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Monday, December 10, 2012

Perchè i mercati internazionali dovrebbero preferire i prodotti Italiani rispetto ai prodotti del Sud Est Asia


Secondo la mia esperienza esistono vantaggi competitivi dei prodotti Italiani ma secondo me non sono quelli che sono comunemente sbandierati continuamente e ci sono dei problemi che riguadano l'affidabilità che sono putroppo noti anche attraverso la stampa internazionale che devono essere presi in carico attivamente per cercare di eliminarli.

Qualità, moda, design, inventiva, genialità, gusto sono il filone più comune probabilmente ma io credo che sarebbe sbagliato pensare di basare su questi presupposti per due motivi.
Il primo è che probabilmente su queste caratteri è sbagliato accampare primati duraturi. Quando le prima auto giapponesi sono entrate nel mercato molti anni fa molti europei le hanno sberleffate decratando un distacco culturale incolmabile. In giro a pochi anni pero i giapponesi hanno ricuperato, eccome!
Ci sono altri termini che io considero veri vantaggi competitivi dell'industria Italiana ma che non essendo stati stereotipati dai media sembrano essere incomprensibili o almeno di scarso significato per gli Italiani.
Parlo di stabilità di prodotto, di continuita, di affidabilità, di sicurezza, di igiene cose che in Italia sono requisiti base che all'estero possono sembrare inarrivabili molto di più della viralità di un prodotto fashion. Inutile nascondersi che nel Sud Est Asia entro pochi anni si saranno sviluppate le loro naturale e innovative doti artistiche unita a tecnologie che invece per noi potrebbero essere di difficile utilizzo e gusto occidentale.
In tutto questo gioca un ruolo chiave l'educazione del mercato e la difesa dei marchi campi in cui sembra gli italiani siano sordi.



Migliorare la situazione delle PMI italiane alla luce del cambamento dello stato economico globale. 
Le cose che ho detto nel mio intervento precedente andavano in quella direzione ma so per esperienza che rifiutato dalla mente di molti imprenditori perche ovviamente quello che gli imprenditori cercano non è quello che a loro può servire ma quello che loro presumono irrazionalmente che sia quello che a loro serve.
Riguardo le Reti di imprese ( se qualcuno volesse potrebbe dare una guardata al mio gruppo "impresa+" ) ci sono, secondo me, volute ambiguità.
Dietro molte chiacchiere e molti "consulenti", "studi" seminari secondo me si nasconde la il vecchio modello del consorzio ma con alcuni peggioarativi:
Tutti dicono "che forza le PMI" sono il cuore della economia Italiana perche sono piccole e flessibili. Le reti di impresa pero agglometano piccole imprese in entità maggiori, modo rigido e permanente di fatto imitando le strutture delle grandi aziende. Integrando le reti con strutture estranee alle PMI costituenti le rendono "dipendenti" dalle strutture centralizzate impedendo che possano mantenere la capacita di rapidità, competitività, adattamento alla domanda dei clienti.
Nel gruppo impresa+ io parlo di modelli di imprese che collaborano ma con concetti piu evoluti ed aggiornati che partono da concetti di relazioni ( sul modello di Gummenson) collegate in maniera flessibile e che incudono i partner internazionali ( per esempio broker, agenti rappresentanti)


La mia azienda fa proprio questo da sette anni, con sede in SUD EST ASIA cerca di fare il massimo per supportare nuovi mercati ma alle PMI italiane questo non sempre sembra bastare.
Tralasciando inutili polemiche vorrei invece folcalizzare l'attenzione su questo particolare: confrontando il modello "Investimenti mirati" con il modello "investimenti zero" quali sono i vantaggi finali per le imprese?
Investire zero comporta affidarsi totalmente alla domanda di mercato da parte di agenti esteri di solito sconosciuti. Il primo pericolo del rapporto sistematico con interlocutori sconosciuti è il rischio in crescita esponenziale di trutte che costtuisce una "percentuale di investimento" in marketing nascosto ma molto consistente.
Un secondo problema è la perdita di controllo del mercato: penso che tutti si ricorderanno le trasmissioni Rai sui produttori di sedie della zona di Forli che utilizzando agenti lontani hanno totalmente perso il controllo del mercato finendo per lavorare in perdita.
L'operatore estero che intermedia su un mercato inevitabilemente fa il suo proprio marketing e non quello dell'azienda che produce il che significa che cerchera di fidelizzare la sua rete di clienti, di tenere nscosta ogni inforrmazione sul mercato target al produttore, di mettere i produttori in competizione dura, e nell'abbandondo di produttori che non rientrano nelle sue aspettative di mercato.
Il produttore italiano non ha modo di fidelizzare i suoi clienti, di conoscerne le peculiarità, di ottimizzare i prodotti, di fare strategie, eccetera.
L'utilizzo di agenti "on fly" obbliga le aziende ad utilizzare la sola leva del prezzo.
Quale è il prezzo di tutto questo? La commissione che l'azienda deve pagare in questi casi secondo me diventa un "investimento fisso" nascosto di dimensioni rilevanti.
Gli investimenti in promozione e marketing sono difficili da affrontare quando la competizione diventa perdente.
Le PMI fanno tutto quello che serve perche i prodotti trovino mercato? li rendono "compatiblii" con i buyer? Sviluppano strumenti in grado di dimostrare al buyer i loro vantaggi competitivi ?
Il valore di un prodotto su un mercato estero dipende dalla informazione che il mercato riceve sul prodotto. In poche parole perche comperare una mozzarella italiana autentica quando l'agente estero puo vendere prodotti contraffati con tanto di bandiera italiana e di scritta "mozzarella vera italiana"?

Sunday, December 9, 2012

Perche questo gruppo è così silenzioso?


https://www.facebook.com/groups/gladiat0r/
Perche questo gruppo è così silenzioso?
Mi pongo seriamente la domanda. Cosa blocca chi mi legge di intervenire attivamente e apportare cambiamenti alla vita propria e di altri? Cosa c'è dietro il silenzio?Sfiducia nella proposta? sfiducia che possa esistere soluzione? abitudine ad avere la "pappa pronta" dello stato? Insicurezza di poter davvero intraprendere vie innovative che contrasta con la tendenza italiana a non lasciare mai "la via vecchia"? o ancora egoismo? o disamore verso soluzioni che non comprendono adunate oceaniche? Spesso sento dire "perche non funziona il telelavoro?" Il telelavoro sarebbe una grande cosa comprterebbe grandi risparmi in termini di trasporti , tempi di trasferiemento, possibilità di usare orari personalizzati. Ma invece in italia questo non funziona. Perche? Ecco perchè! Perchè la rigidità mentale dei manager e delle aziende provoca il blocco dell'innovazione. Ma se un gruppo che di dovrebbe occupare di lavoro non riesce a funzionare senza la necessita della presenza fisica puo poi pretendere che manager ed imprese facciano meglio? Uno scopo importante di questo gruppo era fernare i suicidi per disperazione, sembrava una cosa di estrema imporatanza ma si è trasformata anche questo in un tamburo sordo che non ha piu eco. Eppure non è vero che non è possibile fare niente. Migliaia di siti online italiani sono pieni di consigli su come suicidarsi e nessuno fa niente per fare in modo che la legge che dovrebbe impedire che questo avvenga venga rispettata.Eppure sarebbe facile trasformare l'informazione dai consigli su come suicidarsi meglio a consigli ma anche fatti del come non farlo. E basterebbe metttere su google e gli altri motori di ricerca un alert ib corrispondenza di determinate keywords per generare allarmi a organizzazioni tipo "GLADIATOR" per aiutare chi si trova in questi guai.

