Search This Blog

Thursday, August 30, 2012

L'Italia è capace di affrontare razionalmente il futuro?

Siamo stati voluti un popolo del posto fisso, di "dipendenti", di soggetti al "paron".  E i milioni di piccole imprese? Nessuno che non sia un pazzo in Italia fa la piccola impresa da solo, nessun imprenditore si permette di sfidare la sorte a meno che non abbia un "paron" virtuale che sia la corporazione o l'affiliazione piu o meno onorevole che garantisca l'entrata "sicura".
Ci è stato detto da sempre che non possiamo fare da soli che serve una carta bollata per sentirsi vivi. Siamo la patria della moda ma non della  cultura del design, siamo la patria dell'esibizionismo e dello sciovinismo.
Adesso i minatori del Sulcis si sotterranno in miniera e si autolesionano per risolvere i loro problemi c'è di che meravigliarsi?
Io penso che quando si incontra un problema si dovrebbe procedere ad una analisi oggettiva e ad una progetto delle soluzioni ma in Italia questo non è di moda. Quando una realtà è sgradita la gente è stata convinta che la soluzione sia respingerla e battere i piedi per terra per avere una realtà piu soddisfacente. La cosa peggiore è che il clima che si è stabilito adesso è aggressivo e minaccioso verso chi non si adegua.
Onestamente mi sembra incredible che ancora si parla di cose come le miniere in Italia dopo che l'industria ha difatto decretato che i costi di produzione italiani sono incommensurabilmente piu alti delle analoghe proposte fatte da altri paesi dove vendono prodotti fatti col rischio e con la vita di lavoratori che reputano accettabile barattare la vita con il sogno del consumismo trasmesso dai media globali. Questo è sicuramente sbagliato ma non abbiamo tutti le nostre responsabilità nell'avere spinto alla disperazione popoli affamati inducendoli a vendersi la vita per sopravvivere?

Sunday, August 26, 2012

Senza ricerca e sviluppo: crescita non credibile, di Roberto Vacca, 25/8/2012.

Allego articolo odierno: reagisco ai comunicati del Governo che  descrivono
le strategie decise per la crescita. Il documento riportato dai giornali è
triste. Propone alcuni interventi quasi tutti deboli, marginali -- e vaghi.
Anche i governi precedenti hanno mancato tragicamente. Molti anni fa smisero
di prospettare piani energetici e di parlare di programmazione economica.
Ora,almeno,avrebbero dovuto leggere le statistiche - e ragionare - per
capire che la prosperità viene conseguita da chi studia, pensa, innova.  Non
lo hanno fatto.
Mi aspettavo di meglio dai professori.
Continuiamo a ragionare, ma mi fa sì disperare chi parla di evitare le frane
(CERTO vitande!) ne non di  usare il cervello per capire, studiare,
inventare e - come "by product" -- vantaggio collaterale -- diventare più
ricchi.

Grazie se disseminate queste mie prediche --- inutili? (come quelle di Luigi
Einaudi - se mi si permette di confrontare le mie piccole parole a quelle
sue, spesso più grandi)

Combattiamo

Roberto



Senza ricerca e sviluppo: crescita non credibile, di Roberto Vacca, 25/8/2012.
Sembrano vecchie di cent’anni le decisioni raggiunte dal Consiglio dei Ministri del 24 agosto 2012. L’obiettivo principale era la crescita economica, però, i documenti finali non menzionano nemmeno ricerca scientifica e sviluppo tecnologico, sebbene le statistiche degli ultimi decenni mostrino che cresce di più il Prodotto Interno Lordo dei paesi più innovativi.
Questa dipendenza è confermata dalla tabella seguente che riporta per il 2011 la crescita % del prodotto interno per l’Italia (che sta al 15° posto) e per i 5 Paesi europei in testa alla classifica dell’innovazione in termini di lauree, ricerca scientifica, investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, brevetti, percentuale di piccole e medie imprese innovative, bilancia tecnologica, etc.

Paese
Svezia
Germania
Finlandia
Francia
Danimarca
Italia
Crescita %
PIL 2011

3,9

3

2,7

1,7

0,8

0,4
Crescita % PIL 2011 per i 5 Paesi europei più innovatori e per Italia
Fonte: Eurostat

Le antiquate strategie annunciate dal Consiglio dei Ministri riguardano interventi in: opere pubbliche, semplificazioni per la creazione di nuove aziende, valorizzazione di siti archeologici, protezione dalle frane, rispetto delle regole, lotta contro corruzione ed evasione fiscale, miglioramento dei rapporti fra pubblico e privato, nuove regole per la valutazione dei docenti, assunzione di 12.000 docenti per le scuole medie e superiori. Anche questi sono obiettivi meritevoli di attenzione, anche se alcuni sono un po’ vaghi. Ad essi è stata  rivolta in passato qualche attenzione che manca, invece, alla scienza e alla tecnologia.
Propongo al Governo la lettura di quanto scrivevo su queste pagine virtuali il 9 Maggio u.s.
“In Italia gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo sono lo 0,54 % del PIL (nel 2010 era 0,58 %) che corrisponde allo 0,71 della media europea; quelli privati sono lo 0,71 % del PIL (nel 2010 erano 0,65 %) che corrisponde allo 0,57 della media europea. Questo divario dura da 30 anni. Non è solo questione di investimenti, ma di cultura media. La percentuale della popolazione che ha completato l’educazione terziaria è in Italia il 20%. La media europea è 33 %, Danimarca e Norvegia 47%, Svezia e Finlandia 45%, Francia e UK 43 %, Irlanda 49 %. A livello più basso dell’Italia sono solo: Macedonia, Malta, Romania e Turchia.
L’Italia è, dunque, carente nei livelli di istruzione. Negli investimenti in ricerca scientifica e sviluppo tecnologico sta poco sopra la metà della media europea - particolarmente nel settore privato.”
Attendiamo che il Consiglio dei Ministri rimedi all’omissione e definisca strategie urgenti ed efficaci. Agli industriali italiani poco innovativi, diciamo: “Senza innovazione energica e sapiente – non sopravviverete.”

