to keep their password to themselves, and we will do our best to protect that right.   -- Erin Egan, Chief Privacy Officer, Policy

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