Saturday, December 8, 2012

La bufala dei matrimoni fra gay.


"IMO gay marriage is wrong. The social organization of 2 or more persons have to impact only the law and the social community with no reference to the sexual behavior, hetero, homo, polygamist and so on. None have to be asked about his private life and don’t have to exhibit it " by 0b1kenobi



"Sono completamente favorevole al matrimonio tra cattolici. Mi pare un errore e un'ingiustizia cercare di impedirlo. Il cattolicesimo non è una malattia." Comincia cosi un esteso monologo che gira in rete da tempo e che viene riportato per dimostrare come sia sbagliata la discriminazione verso gli omossessuali.
Io veramente ritengo che la dimostrazione sia errata.
Io non credo che la comunità debba farsi carico di particolari comportamenti che possano riguardare il sesso ma neanche che riguardino altra qualsiasi preferenza e abitudine delle persone e che rimangono assolutamente parte del loro privato a meno che non siano una patologia e allora fanno parte di quello che riguarda la sanità.
Io mi sentirei offeso se qualcuno mi chiedesse se sono o meno eterosessuale perchè ritengo che sia mio assoluto diritto adottare i comportamenti che voglio quando voglio fino a che non ledano i diritti di altri.
Nel grafico la frequenza dell'uso delle parole "gay" ( in rosso) ed "etero" ( in blu). Nel grafico il blu è quasi invisibile data la enorme differenza nell'uso.
La discriminazione degli omossessuali è errata allo stesso modo come è sbagliata l'idea che sia invece una questione da sbandierare e pubblicizzare. La pubblicizzazione di comportanti della propria intimità è una dimostrazione di insensibilità, di maleducazione e  di invadenza indipendentemente dal sesso di chi le compie.
Io ritengo che ognuno deve poter scegliere con chi desidera vivere senza sentirsi adosso nessun nessun giudizio o pregiudizio sia che voglia vivere con con una persona dell'altro sesso sia che si tratti di una persona dello stesso sesso ma questo riguarda pure qualsiasi combinazioni di categorie umane quindi posso voler vivere col nonno o con la tabaccaia che abita di fronte a me ma questo non autorizza nessuno ad entrare nella mia sfera intima.
Riguardo al matrimonio normalmente le comunita nazionali assegnano a questo contratto (questo è ) la finalità di avere figli e questo non per un fatto di simpatia verso i sessi uguali o diversi ma solo perche un nucleo di due persone che crescono procreando hanno problematiche, orizzonti, necessita eccetera molto differenti da quelle per esempio di nonno e nipote che convivono o di due sorelle che decidono di vivere insieme.
Non ha senso che nonno e nipote, o che due sorelle chiedono il matrimonio cosi come non ha senso che lo chiedano due omossessuali.


Quando ho scritto questo pezzo per MenteCritica sapevo che avrebbe incontrato forti resistenze, ringrazio MenteCritica per aver accettato qualcosa di poco gradito al suo pubblico.
Per evitare inutili “guerre di posizione” dico esplicitamente che il mio concetto di diritti si estende a tutte le creature di Dio comprese quelle verdi con le antennine.
Intendevo fare chiarezza su questo problema e provo a chiarire ulteriormente:
La citazione che ho riportato parzialmente e poi riportata per intero da MenteCritica tenta di avvallare l’ipotesi che informatici e gay siano elementi di una stessa categoria e quindi concludere che quello che è valido per i primi deve essere valido anche per i secondi. Secondo me non è cosi. Informatico è un elemento di una categoria professionale che notoriamente è una categoria pubblica di interesse generale.
Essere gay, cosi come essere eterosessuali,  insieme ad innumerevoli altri , sono elementi della categoria “comportamenti sessuali” che invece sono e debbono restare di interesse strettamente privato.
Ora quando si parla di matrimoni fra gay si fa un grosso errore perche si nega a persone di un certo orientamento sessuale il loro diritto ad essere “persone” senza ghettizzazioni.
Il problema affrontato correttamente dovrebbe essere posto parlando di ammissione al contratto di matrimonio tra persone in genere e di sue possibili limitazioni.
Deve il matrimonio essere esteso a persone senza distinzione di sorta? questa domanda include quelli che hanno relazioni sessuali  tra di loro ( indipendentemente dal tipo) ma anche quelli che ne sono lontani ( per esempio nonno e nipote)  sempre badando che il sesso è una questione assolutamente privata e che quindi quello che fanno in termini di sesso è al di fuori dell’argomento.
Se deve estendersi a persone senza distinzione ci si può chiedere può una persona che vuole vivere da sola essere ammessa all’adozione o alla procreazione artificiale? Può questa persona chiedere di essere ammessa al matrimonio ( da sola) ?
Facciamo il caso delle suore che sono sposate con Dio, possono volendo chiedere che lo stato ratifichi il loro matrimonio? e possono essere ammesse alla adozione di figli?
Credo che valga la pena di riflettere bene prima di decidere anche perche dopo aver legiferato la fine della sperimentazione sui cani sarebbe barbaro sperimentare su bambini questioni mal poste o decise troppo frettolosamente.




Friday, December 7, 2012

Sei contro le Banche? Il tuo partito abolisca gli interessi!

Sei contro le Banche? Il tuo partito abolisca gli interessi!

La bufala dell'amore per gli animali

Giusto per chiarire da che parte vengono le mie opinioni ho sempre avuto un cane e ho sempre fatto di tutto per averlo e mantenerlo anche di fronte alle difficolta di chi attorno a me non voleva, quindi non sono un mostro pro visisezione da sbattere in prima pagina.

Mi capita di comprare dei gamberi e li compro vivi per garanzia che siano sani. Ma ogni volta non posso fare a meno di pensare a quello che faccio e mi pongo domande a cui non so rispondere e quindi non desisto.

La storia dell'animalismo però presentà delle anomalie sul concetto logico. Davvero la gente ama gli animali? e li ama tutti allo stesso modo? ho visto campagne a favore dei conigletti, dei cani, eccetera pero non mi è mai capitato di vedere una campagna a favore delle zanzare dei vermi dei topi e degli scarafaggi.
Non sono tutti animali? O invece il nostro amore per alcune categorie di animali dipende dal fatto che riconosciamo in essi tratti che non sono distanti da quelli che riciosciamo essere simili a noi stessi?
E quanto in tutto questo ha avuto posto il vento dei media e l'interesse dei produttori che  hanno nello sterotipo dell'amore  per gli animali un lucrossissimo business? In India so che la gente si dice che vesta una mascherina perche preoccupata di respitare i microbi uccidendoli.

