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Thursday, May 3, 2012

Sfruttamento dei lavoratori: al Presidente della Repubblica Napolitano e al Presidente del Consiglio Monti.


Lettera  aperta 
al Presidente della Repubblica Napolitano e
al Presidente del Consiglio Monti.

Gentile Presidente Napolitano
Gentile Presidente Monti

Le condizioni del lavoro e la determinazione di una così generalizzata disoccupazione stanno determinando nel paese rabbia e reazioni collettive ma anche drammatiche azioni di singoli che non riescono ad andare avanti.
Lo scopo di questa lettera è di evidenziare come le cause di questa condizione non sono del tutto contingenti, imprevedibili e impossibili da modificare.
In Italia vige la legge 30 del 2003 e il relativo DL di attuazione che avrebbero dovuto regolare molto strettamente il mercato del lavoro per prevenirne abusi e sfruttamento.
Stranamente quello che si può rilevare è che la legge risulta generalmente inapplicata aggiungendo alla ferita della disoccupazione il sale dell’ingiustizia e dell’abuso.
Mi riferisco specificamente alle migliaia di organizzazioni che esercitano una costosa (e illegale) attività privata di intermediazione fuori da ogni controllo.
Mentre i lavori da affidare diminuiscono le agenzie di collocamento private fioriscono e crescono dell’ordine del 10% all’anno.
Le agenzie di collocamento non forniscono alcun valore aggiunto al posto di lavoro offerto ma ne ingigantiscono il peso affidando a 1.000 ( mille ) agenzie italiane di collocamento lo stesso messaggio che il datore di lavoro può dare gratis sul suo sito.
Siccome nessuno lavora per niente tutto questo mondo finisce per scaricare sugli stipendi e quindi sui costi del lavoro costi aggiuntivi sensibili. Molti dipendenti sono costretti a pagare per 1 o due anni percentuali del loro mensile.
Siccome il numero dei posti di lavoro è sempre più esiguo e il numero di quelli che lo cercano sempre più grande non sembra difficile ipotizzare che l’affidamento del lavoro possa non seguire criteri meritocratici ma piuttosto criteri clientelari quando non diventino vere estorsioni.
Inoltre vengono mantenuti processi di attesa inutili e senza fine che provocano sfiducia e disperazione.
Passando a parlare della seconda piaga italiana, quella del caporalato, non si può non rilevare quanto distante sia l’immagine proiettata dai media che tendono ad accreditare un fenomeno confinato al sud, agli immigrati o alle donne quanto invece si annida al nord tra le pieghe della più moderna e opulenta innovazione. Mi riferisco al caporalato che da sempre sfrutta lavoratori nel campo hitec, tipicamente dei lavoratori dell’informatica, passati in pochi anni da posizioni di privilegio a situazioni di sfruttamento di “forzati del notebook e della partita iva”.
Da sempre chi lavora nell’informatica viene arruolato con contatti atipici che mascherano forme di assoluto lavoro dipendente che prevede straordinari e turni di notte. Chi lavora in questo campo sa che mai saprà a quale prezzo è stato venduto e che continuerà a pagare spesso una catena di intermediari occulti.
Attori di questa beffa ai lavoratori non sono bande di extracomunitari girovaghi ma le maggiori multinazionali del campo con la complicità delle aziende italiane di maggiore dimensione.

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