Saturday, August 25, 2012

Siamo cambiati o siamo ancora il paese di "frate Mitra" ?

Noto come il Sistema della protesta arriva con ritardo di anni ad interessarsi di Assange e solo dopo avere avuto la garanzia di non compromettersi politicamente e socialmente perche ormai "lo ha detto la televisione". Yes da tempo non si trova piu gente con la "C". 
Da anni i provider italiani hanno metodicamente bloccato gli accessi ai siti di Wiki Leaks falsificando i puntamenti ai DNS e dando l'impressione che opporsi a chi vuole arrostire sulla sedia elettrica Assange, disubbidire al sistema globale, sia cosa disdicevole, da "hacker", di cui vergognarsi.  Lo stesso sistema da anni sta disinteressandosi dei movimenti che si oppongono al sistema finanziario globale e l'esistenza in Italia di Occupy è praticamente zero cosi come l'interesse per la democrazia elettronica che il sistema dei partiti ha sbrigativamente classificato come la morte della democrazia. 
Piu comodo e piu facile essere tra la folla e sparare inutili insulti a Monti e al suo governo che suonano sempre più spesso "guidati". Siamo cambiati o siamo ancora il paese di "frate Mitra" ?

Thursday, August 23, 2012

Basta privilegi anche per malavita organizzata e banche?


  1. 0b1kenobi: Los enfrentamientos armados en la favela de: VELLETRI

    0b1kenobi.blogspot.com/.../0b1kenobi-dot... - Cached - Translate this page
    23 nov 2011 – Dott. Mario Monti : Basta privilegi anche per malavita organizzata e banche?: Da oltre 20 anni Mafia e Camorra hanno costituito una rete di ...
  2. 0b1kenobi: Dott. Mario Monti : Basta privilegi anche per malavita ...

    0b1kenobi.blogspot.com/.../dott-mario-mo... - Cached - Translate this page
    16 nov 2011 – Los enfrentamientos armados en la favela de: VELLE... Creiamo un ...0b1kenobi: Vittorio Arrigoni killed by Mossad ? ROMA, 66ENNE SI DÀ ...
  3. 0b1kenobi: La NATO non ha mai visto le fabbbriche di bambini - Yes

    0b1kenobi.blogspot.com/.../la-nato-non-ha-mai-visto-le-fabb... - Cached
    23 Nov 2011 – Los enfrentamientos armados en la favela de: VELLE... Creiamo un ...0b1kenobi: Vittorio Arrigoni killed by Mossad ? ROMA, 66ENNE SI DÀ ...
  4. 0b1kenobi: Magri sceglie ancora la liberta. Ma è orribile una clinica ...

    0b1kenobi.blogspot.com/.../magri-sceglie-a... - Cached - Translate this page
    30 nov 2011 – Los enfrentamientos armados en la favela de: VELLE... Creiamo un ...0b1kenobi: Vittorio Arrigoni killed by Mossad ? ROMA, 66ENNE SI DÀ ...
  5. 0b1kenobi: E' stato per la vendita di queste bombe che le clientele si ...

    0b1kenobi.blogspot.com/.../e-stato-pert-la-... - Cached - Translate this page
    23 nov 2011 – Los enfrentamientos armados en la favela de: VELLE... Creiamo un ...0b1kenobi: Vittorio Arrigoni killed by Mossad ? ROMA, 66ENNE SI DÀ ...
  6. 0b1kenobi: Compagnia delle Opere e CL: la politica degli affari

    0b1kenobi.blogspot.com/.../compagnia-del... - Cached - Translate this page
    Loading... rackspacecloud. Tuesday, October 18, 2011. Compagnia delle Opere e CL: la politica degli affari. Compagnia delle Opere e CL: la politica degli affari ...

Wednesday, August 15, 2012

RYRA: Rate Your Recruiter Anonymously -Valutate le agenzie di collocamento in anonimo

RYRA: Rate Your Recruiter Anonymously - http://bit.ly/Hd1qhG
Rate your recruitment agency, company HR office,  job seeker website, LinkedIn group and more, just email the recruiter Name and URL (e.g. http://www.aptitude59.com )  to ryra@aptitude59.com to add new recruiters.