Wednesday, December 5, 2012

Se nell'universo non ci fosse nessun altro e niente altro al di fuori di te, la tua vita cambierebbe?


Vorrei proporre il seguente esperimento mentale ( e spero che ne venga una discussione)

Ipotesi: ( io la chiamo I0-Universo)
Esiste una sola persona che è tutto, nessun altro e nessun altra cosa esiste fuori di lui.

E' possibile in questa ipotesi vivere senza accorgersi della differenza rispetto al mondo "normale" in cui noi viviamo?  Possono esistere altre "persone", sistemi solari, stelle pianeti e tutto quello che viviamo abitualmente? Possono esistere "altri" con cui comunicare, amici, nemici, affetti, famiglia esattamente come noi facciamo?

Tuesday, December 4, 2012

Uomo della strada contro Einstein: ma la scienza è democratica?

Per coincidenza ho appena assistito alla parte finale di una trasmissione sul tempo su rainews24. Ascoltando i ricercatori non ho potuto non provare una viva sensazione di fastidio e di disapprovazione sentendo parlare delle cose che appartengono a tutti come spazio e tempo come di qualcosa che si adatta e obbedisce alle leggi della scienza. Ovviamente la realta non è affatto questa non è la scienza che fa il mondo ma è l'universo che detta le sue leggi e la scienza prende appunti.

Certo nessuno pensa che la matematica sia un'opinione. Facciamo però una analisi di quello che è il ragionamento delle persone comuni, non geni ma nemmeno stupidi persone di buon senso in grado di valutare e di autovalutarsi con sufficiente equilibrio. Certo bisogna avere il giusto rispetto per chi ha fatto per la scienza più di ogni altro dimostrando grandissime capacità, bisogna ammettere che la scienza è anche lavoro, dedizione di anni certe volte di una intera vita. Quindi non si tratta di fare superficiali asserzioni
Ma dato per contato tutto ciò il problema che voglio porre e che mi sembra non solo una discussione astratta è: può l'uomo della strada mettere in dubbio quello che gli scienziati hanno costruito? E' questo un diritto di tutti? E' anche un dovere? E soprattutto può la scienza sopravvivere se la gente comune smette di dialogare con la stessa scienza?
Quale è e quale deve essere il rapporto tra la gente comune e le cose che hanno asserito le grandi mente di tutti i tempi? Adorazione? Rispetto? O razionale considerazionee critica?
Può l'uomo della strada vedere cose che le grandi menti non hanno visto o vederle in modo diverso in una luce che gli scienziati per qualche motivo non sono stati capaci di vedere?
Quale è la reale distanza tra i "genii" e l'"uomo della strada"? I genii sono sempre genii?
E ancora: e' capace il mondo scientifico di mettere profondamente in crisi le sue fondamenta se si presentano i motivi per farlo o anche all'interno del mondo degli scienziati e ricercatori esiste una autocensura che proibisce di agire contro i mostri sacri o addirittura che rende l'intelletto di chi è da anni all'interno del mondo scientifico incapace di vedere criticamente qualcosa che possa minare la priramide della scienza che ha sulla cima solo pochi?

Monday, November 26, 2012

Bombe a grappolo italiane

Le bombe a grappolo, in particolare il modello CBU-87 sono fabbrricate dalla Manitowoc Marine Group una società aquisita dalla FINCANTIERI che come si sa è partecipata da Gheddafi.

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Con il via libera da parte delle autorità statunitensi è divenuta operativa l’acquisizione da parte di Fincantieri, annunciata lo scorso agosto, della Manitowoc Marine Group dalla società controllante Manitowoc Company, Inc.

All’operazione partecipa anche la Lockheed Martin Corporation con una quota di minoranza. Il valore della transazione è di circa 120 milioni di dollari.  Da oggi, con il nome di Fincantieri Marine Group – FMG, la nuova controllata opererà come società del Gruppo Fincantieri
Con questa acquisizione Fincantieri consolida la propria strategia di internazionalizzazione del business militare entrando nel principale mercato mondiale della difesa, quello americano, che sviluppa, per valore, il 60% del totale mondiale.

Friday, November 23, 2012

Ma non stiamo vedendo cosa sta succendo ai "tra 5 anni" di cinque anni fa?

Ma non stiamo vedendo cosa sta succendo ai "tra 5 anni" di cinque anni fa? Basta aprire i giornali e si vede solo lagrime e sangue. Lentamente, molto confusamente l'economia Italiana (e altre simili) stanno realizzando che è inutile aspettare che venga un nuovo superman che spinga i musi gialli indietro a campare con una ciotola di riso al giorno e renda le ridenti industrie italiane proficuamente attive. 
Il marketing come tanti altri valori non materiali sono condizionati al livello tecnologico dei fruitori. Da sempre in Italia ha funzionato il marketing del Rolex regalato al funzionario benevolo o quello dei "consulenti di marketing" che abbiano una immagine pubblica da incollare sul profilo aziendale. E allora perche le PMI dovrebbero scegliere altre strade? 
Ho imparato che l'idea stessa del marketing deve essere rivoluzionata quando si trova ad operare in culture diverse, cosi Kotler ha senso nelle floride(prima) e supertecnologiche aziende USA ma in Europa il marketing è un altra cosa e per fortuna anche se meno conosciuti si sono elaborati modelli di marketing alternativi soprattutto orientati alle piccole aziende. In Sud Est Asia si toccano con mano le limitazioni dei modelli di marketing orientati al prodotto.

Thursday, November 22, 2012

L'ilarità è un arma puo fare bene ma anche male

#suicida RIDERE CONTRO PUO' UCCIDERE, non seguire chi te lo propone -http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/11/22/Deriso-Fb-suicida-Ira-amici_7839177.html
Suicida: ridere contro può uccidere non seguire chi te lo propone
Ripubblico quanto già pubblicato il 10/31/12 9:20 AM 
Ogni giorno di più prendo coscienza di come l'ilarità sia usata per validare/invalidare tesi. Stiamo diventando una civiltà "virale" dove si tende a demandare il pensiero al gruppo. Credo che l'ilarità può fare bene ma anche male, per esempio è alla base dei meccanismi che generano mobbinng, nonnismo, bullismo nelle scuole. O mi è solo passata la voglia di ridere?

Monday, November 19, 2012

Sviluppare software.

ho cominciato a sviluppare software in ambiente tecnico-scientifico gia dal 1973. Presto mi sono accorto che produrre non era affatto sufficiente e che il marketing era assolutamente necessario in fase del progetto del prodotto cosi come nella scelta dei canali di vendita e del relativo supporto. 
Negli anni 80 e novanta le software house in Italia avevano cominciato a fiorire o almeno la gente si era tolta i pochi soldi che aveva in tasca per investirli nel proprio lavoro. 
I governi e i politici a quei tempi erano assolutamente ignoranti per quanto riguardava l'IT e non si posero neanche la domanda se non valeva la pena di supportare la nascente Silicon Valley Italiana ma più propensi all'"intermediazione" dettero il supporto ai mercanti di ferraglia. Ovviamente le grandi aziende legate ai partiti e le multinazionali in grado di influenzare i mercati venivano rese monopoliste. 
La colpevole ignoranza dei politici per quanto riguarda la tutela dei diritti d'autore per il software ha dato spesso il colpo di grazia. 
In Italia quando si parla di produzione di software inevitabilmente si parla di gestionale da sempre super inflazionato. Si sono prodotti in Italia compilatori, sistemi operativi, cad, FEM, antivirus, browser, word processor? Io ne ho sempre conosciuti pochissimi e di quelli putroppo anche se alcuni sembravano di buona qualità non credo che abbiano trovato la difficile strada del successo. Diciamo pure che l'ambiente IT in Italia non è mai stato dei migliori e le aziende hanno sempre pensato (sbagliando) che la morte del competitore garantisse il successo. Troppe aziende hanno germogliato sul campi concimati dalle tangenti. 
E' indispensabile secondo me per avere successo che una azienza software riesca a trovare canali di vendita ma liberandosi dalla droga degli abbracci politici e strutturandosi per valutare l'intero processo produttivo dall'invenzione alla vendita.

Sunday, November 18, 2012

Raddoppio dell’idroelettrico: utile, ma modesto – di Roberto Vacca, 14/11/ 2012

Non vi fate respingere dal titolo. Certo il pezzo allegato tratta questioni tecniche, ma la tecnologia pervade il mondo attuale: rassegniamoci e cerchiamo di capirla. Se ne parla parecchio spesso in toni appassionati e polemici. Per dibattere, meglio guardare i numeri e ragionarci sopra. Taluno sostiene che dovremmo usare solo fonti di energia rinnovabili: giusto se trovassimo modi per riuscirci (ad esempio con fotovoltaico a rendimento del 65%). Altri aborriscono l'idroelettrico perché altera troppo l'ambiente e gli insediamenti umani. [E' vero che la grande diga delle Tre Gole sullo Yangtze Kiang ha costretto un milione di persone a migrare. È vero che enormi invasi di bacini idroelettrici hanno talora effetti tettonici]. Va ricordato, però, che attualmente l'83% delle fonti di energia rinnovabili sono costituite proprio da impianti idroelettrici. Va ricordato, dunque, che non ci sono più soluzioni semplici, ma bisogna cercare decisioni intelligenti. Anche senza entrare nei dettagli tecnici e nelle misure, il mio articolo può servire come esercizio su come costruirci pareri in merito a notizie su questioni complesse che vengono date in modo categorico. Ho ragionato sul problema dopo aver letto la notizia: "La International Energy Agency dice che l'idroelettrico raddoppierà per il 2050". Quindi ho scritto la prima parte di questo pezzo. Prima di disseminarla la stessa agenzia IEA ha pubblicato un altro studio: "Il raddoppio avverrà entro il 2035". Allora ho scritto la seconda parte del pezzo esprimendo il mio giudizio sulle due dichiarazioni discordanti fatte dalla stessa agenzia. La IEA ha una buona reputazione, però, come diceva Richard Feynman, è bene non fidarsi di nessuno. Come dicevo sopra: è bene guardare i numeri e ragionarci sopra.

Roberto (dopo tutto sono un ingegnere elettrotecnico)


Raddoppio dell’idroelettrico: utile, ma modesto – di Roberto Vacca, 14/11/2012
Le fonti di energia sono distribuite nel mondo in modo disuniforme. In Italia importiamo la maggior parte dell’energia che consumiamo. Si discute sull’entità delle riserve di gas e petrolio – secondo alcuni stanno per esaurirsi: secondo me, no. L’energia nucleare comporta rischi – secondo alcuni aumentarne la produzione è la salvezza: secondo altri comporta rischi inaccettabili. Le quantità rilevanti sono molto grosse e le unità di misura usate sono tante. È arduo formarsi opinioni sensate. Occorre analizzare i numeri e ragionarci sopra.
La IEA (International Energy Agency – organizzazione indipendente finanziata da 28 Paesi; produce studi e avanza suggerimenti) sostiene [IEA, Technology Roadmap -Hydropower, Nov. 7, 2012] che per il 2050 la produzione mondiale di energia idroelettrica raddoppierà. L’aumento della potenza installata sarà di 1300 GW – equivalente a quella di 1300 grandi centrali elettronucleari. La IEA sottolinea che l’idroelettrico costituisce l’83% di tutte le energie rinnovabili prodotte oggi e fornisce il 17% dell’energia elettrica totale. Sostiene che occorrono politiche innovative per realizzare quel raddoppio – atto a conseguire un impatto notevole sulla situazione energetica mondiale. Vediamo che dicono i numeri.
Area
1965
1980
1990
2000
2010
Anni ultimo raddoppio
N America
325
  521
  625
  668
  663
    45
S e C America
  40
  200
  350
  550
  695
    20
Eurasia
394
  650
  720
  833
  865
    43
Africa
  12
    45
    55
    72
  102
    22
Cina
  22
    58
  126
  222
  720
      6
India
  18
    55
    66
    77
  111
    30
Mondo
925
1700
2160
2650
3430
    30
Energia idroelettrica prodotta annualmente (TWh)
Fonte: BP Energy Statistical Review 1965-2010

L’energia idroelettrica prodotta annualmente nel mondo ci ha messo 30 anni a raddoppiare (1980-2010), ci ha messo più di 40 anni in Europa e Nord America – mentre in Cina è raddoppiata negli ultimi 6 anni. Dunque un ulteriore raddoppio globale nei prossimi 40 anni è del tutto plausibile.
Ho utilizzato, allora, i dati della stessa fonte (BP Statist. Review, 1965-2010) per determinare i parametri dell’equazione di Volterra che descrivesse l’andamento della serie storica costituita dai 47 valori della produzione idroelettrica mondiale dal 1965 al 2010.
L’errore standard fra i dati sperimentali e quelli definiti dall’equazione è solo del 6,7 . L’accordo, dunque, è ottimo come si vede a occhio dal diagramma seguente. L’asintoto è di 9110 TWh (da raggiungersi alla fine del secolo) e l’energia prodotta nel 2050 è calcolata in 6380 TWh, cioè del 7% inferiore al doppio di quella riportata all’ultima riga della tabella. La proiezione dell’IEA è sostanzialmente confermata.
Il lato orizzontale superiore del riquadro ha ordinata 9110 TWh (asintoto)