RYRA:Valutate le agenzie di collocamento in anonimo http://bit.ly/Hd1qhG
Valutate le agenzie di collocamento, ufficio personale, sito web, gruppo LinkedIn eccetera. Per aggiungere nuove agenzie o societa inviate una email ryra@aptitude59.com con nome dell'agenzia e il link del  sito web  esempio ( http://www.aptitude59.com ) 

Evaluation:
- Got the Job -
- Interview -
- Fake -
- Social Network abuse
- llegal abuse

- Assunto
- Colloquio
- Truffa
- Social Network abuse
- Illegal abuse



Keywords: job, lavoro

TROPPA FRETTA DI AMMAINARE LA BANDIERA ROSSA?

TROPPA FRETTA DI AMMAINARE LA BANDIERA ROSSA?

Ripubblico. Pubblicato il Feb 08, 2012


SI LO CONFESSO CONCORDO CON CON LA VISIONE DEL GOVERNO MONTI, sul posto fisso che è finito, sul licenziamento che deve essere soggetto ad una legge giusta (ma la legge deve essere giusta sempre e per tutti), sulle gabbie dei tassisti, avvocati, ingegneri eccetera che devono trasformarsi in un compenso equo e trasparente, sulla fine di ogni privilegio per chi lavora nella pubblica amministrazione che deve capire di essere al servizio della comunità.
Quello di cui abbiamo  bisogno è un sistema produttivo vivo e in grado di rispondere alle sfide della globalizzazione e della crisi internazionale. Gli italiani devono imparare che il mondo è più grande di quello che sono abituati a considerare e che si può vivere in un ambito internazionale, anche lontano dal mondo che è loro familiare come fanno cittadini di tutto il mondo da sempre.
So che questo suscita proteste e prese di posizione ma le opinioni di tutti vanno espresse e rispettate, perfino le mie.
Informazione, stampa e televisione, anche quella cosiddetta di sinistra,  hanno perso ormai qualsiasi capacità di giudizio indipendente ed essendo sempre più legati al sistema economico e alla distribuzione dei finanziamenti e della pubblicità si guardano bene dal prendere posizione in merito. Ma loro di questo problema non ne parlano e neanche di una possibile riforma del sistema dell’informazione.
Abbiamo bisogno di rispolverare la bandiera rossa ammainata con sospetta celerità dalla società di internet e della finanza tossica, dimenticata da una classe di intellettuali troppo avvezzi a lauti compensi, dimenticata da una sinistra che non ha capito in tempo la differenza tra essere poveri ed essere meschini.
Certo abbiamo bisogno di introdurre lo spirito del comunismo, del marxismo e del socialismo ma tenendo ben presente che la rivoluzione comunista del passato  è stata tradita e svenduta per pochi spiccioli a cominciare dall’Unione Sovietica che ha prodotto dittatura abusi limitazioni della liberta e disastri.
I ricchi, come si diceva una volta, devono prendere coscienza che non esiste per loro alternativa se non accettano di diventare meno ricchi pagando più tasse e dividendo la loro eccessiva ricchezza. Questo sembra essere un pensiero già balenato a qualcuno tra i grandi della finanza che si sono accorti che la loro ricchezza in un mondo instabile è solo fonte di pericolo per loro stessi e che sembra stiano facendo i primi passi in questa direzione.
La Chiesa e la sinistra devono decidere se essere la rivoluzione dei poveri e degli indifesi o se fare equilibrismi mentali per marcare come “fede violenta” quello che pure è scritto sui loro vangeli.

WikiLeaks News


WikiLeaks News:
  • Coverage of surveillance network TrapWire, revealed in WikiLeaks' GI Files, continues to make headlines:
  • WikiLeaks published new GI Files on narcotrafficking and conspiracy in the Colombian military, France and the Ivory Coast, and further emails on TrapWire.
  • The New York Times published an article on the FinFisher/FinSpy program which was covered extensively in WikiLeaks' Spy Files.
  • RT gave insight into U.S. presidential candidate Mitt Romney's VP choice Paul Ryan, using information from WikiLeaks cables.

Julian Assange News:
  • Ecuadorian President Rafael Correa appeared on ECTV last evening, saying he hoped to have the decision on Julian Assange's asylum bid this week.
    • Mr Assange described his asylum application as "a long process that's involved much work". He said he had "no idea" of the outcome, but he's "hopeful there will be a positive decision."
    • The Guardian reported that Ecuador had granted Julian Assange asylum, a claim which later turned out to be false. President Correa respondedsaying that it was a false rumor and a decision has yet to  be made. WikiLeaks spokesman Kristinn Hrafnsson also commented, "I just spoke to him (Assange) and he said he had not been notified either."
  • Members of the Swedish Cabinet unlawfully attacked Julian Assange, calling him "sick", "a brute", and "a coward". This means that Swedish Prime Minister Rienfeldt, Foreign Minister Bildt, and Justice Ministers Ask and Hagglund have now all acted unlawfully in Mr Assange's case.
  • American Free Press interviewed Julian Assange's U.S. lawyer Michael Ratner about likely U.S. prosecution of his client, the WikiLeaks Grand Jury, and Mr Assange's asylum bid.
  • Julian Assange's lawyer Baltasar Garzón was interviewed about why he chose to work on Mr Assange's case, saying he believes "in his innocence and his cause". 
  •  Baltasar Garzón will be visiting Australia in a few weeks to lobby the Government.
  • "Underground", a movie on young Julian Assange will be premiering at the Toronto International Film Festive. WikiLeaks tweeted out the article, but commented, "This is not an endorsement, we haven't seen it."