Il raddoppio dell’energia idroelettrica al 2050 è, dunque, probabile. In gran parte sarà dovuto all’Asia: la Cina ha raddoppiato l’idroelettrico negli ultimi 6 anni e solo il 20% del potenziale asiatico è stato sfruttato. In Africa è da sfruttare il 92% del potenziale idroelettrico totale. La centrale di Inga (Congo) con 35 GW, ne costituisce il 14%. La difficile situazione socio-economica e i frequenti conflitti rendono esili le speranze di sviluppi positivi in Africa.
La produzione idroelettrica italiana da mezzo secolo è intorno ai 40 TWh. Le ulteriori risorse idrauliche sfruttabili sono scarse. Modesti incrementi si otterranno aumentando l’invaso di serbatoi esistenti. In impianti più antichi si potrà innalzare la struttura di colmo delle dighe. In centrali a bassa quota (soggette all’accumulo di terra e detriti sul fondo) si effettueranno sghiaiamenti e sfangamenti recuperando il 30% degli invasi interriti (4 km3 su 13,3 km3).
Il raddoppio della produzione idroelettrica, secondo IEA come dicevamo sopra, avrebbe un notevole impatto sul bilancio energetico mondiale. Non è proprio così. La tabella seguente raffronta le percentuali dell’energia totale del mondo costituite dalla idroelettrica nel 2010 e nel 2050. La conversione si fa considerando che 1000 TWh (TeraWattora = migliaia di miliardi di Wattora) equivalgono all’energia prodotta da 86 MTOE (milioni di tonnellate di petrolio equivalenti


   2010
   2050
Energia totale mondo
12.000 MTOE
15.400 MTOE
Energia idroelettrica
  3.427 TWh
  6.860 TW
    “   equivalenti a
     294 MTOE
     590 MTOE
    “        “  sul totale a
         2,4 %
         3,8 %
    “  equivalenti sec.BP a
     779 MTOE
  1.563 MTOE
    “        “   sul totale a
         6,5 %
       10,1 %
Fonte dati su energia totale: Vacca, R. – “Anche tu fisico”, 2012.

Dunque l’impatto sul bilancio energetico mondiale non è tanto grosso: si passa dal 2,4 al 3,8 %. Si noti che la citata pubblicazione BP (British Petroleum) attribuisce all’idroelettrico una produzione di energia al 2010 di 779 MTOE –  6,5 % del totale (2,6 volte maggiore di quella che riporto nella terza riga dell’ultima tabella). Quindi proietta la produzione idroelettrica mondiale al 2050 in 1563 MTOE [10,1 % dell’energia totale a quella data] La ragione è che BP  riporta il numero dei milioni di tonnellate di petrolio che sarebbero necessari per produrre in centrali termoelettriche, l’energia elettrica, in effetti prodotta da fonti idrauliche.. Lo fa assumendo un valore del rendimento nella produzione termoelettrica di 0,38. Non sembra una decisione ragionevole: quel valore era giusto per centrali antiche. Quelle moderne a cicli combinati raggiungono rendimenti superiori a 0,55. Dunque, se mai, andrebbe usato un valore intermedio.


Una settimana dopo Technology Roadmap -Hydropower, la IEA pubblica un altro documento: World Energy Outlook (14 Nov, 2012) che presenta uno scenario diverso – marcatamente ideologico. La tesi è che la crescita nei consumi di energia non è sostenibile e mira, al 2035, a un aumento di oltre il 33%. [La mia proiezione al 2035, documentata in “Anche Tu Fisico” è, invece, del 19%].
Per evitare tale crescita eccessiva, il documento propone uno Scenario Mondiale Efficiente in cui:

1. si riduca il ricorso a petrolio, carbone e nucleare;
2.   al 2050 si estragga meno di 1/3 delle riserve di combustibili fossili – in conseguenza a partire dal 2020 diminuiranno drasticamente le emissioni di CO2;
3.  il consumo totale di energia in Europa decresca del 20% al 2035;
4. i rendimenti energetici più alti faranno crescere di 18 T$ il PIL mondiale – risorsa adeguata a garantire sviluppo sostenibile;
5. il 33% della produzione di energia elettrica sia fornito da fonti rinnovabili;
6.  le minori emissioni di CO2garantiranno che la temperatura globale non cresca più di 2 - 3°C sul lungo termine.

Quest’ultimo traguardo implicherebbe un raddoppio dell’energia idroelettrica mondiale non nei prossimi 40, ma nei prossimi 25 anni. Questo implicherebbe che l’attuale tasso di crescita acceleri notevolmente, per effetto di energiche politiche finora non adottate, né preannunciate.
Taluno ha commentato che il World Energy Outlook IEA è fondato su solide basi scientifiche. Dissento: a differenza del primo documento IEA, è una manifestazione di “wishful thinking” – pensiero distorto per confermare desideri di eventi improbabili.

Sunday, November 11, 2012

Fuoco amico sul PRESIDENTE

Ora la strategia a breve è diventata chiara anche al piu sproveduto come potrebbe essere il sottoscritto.
Quattro mesi dedicati a costruire una opportunità. Quattro mesi a costruire una faccia nuova, a meritarsi i complimenti dei capi di stato ( o anche a indurli virtualmente nella mente di giornalisti un pò pigri ). Quattro mesi per cambiare lo spread e il tasso di interesse dei titoli pubblici. Il taglio deciso sulle pensioni. La mano pesante sul contratto di lavoro. Ma alla fine ce l'aveva quasi fatta. 
Ma qualcuno qualche settimana fa ha capito ed ha avuto paura, da alcune settimane le veline sui tavoli dei media avevano cambiato colore. L'imperativo era fermarlo a tutti i costi.
E allora sono stati coltivati, accarezzati, amplificati i motivi di dissenso. La gente è stata MANIPOLATA. Qualcuno non ha resistito alla pressione e la sua personale situazione era cosi terribile che ha pensato di non poter aspettare regalando gratis la tensione  che qualcuno aveva costruito, voluto, preordinato, pianificato. 
Dopo quattro mesi presentandosi con i documenti in regola e il curriculum acclarato dalle entità europee ed internazionali ha battuto a quella porta e ha chiesto a testa alta quello di cui l'Italia ha disperatamente bisogno: lavoro e commesse per colmare quel enorme bisogno di crescita e per aprire il rubinetto secco da troppo tempo per gli assetati di lavoro.
Ha fatto appena in tempo perche qualcuno dall'Italia ha continuato il fuoco di sbarramento per fermarlo. Forse ha un po barato cercando di distrarre l'attenzione dalle cose terribili che in Italia qualcuno gli sparava contro dal fuoco amico.
chi ha paura di mario monti? 
Difficile capire chi ha montato una cosi sottile e abile congiura, certo è che sembra proprio uscire dalle sagrestie di partito. Uomini della sinistra, vecchi e nuovi, alleati in questo nuovo inconsueto gioco al massacro? un inciucio tra i partiti? 
Fantapolitica? Non mi aspetto nessuna risposta.


Quello che noi chiamiamo "MONDO" è solo un segmento del continuo divenire.


Le osservazioni di base dell'IO-Universo ( Chiamo cosi la mia personale via alla conoscenza del mondo)
Non sono mai riuscito ad avere critiche circostanziate e mi piacerebbe molto conoscere le opinioni in merito.
Il mondo come siamo abituati a vederlo conoscerlo e trattarlo non è cosi solido secondo me. Il mondo popolato di corpi dagli elettroni ai tavoli alle montagne e alle galassie non regge ad una analisi logica rigorosa.
Se analizziamo gli oggetti familiari che ci circondano abbiamo l'impressione che non ci possa essere niente di piu solido e sicuro.
Ma se guardiamo con attenzione a mio avviso gli oggetti scompaiono e lasciano il posto ad un brodo cosmico quadridimensionale dove quello che noi chiamiamo "corpo" è solo un segmento del continuo divenire.
Se prendiamo una biglia di acciaio e la mettiamo sul tavolo abbiamo la sensazione che sia solida e se la lanciamo pensiamo di poter misurarne la traettoria ma in realta niente ci autorizza a chiamare due misure in due diverse posizioni dello spazio tempo "biglia". Nello stesso tempo  nel mondo ci protrebbero essere un indefinito numero di biglie che potrebbero rappresentare l'evoluzione nello spazio tempo dell'oggetto "biglia" chi ci autorizza a sceflierne una in particolare?
Se ci sono ( secondo me ) problemi ad identitificare i corpi microscopici maggiormente si rivelano i problemi con i colpi microscopici. Come si fa a identificare un elettrone? come si fa a decidere se due elettroni siano effettivamente due o siano lo stesso elettrone?
Piu in generale cosa significa "stesso" ? "uguale"? "equivalente"?
Più ancora in generale la fisica ha traslato i concetti della fisica dei corpi a entita che si chiamano onde e che dei corpi non hanno niente. Immaginiamo alle onde del mare e a quelle che si generano su una corda agitata ad un estremo o a quelle elettromagnetiche cosa significa dire che un'onda ha velocita? come fa un onda ad essere la stessa onda e "muoversi" occupando coordinate diverse in tempi diversi?
E piu ancora se anche i corpi macroscopici ( biglie) o gli elettroni o le onde avessero un cartellino con codice a barre sopra che ne definisse in maniera inequivocabile l'identità ( ma non è così) questo sarebbe sufficiente per dire che questi corpi "esistono"? Secondo me no niente di tutto questo è in grado di provare l'esistenza di niente perche l'"esistenza" presuppone un inizio ed una fine e questo esiste solo nella mente dell'osservatore.

Thursday, November 8, 2012

Gladiator. I Motivi


Esiste un’alternativa pratica ed immediata? La situazione Italiana, la disoccupazione, la crisi delle aziende, i suicidi. La mia idea e la speranza che tu che mi leggi( scusa se mi permetto)  non te ne lavi le mani per piangere quando poi è troppo tardi.
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Nel mio immaginario in USA quando si ha la sensazione che uno strumento che dobbiamo usare tutti i giorni non è più adatto a svolgere i compiti che sono necessari o che almeno è suscettibile di miglioramento allora si scende in garage si apre la cassetta degli attrezzi si accende il saldatore e si costruisce qualcosa da provare.
In Italia si prende un foglio di carta bollata e si fa una denuncia in tre copie.
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Le elezioni si avvicinano e naturalmente questo ha effetto su tutto quanto avviene. Ho notato come in Italia l’industria delle “agenzie di collocamento” abbia subito un boom e su alcuni social network (vedi LinkedIn ad esempio)  i gruppi di discussione languono per non dire che sono morti ma i gruppi che promettono di offrire risposte sul lavoro progrediscono, si moltiplicano, si espandono. Visto che in Italia la disoccupazione aumenta e l’offerta di posti di lavoro diminuisce basta un semplice conto matematico per capire che l’aumento delle “agenzie” corrisponderà ad un aumento delle delusioni in modo esponenziale ma non per chi ci fa business o per chi ha interesse ad aggregare masse di persone che poi si possono vendere a caro prezzo sui mercati della politica.
Questo è uno dei motivi che mi rende scettico alla creazione di “nuove organizzazioni” che hanno come base riunioni, discussioni, presentazioni, abboccamenti, raccomandazioni, ammiccamenti, accreditazioni.  In toto mi sembra spregevole abusare dello stato di bisogno di milioni di persone per farne merce di scambio e agevolare solo chi ha più influenza lasciando tutti altri nello zero assoluto.
E chi si trova nello stadio finale della personale crisi, chi poi diventa merce da telegiornale che poi tutti si affrettano a confortare, lui, secondo me non ha scampo.
Falsi i migliaia di enti di assistenza, falsi gli aiuti dello stato, falsi nuovi movimenti che dovrebbero combattere a fianco di chi ha perso tutto: vi sfido a trovare un movimento che di fronte ad un nuovo povero che domani si trova fuori casa sappia fare di meglio che dare buoni consigli.
Gladiator, nella mia immaginazione, è una soluzione a questi problemi perche non cerca appoggi né introduzioni ma cerca di fare una cosa che in Italia sembra essere stata cancellata dai vocabolari: Ideare insieme progetti seri e fattibili e farli funzionare.
Cosa ne pensate?






Saddam Hussein, Mubarak, Ben Ali, Gheddafi e altri: la promessa mancata.

Saddam Hussein, Mubarak, Ben Ali, Gheddafi e altri la loro eliminazione non è stata la liberazione che è stata preannunciata anzi la morte non ha mai fatto tanti straordinari come dopo la loro caduta. Gli occidentali si concentrano su chi "eliminare" e trascurano di prevedere chi e cosa rimarrà. Non sono sicuro che loro fossero  piu colpevoli di altri dittattori che avendo in mano i soldi di mezzo mondo vengono rispettati e adulati. Assad, come gli altri, usa la via del sangue lo strumento piu economico per governare ma tolto lui la Siria potrebbe diventare un nuovo Afghanistan. Dovremmo chiederci invece quali sono le alernative mantenendo fermo che i crimini contro i popoli vanno pagati.

Tuesday, November 6, 2012

Wikipedia, Marx, Heine, Kant – di Roberto Vacca, 5/11/2012


Allego articolo  sulle derivazioni della frase di Marx "La religione è
l'oppio dei popoli."
Sono risalito da Marx a Heine (suo cugino quarto), al marchese de Sade, a
Novalis e a Immanuel Kant.
Sono analisi inaspettate, anche se non sconvolgenti, ma hanno un modesto
interesse per esemplificare come si possano usare Wikipedia e Google.