 Bradley Manning News:
  • A police mugshot of Kenneth Bradley Manning of Portland, Oregon has been falsely used as a photo of PFC Bradley Manning. The Bradley Manning Support Networkasks that if people see the photos being used, to please ask for a correction.
  • Courthouse News Service reported on the unprecedented abuse Bradley Manning faced at Quantico. Oral arguments from PFC Manning's defence are postponed until the October 1-5 hearings, but Quantico witnesses will be hearing during the August 27-31 hearings.

Monday, August 13, 2012

Chi ha mai visto questa notizia di oltre 1 anno fa sulle societa Italiane?

Le societa Italiane che si affermano sembrano solo trovare spazi nelle zone grigie tra lo spionaggio e la delazione.  Pubblico da Wired.it quanto emerso da wikileak e sembra precipitosamente insabbiato. 

Ieri WikiLeaks ha denunciato un Grande Fratello mondiale cui partecipano 160 aziende di 25 paesi. Gli Spy Files di WikiLeaks contengono i dettagli dei prodotti con cui queste aziende stanno facendo “miliardi di euro vendendo sofisticati strumenti di monitoraggio ai governi, violando le regole dell’esportazione e chiudendo un occhio sui regimi dittatoriali che violano i diritti umani”. “ Era proprio quello che ci voleva. Spero proprio che ora i media aprano gli occhi”, ha commentato Barrett Brown ex portavoce di Anonymous che ha fondato Project PM un anno fa per denunciare i governi spioni, come ha raccontato in un’intervista a Wired.it. Nell’elenco di WikiLeaks, stilato insieme a realtà del giornalismo investigativo fra cui l’Espresso, ci sono sette aziende italiane. L’unica citata nel documento che annuncia i 287 file-denuncia è HackingTeam. Di lei WikiLeaks ha pubblicatopresentazione di Remote Control System 5.1 (presente per altro sul sito dell’azienda), un sistema in grado di violare non solo Android, ma anche iPhone e Blackberry, registrandone tutti i dati presenti, anche se criptati, e trasformare il telefono in una cimice. Il business dell’azienda, si legge sul suo sito, è vendere a forze di polizia e intelligence strumenti per combattere il crimine. 

L’unica azienda a occuparsi di analisi del discorso, fra quelle citate, è Loquendo, ex società del gruppoTelecom Italia ceduta a Nuance durante l’estate per 53 milioni di euro. Loquendo è specializzata inriconoscimento e sintesi vocale, verifica e identificazione di chi parla. Di lei WikiLeaks ha pubblicato una presentazione sull’uso di questa tecnologia per riconoscere la voce di terroristi che parlano al telefono in posti affollati, identificare l’uso di parole chiave, analizzare i discorsi sulla base di accenti ed enfasi. Sul proprio sito l’azienda elenca alcuni dei propri prodotti, che vanno dall’automazione di call center alla messaggistica unificata, da applicazioni per banche e sanità a prodotti per favorire l’inclusione dei disabili ed e-learning, su pc come su smartphone. 



WikiLeaks: ecco gli spioni italiani

Sette imprese che si occupano di ricerca e sviluppo nel campo delle intercettazioni sono finite nell’occhio del ciclone negli Spy Files di Julian Assange. Ecco perché


 di Silvio Gulizia
FONTE: wired.it 

Ips è forse la più trasparente fra le aziende di spioni. Si occupa di comunicazioni e sorveglianza. Fra i clienti ci sono Ministero dell’Interno, Arma dei Carabinieri, Telecom Italia e Wind. Il prodotto di punta è Genesi, in grado di acquisire, analizzare, registrare e processare elevate quantità di flussi di comunicazione in modo centralizzato: “ Si adatta bene alle esigenze delle agenzie governative per analizzare e monitorare diversi tipi di sorgenti di informazione sia offline che real time, per catturare stream da differenti reti, per obiettivi di sorveglianza o misure preventive”. IPS fa capo a Resi Group, così come Resi, azienda specializzata nei settori Network & Security Management e produzione di contenuti a valore aggiunto. 

Rcs
, che non è la casa editrice, produce apparecchiature per il controllo elettronico delle telecomunicazioni pensate per le indagini di polizia giudiziaria.
Ha un help desk telefonico per l’assistenza di operatori amministrativi e personale di polizia giudiziarie. Su di lei c’è solo un link al sito aziendale. 

Innova
 è invece specializzata in soluzioni integrate a sostegno di operazioni di intelligence e nuclei operativi delle forze dell’ordine e della polizia giudiziaria. Si occupa di intercettare comunicazioni su linee telefoniche di qualunque tipo, anche criptate, intercettazioni ambientali, localizzazioni di veicoli e analisi dei dati raccolti. Secondo WikiLeaks è in grado di intercettare anche sms e monitorare l’uso di Internet. Il tutto attraverso un’unica interfaccia grafica chiamata Ego

Infine c’è Bea S.r.l., il cui settore è quello dei prodotti microelettronici per la sicurezza. Vanta clienti in tutto il mondo, “ inclusi governi e pubbliche autorità in una quindicina di paesi sui cinque continenti”. Si occupa esclusivamente di intercettazioni telefoni, secondo WikiLeaks, che ha pubblicato il catalogo dei prodotti offerti. 