Best

Wikipedia, Marx, Heine, Kant – di Roberto  Vacca, 5/11/2012
Rileggendo INTELLECTUALS, (interessante libro di Paul Johnson), trovo l’asserzione che Marx avrebbe copiato la famosa frase “La religione è l’oppio dei popoli” dal poeta Heinrich Heine. La cosa mi incuriosisce per due ragioni: Heine è uno dei miei poeti preferiti e, poi, avevo tradotto quella frase in perengano la lingua da me inventata per “Perengana” il mio romanzo satirico sull’isola grande il doppio della Sicilia e simile all’Italia  [“A relighion està a mariagiuvanna do demu”] (v. copertina riprodotta in calce).
Allora cerco “religione oppio popolo” su Wikipedia. Trovo la citazione di Marx da “Contributo alla critica della filosofia del diritto di Hegel” (1844) e la notizia che Marx aveva tratto la similitudine da una frase dell’Histoire de Juliette (1797) di de Sade o da Novalis (1798): “la religione funziona come un oppiaceo che calma il dolore dovuto alla debolezza”. Ma non menziona Heine. Cerco con Google e trovo la citazione di Heine: “Sia benvenuta la religione se versa nel calice amaro delle sofferenze umane gocce dolci e soporifiche di oppio spirituale e gocce di amore, speranza e fede” (1840).
Marx e Heine avevano fatto amicizia a Parigi nel 1843. Il poeta aveva dovuto lasciare la Germania perché alcuni suoi poemi contro le ingiustizie sociali avevano irritato i poteri costituiti. Pare che Heine, più vecchio di 20 anni e animato da forti convinzioni egalitarie e progressiste, abbia avuto un’influenza determinante sullo sviluppo culturale di Marx. Seguendo su Google un link dopo l’altro, trovo su www.svu2000.org/genealogy/umx-cs.pdf/ che la madre di Marx (Henrietta Pressburg) era cugina in terzo grado di Heine.
Trovo interessanti queste derivazioni e indago ancora. Il primo che abbia citato insieme oppio e religione, pare sia stato Immanuel Kant. Nelle sue “Riflessioni sull’educazione” (1780) aveva scritto:
“La religione, senza la coscienza morale, è un culto superstizioso ----- Per certe persone i canti di chiesa sono un oppio per la coscienza e un cuscino sul quale ci si può addormentare tranquillamente.”
Le connessioni e le resultanze che racconto non sono sconvolgenti, ma mi sembrano interessanti. Ho raccontato queste cose per mostrare come sia possibile giungere a notizie interessanti utilizzando Wikipedia e Google. Si vede bene che Google è uno strumento più potente perché ci fa entrare in reti piene di diramazioni. Seguendole, non c’è garanzia che arriveremo a traguardi interessanti e adatti a noi. Però siamo in una rete aperta e, a tratti, piena di contenuti ottimi. In Wikipedia, invece, troviamo solo quel che qualcuno ci ha messo. Ma siamo noi che ci mettiamo dentro quel che sappiamo. Quindi dovrei caricare su Wikipedia questi dati che ho trovato: non ne ho tanta voglia. Spero che qualcuno lo faccia per me. Però prometto che scriverò cose rilevanti di scienza e tecnica che ho trovato e le caricherò su Wikipedia. Intanto vegliamo e combattiamo contro l’eventuale strozzamento di Wikipedia da leggi restrittive che i politici italiani stanno discutendo in questi giorni.
ROBERTO  VACCA
PERENGANA
www.printandread.com             2003

City di Londra – appropriazione indebita, aggiotaggio? di Roberto Vacca

Allego mia analisi del grosso imbroglio perpetrato a Londra da banchieri
inglesi (soprattutto Barclays) per lucrare guadagni su derivati relativi a
tassi interesse.
Pare abbiano fatto fuori 70 miliardi di dollari -- i ns ladri regionali
hanno fregati molto meno: di loro parliamo molto.
Invece degli imbroglioni londinesi da luglio non se ne parla quasi più ----
ma a settembre il Commons Treasury Committee britannico dichiara che già dal
2010 loro avevano avvisato che non era bene nominare R Diamond
amministratore delegato di Barclays perché già allora  (con altri)
manipolava i tassi.
                L'ammontare dei derivati IRD manipolato dai banchieri UK era
di 300.000 miliardi di $ ----- cifra ardua da immaginare. Il totale
circolante dei derivati IRD a fine settembre era di 518.000   miliardi di $
ancora più ardui da immaginare.
Credo che la crisi non finirà presto.
teniamoci forte
best



City di Londra – appropriazione indebita, aggiotaggio? di Roberto Vacca

Nel delizioso film The Ladykillers (1955) (mal tradotto come “La Signora Omicidi”), Alec Guinness e Peter Sellers organizzano una rapina in banca. Sono pensionanti a casa di una vecchietta e si fanno passare per musicisti. Incontrano inciampi di ogni tipo e non si possono godere il grosso malloppo in banconote. Lo danno alla vecchietta che si stupisce. La tranquillizzano: “Sa che in banca girano milioni di pagamenti. Spesso su ciascuno avanzano alcuni penny che non servono a nessuno. Si sommano e costituiscono una bella somma  di cui non si sa che cosa fare. La diamo a lei: sono solo tanti centesimini messi insieme.”
Devono aver meditato questa storia parecchi banchieri inglesi che, a forza di penny, hanno fatto fuori molti miliardi. Se ne è parlato poco, specie in Italia, ove sentiamo frequenti, orride notizie di concussioni e appropriazioni indebite (da parte di pubblici ufficiali) e aggiotaggi commessi da finanzieri, [L’aggiotaggio è il reato di chi specula su variazioni del prezzo di titoli o merci, valendosi di informazioni riservate o divulgando notizie false.]
Faccendieri o cassieri di partiti si sarebbero appropriati di decine o centinaia di milioni di euro. Non ho trovato una stima dell’ammontare totale di queste ruberie. Azzardo a valutarle in alcuni miliardi di Euro. La Corte dei Conti ha valutato che, se non ci fosse stata evasione fiscale, il debito pubblico sarebbe ora  il 76% del PIL invece del 120%. Ammonterebbe a 1200 miliardi di euro (G€) invece che a 1880 G€. Questi 680 miliardi e quelli rubati gridano vendetta. Però reati gravi sono stati commessi dai grossi banchieri inglesi cui accennavo sopra. Avevo previsto “manovre pilotate da speculatori” nel mio libro su come salvare il prossimo decennio nel  Gennaio 2011: riporto in calce il mio articolo del Maggio scorso in cui ne cito passi rilevanti e racconto cosa siano gli IRD, Interest Rate Derivatives. Ecco la storia.
Il LIBOR  (London InterBank Offered Rate) viene fissato dalla BBA (British Bankers Association) in base a dati forniti da 18 banche inglesi. Si escludono i 4 valori più alti e i 4 valori più bassi e si calcola il tasso medio sui 10 restanti. Il valore di questo tasso medio determina fra i vari derivati (IRD) che hanno per sottostante tassi di interesse quali salgono di valore e quali scendono. Il circolante di questi IRD a fine Settembre 2012 era salito a 518.000 miliardi di dollari (T$). Di questi pare che 300.000 miliardi di dollari siano influenzati proprio dalle decisioni della BBA sul LIBOR. Se i banchieri che fissano il LIBOR intanto speculano su quel tasso, sanno in anticipo quello che fisseranno in avvenire. Quindi scommettono sul sicuro e incassano profitti indebiti percentualmente piccoli, ma proporzionali alle gigantesche somme totali citate.
Nel Luglio 2012 il Financial Times scriveva che i banchieri avevano manipolato il LIBOR e la Federal Reserve Bank USA li accusava di collusione e menzogna. La banca accusata di essere responsabile delle più forti manipolazioni era la Barclay’s. Ai primi di Luglio 2012, Marcus Agius, il presidente della banca, dava le dimissioni. Doveva tornare al suo posto due giorni dopo per occuparsi di trovare un successore  all’amministratore delegato Bob Diamond, dimissionario in seguito alle accuse di essere il maggiore responsabile elle manipolazioni, sebbene fosse molto stimato per aver innalzato turnover e profitti della banca. Anche J. del Missier, direttore generale di Barclay’s,  dava le dimissioni in conseguenza dello scandalo. Diamond dichiarava di rinunciare al suo bonus annuale, ma si veniva a sapere che dal 2007 al 2011 aveva incassato 186 milioni di dollari fra stupendi e premi. Dopo le dimissioni, Diamond si ritirava dal comitato organizzatore di una cena  per finanziare (25.000 dollari a piatto) la campagna di Mitt Romney
Barclay’s veniva multata dalla Financial Service Authority britannica e dal Department of Justice americano per 453 milioni di dollari per le manipolazioni effettuate. Non è chiaro l’ammontare del ricavato dalle manipolazioni perpetrate da Barclays ed altri. Se ne trovano in rete valutazioni molto diverse fra loro Jamie Doward (The Observer del 30/6/2012) riporta  la cifra di 45 miliardi di sterline equivalenti a 70 miliardi di dollari. In questo caso la multa citata ne rappresenterebbe solo i 2/3 dell’uno per cento. La punizione e le dimissioni del top management di Barclays sembrano nettamente inadeguate.
Curiosamente da oltre due mesi dello scandalo non si parla e non si scrive più. Il 19 settembre il Commons Treasury Committee britannico sottolineava che già il 15  settembre 2010 aveva espresso ufficialmente  la propria opinione che Bob Diamond fosse inaccettabile alla guida della Barclays  proprio perché implicato nelle manipolazioni sul LIBOR.
Temo che le cifre che ho citato siano incerte: non sono il risultato di una inchiesta, ma soltanto stime. Sembrano nettamente più grosse di quelle dei scandali italiani. Quei banchieri britannici (li immaginiamo con bombetta e ombrello?) non avevano pensato male di prelevare centesimini: 70 miliardi su 300.000 fanno solo un terzo dell’uno per mille. Gli è andata anche bene per qualche anno. Poi, almeno alcuni, sono stati smascherati – e trattati con indulgenza eccessiva. Quis custodiet custodes?