Sunday, August 12, 2012

Non è un caso che alcune grandi aziende USA siano nate nei garage di hobbisti e non nei laboratori delle università.

Crossposto perche spero che ne nasca una discussione:

Ipotesi: ho una idea innovativa che puo creare una nuova azienda con migliai di posti di lavoro diciamo una nuova "Fiat" ma non in auto
Quale è il percorso per trasformare una idea in una realta nel piu berve tempo possibile? se nessuno si occupa seriamente di questo come puo l'Italia uscire dalla crisi? E' possible creare una nuova impresa che fornisca servizi e quindi dia lavoro ma non debba importare? Volunia dovrebbe essere un esempio ma purtroppo gestito fuori dal contesto della comunità nazionale. Dove e chi sono gli addetti ad ascoltare idee innovative di interesse nazionale?

..Quello che intendevo nel tema della discussione si riferisce alla fase che segue l'ideazione, 
Faccio un paragone tra la societa tecnologica USA e quella italiana. 
Secondo me non è un caso che alcune grandi aziende USA siano nate nei garage di hobbisti e non nei laboratori delle università. 
In USA, gia oltre 40 anni fa, non era strano che un hobbista di meccanica si dotasse di torni e altre macchine utensili, o che radioamatori producesssero satelliti per la comunicazione, o modellisti di aerei lanciassero piccoli missili e cosi via. ( lo so da un po di anni questo avviene anche in Italia ma in modo e con aspettative diverse) 
In Usa esisteva la voglia di sperimentare. In Italia si sono fatte cose egregie ma sempre in ritardo e sempre al risparmio. Ma soprattutto in Italia era veramente raro che quello che nasceva in un garage avesse mai l'attenzione del mondo industriale, finanziario, pubblico. 
Circa 30 anni fa Roberto Vacca scriveva Dio e il Computer ( un romanzo che mi è rimasto in mente e nel cuore) . Ci sono tanti motivi di interesse in quello scritto ma quello che credo sia più importante è che l'atmosfera in cui il romanzo si muove è una Italia immaginata "fortunata" ( in antitesi all'Italia reale "sfigata"), un Italia aperta in cui grandi idee trovano interlocutori e in cui è palpabile la continuita tra tecnologia e mondo imprenditoriale. 
Dopo tanti anni, soldi, piani tutto questo nell'Italia reale non è avvenuto e quel mondo di trenta anni fa rimane per l'Italia fantascienza.

IL TEMPO NON ESISTE: We can now say without doubt that there is at least one language and culture which does not have a concept of time

It is the first time scientists have been able to prove 'time' is not a deeply entrenched human universal concept as previously thought.
Researchers, led by Professor Chris Sinha from the University of Portsmouth Department of Psychology, studied the way in which time was talked about and thought about by the Amondawa people of Brazil. Their research is published in the journal Language and Cognition.
Professor Sinha said: "For the Amondawa, time does not exist in the same way as it does for us. We can now say without doubt that there is at least one language and culture which does not have a concept of time as something that can be measured, counted, or talked about in the abstract. This doesn't mean that the Amondawa are 'people outside time', but they live in a world of events, rather than seeing events as being embedded in time."
http://medicalxpress.com/news/2011-05-necessarily-deeply-rooted-brains.html

POP BIMBI : Basta bimbi dimenticati , per favore condividere

A settembre i bambini tornano fare i pendolari. NON SCORDIAMOCELI 
Si possono prendere immediatamente piccoli provvedimenti per ridurre drasticamente la probabilità che succedano altre tragedie.
1 - I nidi quando si accorgono di una assenza non giustificata chiamino immediatamente i genitori
2 - Mettete un allarme sul vostro orologio da polso oppure sul cellulare o portatevi una sveglia e programmate 30 minuti dopo l'orario di rilascio dei figli. Se lo sentite, SE SUONA allora vuol dire che vi siete dimenticato di chiuderlo dopo aver lasciato il figlio a scuola oppure potreste aver lasciato il piccolo in auto.
3- L'altro coniuge se vede che chi deve portare i bambini a scuola è in uno stato di affaticamento o di preoccupazione chiami per verificare!!!
4 - Usate i NONNI!!!

Wednesday, August 8, 2012

Spiego il grande blackout indiano – e, un po’, anche le reti elettriche – di Roberto Vacca – 6  Agosto 2012.


Allego una spiegazione dell'enorme blackout elettrico indiano - il più
grosso mai avvenuto per numero di persone private dell'elettricità. [MA un
terzo degli indiani ha sempre il blackout: non hanno affatto l'energia
elettrica].

È triste che le cause citate da quotidiani e perfino dall'Economist siano
state: siccità, squilibrio fra domanda e offerta, interruzioni dovute a
qualche guasto. Io studiavo i problemi della stabilità delle grandi reti
elettriche  in corrente alternata già 60 anni fa -- anche se alla facoltà di
ingegneria di Roma non venivano ancora insegnate.