*      *      *

Derivati di Damocle – 13 Maggio 2012
I giornali di oggi titolano tragicamente “Boom dei derivati valgono 14 volte le Borse”. È vero: il problema esiste, ma il rischio era ben noto. Lo avevo spiegato oltre un anno fa nel mio libri SALVARE IL PROSSIMO DECENNIO (Garzanti, 2011). Ne riporto qui una pagina in cui scrivevo che alla fine del 2010 il livello degli IRD era  450 trilioni di $ = 32 volte il PIL degli USA. Non ci dovrebbe stupire che dopo un anno e ½ sia cresciuto a 504 T$ (36 volte il PIL degli USA. Dovremmo stupirci che le regole severe sul funzionamento delle banche non siano state ancora imposte.
Estratto dal Capitolo 8 di “Salvare il Prossimo Decennio”, di R. Vacca
“Sorge il dubbio se gli esperti esistano davvero in economia. Tranne rare voci (come quella di N. Roubini), nessuno previde la crisi economica del 2008 e nemmeno suggerì come evitarla. A posteriori, le cause sono state: rilassamento di regole e controlli USA su banche e istituti finanziari. Sono stati emessi titoli estremamente speculativi supportati da garanzie immaginarie e bilanci falsi per giustificare bonus ridicolmente alti dei vertici manageriali. La struttura dei derivati spesso è instabile, o perversa. Nel mio “Patatrac – la crisi: Perché? Fino a quando?” (Garzanti 2009) definisco i derivati e ne spiego i meccanismi. Nello stesso testo indico il livello altissimo del circolante dei Credit Default Swaps:  (55 T$ = quattro volte il PIL USA) che, insieme a perdite, frodi, crediti irrecuperabili etc., mostrava che la crisi sarà lunga. Ricordavo quanto sia implausibile che l’andamento di titoli basati su mutui contratti da squattrinati, produca lauti utili incassati da ricconi. Ora il livello dei CDS è diminuito.
Cresce smisuratamente il volume dei derivati basati sui tassi di interesse (Interest Rates Derivatives - IRD) – vedi tabella seguente.

Anno
IRD in T$
CDS  in T$
2001
 69,2
   0,9
2002
101,3
   2,2
2003
142,3
   3,8
2004
183,6
   8,4
2005
213,2
 17,1
2006
285,7
 34,4
2007
382,3
 62,2
2008
403,1
 38,6
2009
427
 30,4
2010
449
 30

 1 T$ = 1 Teradollaro (detto anche trilione di dollari) = 1012 $
 Fonte: ISDA, International Swaps and Derivatives Association, Inc.

Il sottostante di un derivato basato su tassi di interesse è il diritto a pagare o a ricevere una certa somma di denaro a un dato tasso di interesse. Pare che la maggioranza (80%) tra le 500 maggiori aziende del mondo  si serva di questi derivati per controllare il proprio flusso di cassa. Il volume totale degli IRD alla fine del 2009 era di 449 T$ – circa 32 volte il prodotto interno lordo USA!
In effetti questo impiego é un’assicurazione contro tassi di interesse eccessivi e consegue – talora -  una riduzione dei tassi pagati. Questi strumenti vengono talora presentati come scevri da ogni rischio – ma non è così. Esistono IRD più sofisticati il cui valore è funzione non soltanto del livello corrente di un indice (come, ad esempio, il LIBOR – London InterBank Offered Rate), ma anche dei valori passati dell’indice e dei valori e andamenti passati propri, cioè dello stesso IRD. In quest’ultimo caso il titolo, o strumento, si chiama Snowball (= palla di neve) e tenderà a ripetere amplificate o attenuate le proprie  vicissitudini precedenti. Esistono molte altre varianti degli IRD. Ad esempio, le clausole dette “bermudiane”, a certe date fisse, permettono all’istituto emittente o all’acquirente di interrompere il rapporto a certe condizioni prestabilite. Le strategie più convenienti per gestire un IRD possono solo essere arguite in base all’impiego di modelli matematici probabilistici: ne sono disponibili parecchi aventi caratteristiche diverse. Per orientarsi su questo terreno, occorre aver raggiunto un alto livello di professionalità. È raro che un investitore o l’amministratore di un’azienda riesca a innalzare adeguatamente le proprie competenze e a prevedere i rischi che sta correndo. I livelli dei tassi di interesse sono stabiliti da leggi nazionali e da accordi internazionali. Oltre a questi è pensabile che si possano sviluppare manovre pilotate da speculatori, data la citata enorme mole delle risorse coinvolte.”

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