Il pezzo allegato è piuttosto pesante: temo che alcuni lo troveranno ostico
e lo eviteranno. Non li biasimo. Però li invito a dargli lo stesso una
letta. Serve a capire che le grandi strutture tecnologiche sono, certo,
complesse -- ma non incomprensibili, né esoteriche. Io, che le capisco un
po', ritengo doveroso raccontarle in modo piano.
Best
Roberto


Spiego il grande blackout indiano – e, un po’, anche le reti elettriche 
– di Roberto Vacca 
– 6  Agosto 2012.

Seicento milioni di indiani senza energia elettrica per due giorni: un disastro che ha causato distruzioni di ricchezza e di derrate, tragedie personali, ritardi, scomodità, disorganizzazioni a cascata, crollo di reputazioni.
Però è anche grave che questa emergenza sia stata capita solo da pochi esperti. I giornali hanno parlato di ritardi nel realizzare infrastrutture, squilibri fra domanda e offerta, siccità. Questa ha causato mancanza d’acqua di raffreddamento alle centrali di produzione che si sono fermate (vero) e consumi aumentati delle pompe per irrigazione. Si è parlato di consumi eccessivi da parte di utenti che avrebbero dovuto obbedire a severi razionamenti. Si è parlato di guasti inspiegati, ma un blackout gigante non è causato solo da conduttori interrotti o apparecchiature difettose. Taluno ha sostenuto che la rete indiana è troppo grossa: “Se ne avessero avute tante piccole tutto sarebbe andato bene.” Queste spiegazioni sono parziali e inadeguate. Per capire che cosa sia successo, guardiamo i numeri e ragioniamo su struttura e funzioni delle reti elettriche.

La rete dell’energia elettrica indiana non è gigantesca. I dati in Tabella 1 mostrano che la rete europea e quella nord-americana la superano di un ordine di grandezza. Conviene realizzare reti molto grandi perché sono in grado di soddisfare la domanda di elettricità ovunque si manifesti e ovunque venga generata l’energia per soddisfarla. Un grande sistema strutturato a rete è una ricchezza enorme – come la rete stradale estesa su oltre 100.000 km che connetteva ogni regione e città dell’Impero Romano.
Conviene molto che la rete sia a corrente alternata – che varia secondo un diagramma sinusoidale da un massimo positivo a un massimo negativo 50 volte al secondo in Europa, nella metà orientale del Giappone e in India (60 volte/secondo in Nord America e nella metà occidentale del Giappone). Il vantaggio è che il  voltaggio si può alzare e abbassare – mediante trasformatori.
Gli alternatori (mossi da motori idraulici o termici) producono energia elettrica alla tensione di circa 10.000 Volt (10 kV). Questa è troppo alta per essere usata nelle industrie. In casa usiamo 220 Volt e stiamo bene attenti a non toccare fili in tensione. Se il tuo corpo è attraversato da una corrente maggiore di 0,1 Ampere, puoi morire. [E’ la stessa intensità di corrente che passa in una lampadina a incandescenza da 25 Watt].
L’energia elettrica va fornita anche a utenti molto lontani. Quando passa in un cavo elettrico di rame, sviluppa calore e, quindi, si perde energia. Questo spreco è proporzionale al quadrato della corrente moltiplicato per la resistenza del conduttore in cui fluisce. Per limitarlo nelle linee di trasporto di energia a grande distanza, si innalza il voltaggio (detto anche “tensione”) e,quindi, si abbassa la corrente. [La potenza elettrica è uguale al prodotto tensione per corrente]. Le linee elettriche di trasporto funzionano a 60, 220, 380, 780 kV [780.000 Volt]. Alimentano trasformatori che gradatamente abbassano la tensione a valori utilizzabili con basso rischio.
Tutti gli alternatori, che generano elettricità (in centrali idroelettriche, termoelettriche, nucleari) sono interconnessi in parallelo sulla rete. Questo si ottiene sincronizzandoli esattamente con le precisione di 1/50 di secondo. Vanno tutti “al passo” dalla Spagna alla Svezia, dall’Olanda alla Sicilia. Come già accennato, questa assoluta compatibilità di frequenza consente alla domanda, ovunque richiesta, di essere soddisfatta utilizzando energia ovunque prodotta. Le quantità scambiate sono registrate automaticamente e pagate ai fornitori: le tariffe dipendono da domanda e offerta. Il funzionamento globale è semiautomatico. La frequenza è mantenuta rigorosamente costante. Se la domanda di energia tende a diventare eccessiva rispetto alle quantità producibili, gli operatori potranno escludere alcune grosse utenze (creando blackout programmati) o, in alternativa, abbassare leggermente la tensione su tutta una regione diminuendo la potenza erogata (il provvedimento si chiama “brown-out”). Dunque, i vantaggi dell’uso della corrente alternata sono notevoli.
Il comportamento delle grandi reti è complesso. Eventi che si verifichino in una parte della rete (interruzioni di circuiti, messe a terra accidentali,  sovratensioni, fulmini, etc.) producono perturbazioni che si trasmettono ad altre parti della rete. I conduttori della rete hanno una loro resistenza (misurata in Ohm), ma anche induttanza e capacità. Non approfondisco (questo non è un testo di elettrotecnica), ma questi parametri possono causare la generazione di onde di tensione e corrente sulle linee. Se nelle reti ci fossero solo resistenze, corrente e tensione sarebbero sempre in fase. Con capacità e induttanza la corrente è sfasata rispetto alla tensione e si producono fenomeni di oscillazione L’elettricità alla frequenza di 50 periodi/secondo (o Hertz) ha una lunghezza d’onda di 6000 km. Su linee di trasporto dell’energia molto lunghe (centinaia o migliaia di km) si possono creare perturbazioni che viaggiano, si riflettono, producono dissesti e squilibri. Questi fenomeni sono più gravi se la rete è più estesa – ma la grande estensione è proprio la caratteristica che la rende più utile..
Un’onda di sovratensione, passando; danneggia apparecchiature di controllo, generatori, trasformatori, isolatori. Mette fuori servizio parti della rete, mentre gli apparati di controllo e protezione distaccano altre parti (danneggiate o no). Si perde il parallelo, gli alternatori si fermano – la rete non funziona più. È arduo farla ripartire. Ri-sincronizzare è processo delicato (reso difficile  dai guasti dovuti al blackout): può richiedere giorni mentre gli utenti restano al buio.
L’immane blackout indiano, come anche quello famoso del 1965 in USA, è stato causato da gravi fenomeni di instabilità. Le cause non sono state solo scarsità di energia tali da non poter soddisfare domande eccessive, né guasti accidentali che abbiano interrotto i circuiti.
Per evitare instabilità delle reti si usano condensatori che modificano la fase della corrente. Non si tratta di armature separate da dielettrico (come avviene per piccoli elementi), ma di grosse macchine rotanti che producono correnti sfasate di 90° rispetto alla tensione. Si chiamano condensatori rotanti: le cui potenza e localizzazione devono essere progettate con cura per assicurarne la stabilità. La progettazione delle reti non esige solo che la potenza installata sia adeguata anche per soddisfare domanda futura. Vanno anche previsti i modi citati di rifasare i carichi e la disponibilità di generatori di riserva in grado di entrare rapidamente in funzione.

Quando grandi potenze vengono trasmesse su grandi distanze (molte centinaia o migliaia di km) conviene trasformare l’energia da corrente alternata in continua ad altissima tensione. che non ha problemi di stabilità. La corrente alternata ad alta tensione viene trasformata in continua mediante tiristor, poi viene trasportata su linee aeree in cavo, anche sottomarino, e all’arrivo trasformata di nuovo in alternata la cui tensione viene abbassata. Sulle linee a corrente continua le perdite di energia sono anche più basse perché ad altissime tensioni l’intensità del campo elettrostatico è talmente elevata che l’aria stessa diventa un conduttore dissipando energia (effetto “corona”). Tale dissipazione è più alta per le linee in alternata perché il valore massimo (da cui dipende l’effetto corona) raggiunto due volte ad ogni ciclo è del 40% più alto del valore efficace.
Le linee in continua ad altissima tensione sono diffuse in tutto il mondo. In India ce ne sono 3 alla tensione di 500 kV. Sembra, dunque, che la tecnologia indiana sia abbastanza avanzata, anche se non è stata applicata adeguatamente ai problemi di stabilità. Anche la rete della nostra penisola è connessa con linee in continua a Corsica e Sardegna e a Est con la Grecia.

Gravi guasti e disfunzioni di grandi reti elettriche che servono interi continenti si possono verificare non solo in conseguenza di instabilità. Un rischio raro, ma grave può essere costituito da una tempesta di protoni solari. Nel gennaio 2012 corremmo questo rischio che poi non si materializzò. In Appendice riporto l’articolo che scrissi sull’argomento nel Marzo scorso.

*     *     *

Regione
India
Italia
N.America
Europa
Asia+Oceania
Resto del.mondo
Potenza
elettrica

140 GW

35GW

1.200 GW

910 GW

1.630 GW

  850 GW

Tabella 1 - Potenza elettrica totale installata per regione (2010)
Dati in Giga Watt (GW = miliardi di Watt)



Fonte:
carbone
petrolio
gas
idroelettrico
nucleare
Consumo annuo
energia  MTEP
278
156
  62
  25
    5
Consumo in %
  52%
  30%
  12%
    5%
    1%

Tabella 2 - India – consumi energia annui per fonte di produzione  (2010)
MTEP = Milioni tonnellate equivalenti di petrolio


Altri dati sull’energia elettrica in India
La popolazione dell’India è di un miliardo e 210 milioni. Il 34% della popolazione non ha accesso a elettricità. Il consumo annuo di energia pro capite: India  0,43  TEP  -  Italia  2,86 TEP.  L’India ha una popolazione più che doppia di quella europea e genera potenza elettrica pari al 15% di quella europea. Il consumo medio annuo pro capite di un indiano è di 755 kWh, quello di un italiano è di 5.000 kWh.

Nota etimologica
Il termine “blackout” era usato ai primi del ‘900 nei teatri per lo spegnimento di ogni luce sul palcoscenico. Poi denotò il segnale, che spegne il raggio catodico di oscillografi e televisori, mentre torna indietro dalla fine di una riga all’inizio della successiva. Dagli anni Trenta il termine indicava l’oscuramento in tempo di guerra di tutte le luci durante la notte per non dare riferimenti agli aerei nemici.
“Blackout” si usa sia in inglese, sia in italiano per indicare una improvvisa mancanza di memoria. Indica anche l’oscuramento del campo visivo di piloti di aereo nella ripresa da un picchiata soggetti ad accelerazioni di alcune volte maggiori dell’accelerazione di gravità, che oscurano il campo visivo (il pilota “vede nero”). Accade d’estate a persone che si alzino in piedi all’improvviso dopo essere state sedute o sdraiate.
Negli anni Sessanta il termine fu usato per indicare la mancanza di energia elettrica in una vasta zona o regione. Il caso più clamoroso fu quello del grande blackout della costa atlantica degli Stati Uniti: il 9 Novembre 1965 lasciò senza elettricità per oltre due giorni più di 30 milioni di americani e canadesi. Lo descrissi 5 anni dopo nel mio saggio “Il Medioevo Prossimo Venturo” (si può scaricare dal sito  www.printandread.com ).

*     *     *

APPENDICE

Tempesta solare scampata: e la prossima? di Roberto Vacca, 5/3/2012
L’abbiamo scampata. Il 23/1/2012 satelliti e stazioni a terra segnalarono in arrivo dal sole una tempesta di protoni: quelli con alta energia sono passati da 10 a 7500  per cm2 e per secondo [vedi diagramma]. Poi il flusso di protoni si è affievolito. Se fosse cresciuto molto, avremmo avuto disastri. Anche in Italia il cielo notturno si sarebbe colorato di verde, viola e rosso: aurore boreali che si vedono vicino ai poli. Poi sarebbe diventato rosso sangue. Grossi blackout ci avrebbero tolto l’elettricità. Le linee telefoniche e telegrafiche fuori uso avrebbero impedito gli interventi di emergenza. Ferrovie, gasdotti e oleodotti avrebbero subito danni gravi. Il blocco di reti e tecnologia nelle società più avanzate, prive di energia, potrebbe causare vittime a milioni.
Sono eventi, a decine di anni uno dall’altro, causati dal vento di protoni emessi dal sole: vanno a velocità fino a 7 milioni di km/h e arrivano a noi in circa 20 ore. Queste tempeste si chiamano CME: Coronal Mass Ejection: espulsione di massa dalla corona solare e proiettano miliardi di tonnellate di protoni. Non è fantascienza: SPECTRUM (la rivista degli ingegneri elettrici USA) questo mese dedica all’argomento un lungo articolo.
I protoni seguono traiettorie elicoidali. Le CME più intense producono campi magnetici giganti interagenti con la magnetosfera terrestre. Quindi correnti elettriche molto intense fluiscono nell’aria della stratosfera che a 50 km di quota è un buon conduttore. La tempesta geomagnetica induce sulla superficie terrestre forti correnti elettriche che passano nel terreno, nelle reti elettriche ad alta tensione, nelle tubazioni, nelle rotaie, nei cavi sottomarini. In conseguenza le reti vanno fuori servizio. Sono più a rischio le centrali elettronucleari: senza energia elettrica dalla rete non possono raffreddare i nuclei che possono fondere. In Europa, USA, Cina si potrebbero avere decine di disastri tipo Fukushima.
È meno tragico, ma molto spiacevole, il rischio di fusione degli avvolgimenti dei grandi trasformatori ad altissima tensione (765 kV in USA, 1000 kV in Cina). Ogni unità pesa 200 tonnellate e costa più di 10 milioni di euro. Non sono tenuti a magazzino e la produzione richiede molti mesi. Anche i terroristi potrebbero farne saltare alcuni, ma un CME ne distruggerebbe decine bloccando per anni l’energia di continenti. I trasformatori si possono proteggere installando condensatori sulla messa a terra del neutro e bypassandoli con tubi elettronici per scaricare a terra le sovracorrenti alternate. Queste tecniche, però, non sono state sperimentate in pratica. I CME sono rari. Nel 1859 il più grave, negli Stati Uniti fu preceduto da aurore boreali e cielo rosso a basse latitudini. A quel tempo non esistevano reti elettriche, ma andarono distrutte molte linee telegrafiche.
Un altro CME nel 1921 bloccò telefoni e telegrafi in Svezia e negli Stati Uniti e mise fuori servizio i sistemi di scambi e segnali della Ferrovia Centrale di New York. Le reti elettriche di energia, poco estese all’epoca, non subirono danni gravi. Nel 1989 i cieli colorati da un CME furono interpretati come lo scoppio di una guerra nucleare, ma in Canada ci fu un blackout di un giorno che lasciò senza energia elettrica tutto il Quebec.
Qualche giorno fa Pete Riley  della Predictive Science di San Diego (un centro di ricerca sponsorizzato dalla NASA e dalla National Science Foundation – vedi: www.predscience.com/portal/home.php/) ha pubblicato suoi calcoli secondo i quali ci sarebbe una probabilità del 12,5 % che entro il 2020 si verifichi  una Coronal Mass Ejection. L’affermazione sembra azzardata – ma il centro di Riley sembra affidabile.
Giornali, televisioni, politici e politologi  non parlano dei rischi dovuti agli arsenali nucleari, né di questi – meno letali, ma significativi. Dovrebbero farlo.



google analytics